Da 33 anni Bit – Borsa Internazionale del Turismo, in fieramilano a Rho da giovedì 14 a domenica 17 febbraio 2013, è l’appuntamento trend-setting leader in Italia e tra i primi al mondo nell’anticipare le tendenze e le novità del settore.
Un mondo di servizi attivi 365 giorni l’anno, che culminano nelle 4 giornate di manifestazione, fanno di Bit un Osservatorio unico, che declina i trend emergenti di maggiore interesse in opportunità di business per tutti gli attori della filiera e in spunti e idee di vacanza per il le diverse tipologie di viaggiatori.
È in linea con questa filosofia che Bit ha invitato come Paese Ospite d’Onore all’edizione 2013 la Cina, vera e propria rivelazione delle ultime stagioni turistiche: il gigante asiatico cresce costantemente d’importanza sia nei flussi incoming, come destinazione, sia in quelli outgoing come mercato per gli alti Paesi, e in particolare per la destinazione Italia.
L’annuncio è stato dato lo stesso giorno in cui la Cina confermava ufficialmente la propria partecipazione all’Expo 2015 di Milano, a sottolineare ulteriormente il legame che unisce la Borsa Internazionale del Turismo all’esposizione universale. A Bit 2013, la Cina sarà protagonista di una serie di iniziative ed eventi volti a rafforzare la conoscenza reciproca e a rinsaldare le già ottime relazioni tra i due Paesi.
In occasione della manifestazione sarà presentato il nuovo Direttore Generale della sede CNTA italiana Mr. Liu Cheng. Mr. Cheng subentra a Mr. Xiong Shanhua, che ha guidato l’ufficio per più di quattro anni, ottenendo straordinari risultati, ed è stato richiamato a Pechino per ricoprire un ruolo di prestigio: Direttore Generale Marketing e Relazioni Internazionali Europa e Stati Uniti. Mr. Liu Cheng ha maturato una profonda esperienza nelle sedi di Toronto, Zurigo e Sydney.
Turismo cinese, grande opportunità per l’Italia
Secondo dati della società di ricerche di mercato Hurun, comunicati dalla Camera di Commercio Italo-Cinese, a fine 2010 erano 800 mila i milionari cinesi, che apprezzano moltissimo gli status-symbol occidentali. L’80% possiede da 2 a 5 auto di lusso, da 3 a 10 orologi di lusso, spende almeno 50 mila yuan (5.300 euro) l’anno in musica classica, viaggia con grande frequenza all’estero, puntando su pacchetti all-inclusive in alto di gamma: da maggiordomo e guida privati fino a partite a golf, gioielli, atelier, crociere, ville storiche e hotel di lusso.
Ma anche la classe mercantile “media”, conferma una ricerca di Cesif-Global Blue, è un segmento molto interessante: 30-45enni, laureati, residenti nelle grandi metropoli, rappresentano quel 9% della popolazione cinese – ben 250 milioni di potenziali viaggiatori – con un tenore di vita e una capacità di spesa di livello occidentale.
Rispetto ad alcuni competitor europei, come Francia, Germania e Svizzera, il Bel Paese è partito con un certo ritardo per cogliere queste opportunità. Ma sta recuperando il terreno perduto. Dopo il boom dei viaggi-lampo, alcuni cominciano a optare per soggiorni più lunghi ad esempio in Costa Smeralda, ma il potenziale di crescita è altissimo. Le presenze calcolate dalla CCIAA Italo-Cinese sono circa un milione, cui corrispondono, secondo fonti consolari, circa 150 mila visti turistici rilasciati nel 2011 dalle nostre autorità in Cina, tra gruppi e singoli.
Il turista cinese tipo spende mediamente in Italia circa 900 euro, con crescite a due cifre anno su anno. Tra i viaggiatori extraeuropei, sono ormai secondi assoluti per spesa totale, dietro ai russi ma davanti ad americani e giapponesi. Spendono soprattutto in moda e gioielleria: in particolare, i 200 mila cinesi che passano mediamente per Milano hanno consumato in città il 41% del loro budget italiano, il 24% solo nei negozi di via Montenapoleone. A ruota seguono gli store in Galleria e in Via della Spiga. Ma il tour italiano comprende anche tappe a Venezia, particolarmente cara ai cinesi in quanto città di Marco Polo, dove il 40% dei clienti al casinò (360 su 900 mila) è già cinese, Roma, Firenze (amano acquistare negli outlet vicini), Verona (la casa di Giulietta) e qualche volta Pisa (la torre) e Pompei (gli scavi).
Ma si potrebbe fare molto di più: secondo la CNTA – China National Tourism Administration, i cinesi che viaggiano sono stati oltre 70 milioni nel 2011 e 77 milioni nel 2012 (+9,6%), ma per un giro di affari di 40 miliardi di euro. Di questi il 70% preferisce ancora mete asiatiche. Nel 2015 – anno dell’Expo – potrebbero arrivare a 130 milioni, per 110 miliardi di spesa. Secondo l’UNWTO, l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, solo nel primo semestre del 2012 l’outgoing cinese è cresciuto del +20%. Il 2012 è caratterizzato da segnali molto positivi in questo senso, non solo in senso numerico: secondo l’agenzia nazionale cinese Xinhua, nei primi tre trimestri del 2012 i turisti individuali sono aumentati del +60%, contro il +15% dei gruppi, a conferma di una crescente occidentalizzazione negli stili di viaggio. Il turista individuale è il più interessante dal punto di vista della capacità di spesa: le fasce più alte possono arrivare ad avere budget fino a 11 mila euro solo per lo shopping.
Le aree di miglioramento? I cinesi amano il clima mediterraneo, le vestigia imperiali, la moda e il lusso ma valutano l’Italia molto in ritardo sull’accoglienza, dentro a un contesto europeo già indietro agli standard dei paesi asiatici. I voli diretti, inoltre, sono ancora pochi, anche se le tratte aeree da e per l’Italia sono raddoppiate in un solo anno passando da 11 a 22, e la procedura per ottenere i visti è giudicata lunga e complessa.
Cina, meta di tendenza
Ma la Cina è sempre più interessante anche come mercato incoming, per i turisti provenienti dall’estero. Già dal 2010 l’ex Celeste Impero è diventato la terza destinazione turistica al mondo, con circa 56 milioni di presenze e una crescita media del +9% (dati UNWTO). I visitatori stranieri vogliono ammirare soprattutto la Grande Muraglia, l’Esercito di Terraccotta di Xi’an e la Città Proibita di Pechino. Ma gli italiani, ripercorrendo i passi di Marco Polo, apprezzano molto anche la Via della Seta.
Le presenze italiane in Cina hanno fatto segnare numeri record nel 2011, intorno a quota 240 mila, e buoni risultati si attendono anche per questa stagione. I nostri connazionali visitano il gigante asiatico soprattutto per business, ma sono in crescita anche i viaggi leisure. Oltre alle mete classiche, gli italiani amano Canton e Shanghai. Il pacchetto-tipo è di 9 giorni e 7 notti, ma sono in crescita anche i soggiorni da 15 o 20 giorni per visitare l’interno (fonte CNTA).
Cina ed Expo 2015
Con un padiglione da 4.590 mq, la Repubblica Popolare Cinese sarà uno dei partner strategici dell’Esposizione Universale del 2015. Con la sua antica e grande tradizione agricola e gastronomica, la Cina sarà una presenza chiave per Expo Milano 2015, contribuendo in maniera determinante allo sviluppo del tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” e al successo dell’Esposizione Universale di Milano.
La Cina, infatti, è non solo la nazione più popolosa del mondo e una delle più vaste, ma occupa un territorio molto variegato, dalle catene montuose himalayane, all’altopiano del Tibet, fino ad arrivare alle coste sul Pacifico ad est e con una vasta escursione nord sud: una varietà che ha favorito la nascita di numerose tradizioni alimentari regionali molto variegate. E molte delle invenzioni, anche alimentari, ancora oggi fulcro della vita umana possono essere ricondotte al popolo cinese.
Il percorso che ha portato alla firma dell’accordo di partecipazione è accompagnato dal “Progetto Cina”, un’iniziativa finalizzata ad attrarre un milione di visitatori cinesi all’Expo e a rafforzare ulteriormente la relazione commerciale già solida che lega Italia e Cina.
A Bit 2013, sarà possibile avere una sorta di “anteprima” di cosa significherà per Expo 2015 la presenza di questo Paese così importante per la cultura e la geopolitica mondiali.