Sulla scia dei dati positivi di gennaio, anche a febbraio il mercato dell’auto in Europa conferma la crescita e segna +10,2% con 995.059 immatricolazioni verso le 902.878 di febbraio 2023. Nei primi due mesi del 2024 l’incremento è +10,9% con 2.012.136 unità e un saldo di circa 198.000 auto in più rispetto al 1.814.203 di gennaio-febbraio 2023. Fra i cinque maggiori mercati, nel mese la performance migliore è del Regno Unito (+14%), seguito da Francia (+13%), Italia (+12,8%), Spagna (+9,9%), chiude la Germania con +5,4%. Considerando i dati del primo bimestre, la situazione si ribalta a favore della Germania (+11,8%), seguita da Italia (+11,7%), Francia (+11,2%), Regno Unito (+10,3%) e Spagna (+8,7%).
Per volume totale l’Italia è al secondo posto sia a febbraio che nel bimestre. Il nostro Paese resta invece ancora all’ultimo posto per quota di auto “con la spina” (ECV). Nonostante un leggero recupero al 6,5% (3,4% BEV e 3,1% PHEV), anche in febbraio è evidente l’ampio divario con gli altri major markets: Germania 19,3% (BEV al 12,6% e PHEV 6,7%), Francia: 26,3% (BEV 18,1% e PHEV 8,2%), Regno Unito 24,9% (BEV 17,7% e PHEV 7,2%), Spagna 11,5% (BEV 4,7% e PHEV 6,8%). Nel totale del mercato europeo, in febbraio le ECV toccano quota 20,5% (BEV 13,2% e PHEV 7,3%), in linea con febbraio 2023. Anche nel bimestre l’Italia si conferma maglia nera nella corsa delle ECV, con quota 5,7% (BEV al 2,7% e PHEV al 3,0%), surclassata da Germania 18,3% (BEV 11,6% e PHEV 6,7%); Francia 25,7% (BEV 17,3% e PHEV 8,4%); Regno Unito 23,7% (BEV 15,8% e PHEV 7,9%); Spagna 11,6% (BEV 4,8% e PHEV 6,8%). Nel totale del mercato europeo, in gennaio-febbraio le ECV coprono il 20,1% di share: BEV al 12,5% (+0,8 p.p.) e PHEV al 7,6% (+0,5 p.p.).
Il Direttore Generale dell’UNRAE Andrea Cardinali commenta i dati europei di febbraio, con la performance non brillante dell’Italia nelle ECV ribadendo “l’urgenza che venga finalmente emanato il DPCM per rendere operativo il nuovo schema incentivi, la cui attesa sta generando una paralisi del mercato BEV e PHEV”. “Intanto – aggiunge – auspichiamo una revisione della soglia di prezzo massimo per le autovetture con emissioni fino a 20 g/Km di CO2 che di fatto esclude gran parte dei modelli disponibili sul mercato, riducendo l’offerta, indebolendo la concorrenza e penalizzando la clientela, in particolare le aziende, che tendono ad acquistare vetture di segmento superiore”. A questo proposito: “È fondamentale, per lo sviluppo della mobilità a zero emissioni, che venga eliminato il price-cap della fascia 0-20 g/Km o quantomeno che sia allineato a quello della fascia 21-60 g/Km, tenuto anche conto che la percentuale di modelli in grado di essere sottoposti a ricarica super-veloce è di gran lunga superiore fra quelli esclusi dall’incentivo rispetto a quelli inclusi”.
Ultimo punto fondamentale, su cui l’UNRAE continua a insistere: “Intervenire sul regime fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, che penalizza le imprese italiane di tutti i settori merceologici nel confronto con altri Paesi europei. Auspichiamo – conclude Cardinali – che tale revisione venga realizzata attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale, occasione fondamentale per rilanciare un settore che, con il veloce ricambio dei veicoli aziendali, è anche in grado di accelerare il rinnovo del parco complessivo circolante e di generare un usato fresco di vetture a zero e bassissime emissioni, accessibile alle fasce sociali meno abbienti”.