La Fiat è salita al 30% di Chrysler, lo ha annunciato il Lingotto con una nota. Già ieri Marchionne si era dimostrato ottimista sui tempi di attuazione di quest’altro step. Ecco le quote azionarie del colosso di Detroit aggiornate ad oggi: Uaw Veba 59,2%; Fiat 30%; Tesoro Usa 8,6% e Governo canadese 2,2%.
Il secondo “Performance Event” consiste nel raggiungimento da parte del gruppo di Detroit di ricavi cumulativi superiori a 1,5 miliardi di dollari riferibili a vendite effettuate, successivamente all’intesa, al di fuori del Canada, Messico e Stati Uniti (Paesi Nafta). Questo secondo step prevede anche la sottoscrizione di tre accordi da parte della Fiat o di sue collegate: un’intesa che coinvolga almeno il 90% dei concessionari Fiat in Brasile nella distribuzione di uno o più veicoli Chrysler (inclusi quelli venduti con uno dei marchi di Fiat Group Automobiles); un accordo che coinvolga almeno il 90% dei concessionari Fiat nell’Unione Europea nella distribuzione di uno o più veicoli Chrysler (inclusi, anche in questo caso, quelli venduti con uno dei marchi di Fiat Group Automobiles) e che preveda, ai fini dei rilievi relativi alle emissioni di CO2, l’aggregazione delle flotte di veicoli Chrysler Group e Fiat nell’Unione Europea; un accordo che preveda la remunerazione di Chrysler Group per l’utilizzo da parte di Fiat o sue collegate delle sue tecnologie al di fuori dei Paesi Nafta.
Il primo step, che ha portato a gennaio la partecipazione della Fiat dal 20 al 25%, è stato raggiunto con la produzione negli Stati Uniti (a Dundee in Michigan) del motore Fire. Il Lingotto potrà aumentare ancora la quota al 35% quando sarà raggiunto il terzo Performance Event che prevede la produzione negli Stati Uniti di una vettura basata su una piattaforma Fiat con prestazioni di almeno 40 miglia per gallone.
Ieri Marchionne ha anche smentito Automotive News che aveva ipotizzato uno slittamento del debutto Alfa Romeo negli USA al 2013; il top manager ha smentito confermando che il tutto avverrà nel 2012 come già sostenuto in passato.
La velocità di esecuzione di questi step dimostrano ancora una volta il new deal del Lingotto targato Marchionne.
di Michele Antonucci