Abbiamo incontrato Luigi De Falco, Presidente di H2biz, il business hub che ha lanciato un innovativo modello di comunità energetiche per le imprese. Con lui abbiamo approfondito due temi di grande attualità: i costi energetici e la transizione ecologica.
Dott. De Falco partiamo da una domanda macro, se vogliamo dire così. Che significato ha per lei il tema della “Transizione Ecologica”?
La transizione ecologica è uno sforzo corale che tutti, cittadini, imprese e istituzioni, dobbiamo fare per creare le condizioni per un mondo più pulito. In concreto, ognuno di noi deve darsi un obiettivo di diminuzione del proprio impatto sull’ambiente. Sottolineo “ognuno di noi” perché anche il singolo cittadino, che potrebbe sembrare marginale rispetto al contributo che le imprese e le istituzioni possono dare, ha un suo peso specifico nel raggiungimento del risultato finale. La crisi energetica in corso è un’opportunità per accelerare la transizione ecologica. Gli attuali prezzi dell’energia rendono molto conveniente investire in fonti alternative.
Qual è il ruolo delle rinnovabili e, in particolare, del fotovoltaico nel panorama di un’economia?
Le fonti rinnovabili fanno parte di un mix di soluzioni energetiche che ci consentono di diminuire la storica dipendenza dell’Italia dai paesi produttori di gas e petrolio. Sono una parte delle soluzioni che dobbiamo adottare ma, per loro stessa natura, non possono garantirci da sole l’indipendenza energetica.
Al netto degli evidenti vantaggi ambientali, le fonti rinnovabili fanno parte di un mix di soluzioni energetiche che ci consentono di diminuire la storica dipendenza dell’Italia dai paesi produttori di gas e petrolio. Sono una parte delle soluzioni che dobbiamo adottare ma, per loro stessa natura, non possono garantirci da sole l’indipendenza energetica. Le rinnovabili rappresentano anche una grande opportunità di crescita economica per tutto il paese perchè, se supportate da una visione strategica di lungo periodo, possono mettere in moto una serie di filiere industriali e distributive e creare migliaia di posti di lavoro.
Perché un business Hub come H2biz ha pensato di investire sulle Comunità Energetiche Rinnovabili?
Dal 2016 il Gruppo H2biz supporta iniziative nel settore delle energie rinnovabili. La crescita esponenziale del prezzo del gas verso la fine del 2021, prima quindi dello scoppio della guerra in Ucraina, ha messo in difficoltà molte imprese energivore iscritte a H2biz, che ci hanno contattato per trovare una soluzione di mercato. Conoscevamo da tempo il modello delle comunità energetiche, ma quelle locali previste dalla normative e supportate dagli incentivi non avevano le caratteristiche di velocità ed economicità che servivano ai nostri clienti. Per questo ci siamo inventati un modello tutto nostro, che non esisteva: le comunità energetiche rinnovabili “senza vincolo di vicinanza”.
Cosa sono le CER di H2biz, come funzionano e a chi si rivolgono?
Sono dei gruppi di imprese, aggregate per consumi omogenei, che ricevono energia anche a 800 km di distanza dagli impianti fotovoltaici di H2biz. Tutta l’energia prodotta dai nostri impianti viene canalizzata nella rete del nostro partner energetico che poi la distribuisce fisicamente ai clienti finali. Il target sono le imprese, anche le piccole.
Che differenza c’è tra le CER senza vincolo di vicinanza di H2biz e le CER tradizionali, se così possiamo definirle?
Le CER di H2biz non hanno limiti geografici, le imprese non devono essere vicine o condividere la stessa cabina per ricevere energia pulita e a basso costo. Il nostro è un modello che punta anzitutto al risparmio (mediamente il 70% sul prezzo di mercato dell’energia elettrica) e che non prevede costi di acquisto dei pannelli per le imprese perché gli impianti sono di proprietà di H2biz. Le CER tradizionali puntano all’auto-produzione, cioè ad azzerare il costo energetico per gli aderenti, dopo alcuni anni dall’attivazione degli impianti grazie all’incentivo. Sintetizzando, il nostro è un modello ideale per le imprese che non vogliono investire e vogliono ricevere energia a bassissimo costo, le CER tradizionali sono un modello per chi, dopo alcuni anni, vuole essere completamente indipendente dal punto di vista energetico, ma prevedono degli investimenti iniziali tutt’altro che piccoli e un iter burocratico molto complesso. Sono due modelli che non sono in competizione, si compensano in un certo modo.
Parliamo di numeri. Come sta andando? Chi ha aderito e con quali risultati?
Alla data del 22 novembre 2022 abbiamo 1.674 imprese aderenti, di cui 1.355 già attive in fornitura energetica. Gli aderenti sono imprese industriali, distributori commerciali e piccole imprese attive in tutti i settori. Ad oggi siamo riusciti a generare un risparmio medio del 74,6% sui prezzi di mercato dell’energia elettrica.
Un’ultima domanda: A chi consiglierebbe l’adesione a una CER?
Alle aziende che non voglio investire liquidità negli impianti e voglio ottenere subito un risparmio sui costi energetici.