L’ufficializzazione del passaggio di Termini Imerese dalla Fiat alla DR sarà firmato l’8 ottobre 2011. Sarà perciò ratificato l’accordo definitivo tra la DR Motor Company SPA e il Governo, la Regione Sicilia e Invitalia l’advisor indicata dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Gli investimenti previsti per il sito siciliano ammontano a 179 milioni di euro suddivisi tra investimenti strutturali, ricerca tecnologica, sviluppo dei modelli e formazione. Risulterebbe che 40 milioni arriverebbero dallo Stato Italiano a fondo perduto ed il resto sarà finanziato dalle banche, mentre 15 milioni di euro saranno sborsati dal Presidente Massimo Di Risio. E’ quanto ha scritto la rivista Al Volante.
Cambio di passo sostanziale per la DR Motor Company SPA che finora si è limitata all’assemblaggio di componentistica Chery proveniente dalla Cina. DR Motor ora diventerebbe a tutti gli effetti un costruttore di automobili, sfruttando il processo industriale Fiat eseguendo in Sicilia la lastratura, la verniciatura e l’assemblaggio finale. Un salto di non poco conto ricco sia di rischi che di opportunità.
Il Piano di Rilancio della DR Motor Company SPA prevede nello stabilimento di Termini Imerese la produzione di quattro modelli: Dr2, Dr3, il restyling della Dr5, l’inedita berlina Dr4 (non ancora sul mercato). In Molise resterebbe la produzione della Dr1, della Dr2, della Dr5 oltre ad una supersportiva che il presidente Massimo Di Risio (già importatore italiano delle supercar statunitensi Saleen) ha in mente da tempo: una supercar con propulsore V8 da ben 650 CV e stile firmato da una nota carrozzeria italiana che verrà svelata a breve.
Nel secondo semestre 2012 dovrebbe debuttare la Dr3 (Chery A3) , già vista in anteprima al Motor Show di Bologna 2010 che dovrebbe contrastare nelle intenzioni Fiat Punto e Ford Fiesta, anche se nelle dimensioni sembra più una vettura di segmento C.
E’ infatti lunga 4.139 metri, larga 1.686 m. e alta 1.492 metri. Avrà un prezzo di attacco compreso tra 11 e 13 mila euro la prima DR Made in Termini Imerese.
La Dr ha reso noto che il pianale e la componentistica della Dr3 sono in comune con la cinese Chery A3, mentre stile ed elettronica sono stati appositamente studiati e progettati dal Centro Ricerca e Sviluppo della DR di Macchia di Isernia.
La DR3 sara’ spinta da un propulsore 1.3 da 83 Cv e in alternativa da un 1.5 da 109 Cv, con una coppia massima di 140Nm e velocita’ massima di 175 km/h. Entrambi i motori saranno disponibili in versione bi-fuel (GPL). In un secondo momento, la gamma motori potrebbe essere arricchita da un 1.6 diesel.
L’origine dei motori benzina delle Dr appartiene alla famiglia Acteco (sono propulsori progettati dall’austriaca AVL e prodotti dalla divisione motoristica della Chery definita appunto Acteco).
Va detto che i motori benzina Chery-Acteco tecnologicamente obsoleti ed inquinanti sono venduti in versione bi-fuel poichè la conversione a Gpl è l’unica strada percorribile per poter omologare questi propulsori in Europa secondo gli esigenti e rigidi standard comunitari.
Sfida commerciale ricca di interrogativi per Dr Motor che dovrà convincere molti potenziali clienti nella fascia low-cost che oggi palesemente preferiscono altre marche tra cui la Dacia, brand franco-rumeno che utilizza prevalentemente la affidabile componentistica Renault degli anni novanta e seguenti.
Nel primo semestre 2011 DR ha commercializzato 2.608 vetture con una quota di mercato dello 0,19%, mentre la marca concorrente Dacia, la low-cost del Gruppo Renault, è presente sul mercato nazionale con una quota dell’ 1,34% e con ben 13.596 unità vendute.
Sul fronte sicurezza e crash test la DR ha una fama ancora tutta da dimostrare anche se qualche precedente infelice va ricordato; ad oggi nessuna vettura della Dr Motor Company è stata sottoposta ai crash test ufficiali dell’EuroNcap.
Vedendo su YouTube i crash test della Chery Tiggo da cui la Dr5 deriva, sono evidenti i limiti del modello che si deforma in modo esagerato poiché è una vettura concepita con standard cinesi in termini di sicurezza attiva e passiva.
La Dr5 per essere omologata è stata rinforzata nella scocca come dimostrano i video presenti sul canale YouTube della Dr Motor Company: c’è la prova di omologazione effettuata dalla DR5 presso il Csi (Centro sicurezza italiano) di Bollate; non ci sono però test ufficiali dell’EuroNcap.
A proposito della Chery Tiggo il noto sito Sicurauto.it parlò di test eseguiti da una rivista russa utilizzando le modalità dell’EuroNcap (che prevedono uno schianto a 67 km/h contro una barriera deformabile), ne è risultato che i sensori posti nei manichini hanno dimostrato che un eventuale conducente umano sarebbe morto per trauma cranico con annesse fratture alle vertebre cervicali in seguito al violento contatto tra testa e volante; i sensori hanno inoltre constatato gravi lesioni a torace, gambe e piedi.
Per quanto riguarda il manichino passeggero i risultati sono stati più rosei: nonostante il grave trauma cranico un passeggero umano sarebbe sopravvissuto allo schianto. In aggiunta è stato riscontrato il fatto che l’apertura delle portiere della Tiggo, in seguito al test, è stata molto difficile, tanto da richiedere l’utilizzo di strumenti specifici.
La concorrente Dacia ha invece sottoposto ai crash test EuroNcap i modelli Duster, Logan e Sandero che chiunque può visionare sul sito www.euroncap.com totalizzando tre stelle su cinque, un risultato sufficientemente in linea con una low-cost e con il rapporto qualità/prezzo della Dacia.
Un vantaggio competitivo in termini di sicurezza per la Dacia di non poco conto rispetto alla concorrente Dr che dovrà essere colmato in tempi celeri per essere realmente competitivo e concorrenziale.
Colmato questo gap, l’incremento delle vendite sarà solo la conseguenza logica, anche perché l’obiettivo del costruttore molisano di arrivare al 2016 con almeno 60mila Dr prodotte in un anno è estremamente ambizioso e ci sarà tanto da lavorare e da dimostrare.
di Michele Antonucci