dell’8,8% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (109.611 unità), archiviando il dodicesimo
segno positivo consecutivo, ma con un tasso di crescita in rallentamento. La marcia per il
recupero dei volumi persi durante la crisi pandemica è però ancora lunga: in confronto a luglio
2019 le immatricolazioni attuali sono sotto del 22,3%. Il dato dei primi sette mesi di quest’anno
mostra 960.765 autovetture immatricolate, in crescita del 21% rispetto alle 793.873 di gennaio–
luglio 2022, ma con 276.000 unità in meno in confronto allo stesso periodo 2019 (–22,3%).
Nel secondo semestre il rallentamento della crescita dovrebbe proseguire, anche perché lo
stesso periodo 2022 fu caratterizzato da una progressiva e sostenuta accelerazione. Secondo le
stime dell’UNRAE il 2023 dovrebbe chiudere con 1,5 milioni di immatricolazioni, anche in
virtù del recupero degli ordini dello scorso anno rimasti inevasi: una crescita del 13,9% sul
2022, ma ancora un gap del 21,7% rispetto al 2019.
questo mese non superano il 3,4% e le ibride plug–in il 4,4%, per una quota complessiva
ridimensionata al 7,8% (era il 9,8% a giugno).“Apprezziamo l’attivo interesse che il Ministro Adolfo Urso sta dimostrando nei confronti del settore automotive, per questo ci rivolgiamo a lui affinché intervenga perché si possano recuperare i ritardi accumulati sul fronte della transizione energetica e accelerare il processo di decarbonizzazione”, è l’appello del Presidente dell’UNRAE Michele Crisci.“È urgente – afferma Crisci – una rapida convocazione dell’atteso Tavolo Automotive, che garantisca un confronto autentico, e non a posteriori, con tutti gli attori della filiera, non ultima l’UNRAE che rappresenta i 2/3 del mercato domestico e assorbe una quota estremamente considerevole della componentistica italiana”.
Oltre a ciò, il Presidente dell’UNRAE sollecita “una profonda attenzione alle dinamiche della
domanda in relazione alla transizione energetica”.
L’UNRAE ribadisce inoltre la richiesta, una volta corretto lo schema incentivi, di destinare
alle fasce 0–20 e 21–60 g/Km i 272 milioni di euro avanzati dai fondi 2022, e sollecita il MASE
ad una rapida emanazione delle norme attuative relative ai 90 milioni stanziati dal DL 14 Agosto
L’analisi della struttura del mercato del mese, sotto il profilo degli utilizzatori, mostra per i
privati un andamento in linea con il mercato totale ed una quota stabile al 56,3% (53,9% nei 7
mesi, –5,5 p.p.). In crescita le autoimmatricolazioni, che salgono all’11,9% del totale (+3,4 p.p.),
9,1% nel cumulato.
Il noleggio a lungo termine cresce di oltre 2 punti in luglio, arrivando al 23,5% di quota (25,6% nel cumulato, con 4,2 p.p. in più), grazie alla spinta delle principali società Top di noleggio a fronte della contrazione delle Captive. Un forte calo caratterizza il noleggio a breve termine in luglio, che perde 5,4 punti, fermandosi al 2,1% di quota (5,7% nel cumulato, +0,9 p.p.).
In crescita anche le società che confermano sostanzialmente stabile al 6,1% la quota di mercato di luglio (5,7% nei 7 mesi).
Tra le alimentazioni, il motore a benzina perde 1,2 punti, fermandosi al 28,6% di quota (28%
nel cumulato, in linea con il corrispondente periodo 2022); il diesel scende al 18% delle immatricolazioni (–2,7 p.p. e al 19,2% nei 7 mesi). In buona crescita il Gpl che si porta al 9,8% di quota (+1,9 p.p., all’8,9% in gennaio–luglio), mentre il metano si ferma allo 0,1% sia nel mese sia nel cumulato. Le ibride salgono al 35,7% nel mese e al 35,3% nel cumulato (rispettivamente +2,6 e +2,2 p.p.), con un 7,6% per le “full” hybrid e 28,1% per le “mild” hybrid.
Come anticipato, la quota delle BEV si ferma al 3,4% in luglio (3,8% nel cumulato) e quella delle PHEV al 4,4% (4,6% nei 7 mesi).
L’analisi della nuova segmentazione mostra in luglio un recupero delle berline del segmento
A, all’11,9% di quota e una forte contrazione dei SUV dello stesso segmento (all’1,2%). Seppur
con volumi in leggera crescita, perdono terreno entrambe le carrozzerie del segmento B
(rispettivamente al 20% e 26,5% di share). Rimangono abbastanza stabili in quota le berline del
segmento C (al 5,6%), mentre un ottimo andamento di crescita caratterizza i SUV, che salgono
al 20,1% del totale. Fra le medie superiori (segmento D) recuperano sia berline che SUV
(rispettivamente allo 0,8% e 6,1%). Nell’alto di gamma, cedono un decimale le berline (0,1% di
quota) e lo recuperano i SUV (all’1,2%).
Infine le station wagon rappresentano il 3,5% del totale, gli MPV l’1,9% e le sportive l’1,0%.
Dal punto di vista delle aree geografiche, per un decimale di differenza il Nord Est riesce a
confermare la leadership, grazie alla spinta del noleggio, con il 29,9% di quota (–2,1 p.p., al 32%
nei 7 mesi).
Il Nord Ovest in luglio segna il 29,8% (–0,3 p.p.), in linea con il cumulato, il Centro
Italia sale al 24,7% (+2,5 p.p.), l’area meridionale conferma sostanzialmente il 10,6% di quota,
quella insulare il 5%.
Le emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni in luglio crescono dell’1,3% a
121,5 g/Km; 120,2 g/Km in gennaio–luglio (+1,5%).
L’analisi delle immatricolazioni di luglio per fascia di CO2 riflette l’andamento nel mese di
auto BEV e PHEV: la fascia 0–20 g/Km rappresenta il 3,8% del mercato, il 3,9% la fascia 21–60
g/Km (rispettivamente 4,1% e 4,2% nel cumulato). La fascia 61–135 g/Km rappresenta il 63,3% (63,7% nel cumulato), mentre la quota delle vetture da 136 a 190 g/Km si assesta al 24,8% e
quella della fascia oltre i 190 g/Km al 2,2% (rispettivamente 24,3% e 1,9% nei primi 7 mesi).