Nel 2021 il mercato digitale della Puglia ha registrato un valore pari a 3,18 miliardi di euro, oltre il 4% del valore nazionale (75,3 miliardi) con una crescita del 4,7% sull’anno precedente. Il 2022 si prevede ancora positivo (+ 3,5%) con stime di crescita più robusta nei prossimi anni (2023-2025) fino a raggiungere un +5,9% nel 2025, soprattutto in vista degli investimenti per la digitalizzazione previsti dal PNRR e di un minore impatto della crisi energetica e internazionale.
Sono questi alcuni dei dati relativi al mercato digitale in Puglia, frutto della prima analisi a livello regionale del rapporto nazionale Anitec-Assinform; lo studio, condotto in collaborazione con il Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese, è stato presentato in occasione dell’apertura dei lavori del Forum Ambrosetti nella sede di Exprivia a Molfetta, per il secondo anno consecutivo hub regionale dell’evento insieme a BPPB. Da oltre 50 anni l’associazione che raccoglie le principali aziende di Information and Communication Technologies che operano sul mercato italiano, in collaborazione con NetConsulting cube, analizza il settore e il mercato dell’ICT in Italia fornendo punti di forza e linee di indirizzo per la politica industriale.
“Questa prima fotografia dello stato dell’ICT in Puglia offre l’occasione per ragionare ulteriormente su come sfruttare appieno le opportunità della trasformazione digitale e del PNRR anche nella nostra regione – afferma Domenico Favuzzi, presidente e amministratore delegato del gruppo Exprivia e vice presidente nazionale di Anitec-Assinform. Infatti, la combinazione di importanti investimenti pubblici e di contributi all’innovazione e all’occupazione, per le aziende che si localizzano al Sud, sta attirando molto interesse a livello nazionale e internazionale. È importante che in questo nuovo scenario caratterizzato anche da crescenti preoccupazioni di tipo inflazionistico e geopolitico non vada persa l’occasione per un salto di qualità necessario anche delle imprese del nostro territorio, promuovendo una qualità di progetti che possano alimentare un processo di innovazione sociale ed economico con un orizzonte temporale ampio e duraturo. Siamo certi che potremo vincere questa sfida solo rafforzando la rete delle nostre imprese e coinvolgendo anche il mondo istituzionale e accademico della nostra regione”.
“La digital transformation sta rivoluzionando radicalmente tutti i settori, tra cui, inevitabilmente, anche quello finanziario – dichiara il presidente di BPPB Leonardo Patroni Griffi – un beneficio di non poco conto poiché offre ai clienti servizi sempre più smart ed evoluti, ma che comporta ovviamente una maggiore richiesta di investimenti da parte delle banche che intraprendono sempre più collaborazioni con le Fintech. Noi, come banca del territorio, stiamo investendo molto in digitale: questo ci permette di dialogare da remoto con la nostra clientela promuovendo una rinnovata “vicinanza” virtuale e fidelizzandone il rapporto. Oggi il mercato del lavoro richiede nuove competenze, necessarie per comprendere le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e gestirne le applicazioni nei processi organizzativi e di business di banche e intermediari finanziari. Questo potrà delineare una nuova fisionomia del settore bancario italiano, portando ad un’accelerazione dei processi di consolidamento e all’ingresso di nuovi operatori altamente specializzati””.
A crescere, nel corso del 2021, sono stati quasi tutti i settori del mercato digitale. In particolar modo l’ambito dei ‘Contenuti e pubblicità digitali’ è cresciuto del 13,7%, trainato da una ripresa degli investimenti pubblicitari online sia da parte delle imprese private che per sostenere il settore turistico; il comparto ‘Dispositivi e sistemi’ registra un +8,5%, per il forte incremento delle vendite di personal computer e apparecchi televisivi. Crescono un pò meno i settori ’Software e soluzioni ICT’ (+7,3%) e ‘Servizi ICT’ (+7%), tra cui spiccano i servizi di Cybersecurity e Cloud Computing. Proprio quest’ultimo sarà la leva che trainerà la maggiore crescita del settore dei Servizi ICT da qui al 2025: l’adozione della ‘nuvola’, tra l’altro, che consente di disporre dei servizi da remoto, ha rappresentato il più importante fattore di accelerazione della digitalizzazione in tutta Italia a seguito della pandemia.
Circa un terzo della spesa digitale complessiva in Puglia avviene nel Barese (33,9%), area in cui si concentrano maggiormente attività legate a Pubblica Amministrazione, finanza e attività manifatturiere; segue la provincia di Lecce con una quota del 18,9% del mercato digitale pugliese. A pari livello il Foggiano (15%) e la provincia di Taranto (14%) mentre in fondo alla classifica quelle di Brindisi (9,4%) e BAT (8,9%).
“Con lo studio “Il digitale in Puglia 2022. Mercati, dinamiche, policy”, realizzato in collaborazione col Distretto Produttivo dell’Informatica pugliese, avviamo la prima analisi del mercato digitale a livello regionale – commenta il presidente Anitec-Assinform, Marco Gay. La dimensione territoriale è fondamentale per il settore dell’ICT, protagonista indiscusso della competitività dell’intero Paese e delle politiche di attuazione del PNRR. Nel contesto di estrema incertezza in cui ci troviamo abbiamo bisogno di creare aggregazioni sinergiche tra i protagonisti del digitale, soprattutto sui territori. E questo studio può fornire il punto di partenza per progettare ecosistemi sinergici e competitivi”.
Protagonisti della crescita del mercato digitale in Puglia sono la Pubblica Amministrazione – che nel 2021 cresce con un tasso di crescita del 16%, trend che rimarrà tale anche nel prossimo triennio – e la Sanità (+9%), i settori più dinamici interessati dall’ammodernamento tecnologico delle infrastrutture e dei servizi offerti ai cittadini. Segue il settore dell’Industria, che ha registrato nel 2021 una ripresa degli investimenti (+7,4%) legati soprattutto alle esigenze di automatizzazione del comparto, soprattutto su linee produttive e logistica.
Rispetto alla media nazionale, nel Mezzogiorno e in Puglia la presenza di personale ICT è nettamente meno diffusa. Meno di un quinto (22,7%) delle posizioni aperte e pubblicate sul web nel Mezzogiorno (Sud e Isole) riguarda professioni ICT: nel 2021 si cercavano 1.844 unità. La figura più richiesta è quella del Developer (sviluppatore software), seguono il Digital Consultant, il Digital Media Specialist e il System Analyst. Nel 2020, al netto delle cessazioni, sono state assunte 1.095 persone.
“Il rapporto “Il Digitale in Puglia 2022” propone un’analisi trasversale della filiera ICT regionale sia per quanto riguarda la domanda che per quanto riguarda l’offerta, mettendo in luce le potenzialità ma anche le criticità che si trovano ad affrontare gli imprenditori dell’ICT della nostra regione, sia grandi imprese, che PMI – dichiara Gianni Sebastiano, CSO di Exprivia, past president e coordinatore del progetto Osservatorio ICT del Distretto dell’Informatica. Il rapporto, redatto con la medesima metodologia adottata a livello nazionale, evidenzia come nell’alta formazione specialistica la Puglia vanta ottimi risultati, frutto della sinergia tra pubblico e privato, come mostra la recente costituzione di Mete Business School da parte del Politecnico di Bari, Exprivia, Confindustria e ANCE”
A differenza delle dinamiche nazionali, che evidenziano una forte carenza di diplomati rispetto alla domanda delle imprese, in Puglia il numero di diplomati informatici della scuola secondaria ha superato nel 2019 il totale complessivo delle posizioni aperte regionali.
Inoltre, si registra una crescita annua nel 2021 superiore al 90% dei diplomati degli Istituti Tecnici Superiori in ambito Information and Communication Technology, una dinamica di sviluppo molto sostenuta rispetto a quella nazionale (+35%), frutto della sinergia tra pubblico e privato. Per quanto riguarda invece l’istruzione universitaria, la quota di laureati in discipline scientifico-tecnologiche (STEM) rispetto alla popolazione è in linea con la media nazionale (il 12% dei laureati in Puglia è in ambito informatico).
Dal rapporto elaborato da Anitec – Assinform risulta positivo il tasso di natalità delle imprese ICT e in continua riduzione invece quello di mortalità, con le imprese ICT in Puglia (7.815 registrate nel 2021) che, però, rappresentano solo il 2% di tutte quelle censite sul territorio regionale e con la maggior parte (96% del totale) rappresentate da microimprese (0 – 9 addetti). Si evince, inoltre, che la quota di start up e PMI innovative tra le varie imprese ICT è decisamente inferiore rispetto alle altre regioni: in Puglia sono il 4,7% del totale delle imprese ICT contro il 29,7% della Lombardia.
“Il nostro Distretto ha creduto e investito sin dal 2018 nella realizzazione di un Rapporto annuale sullo stato dell’ICT in Puglia nella convinzione che sia necessario orientare strategicamente le politiche di sviluppo del sistema ICT pugliese, di cui la Regione vanta una lunga tradizione, partendo da solide basi numeriche e metodologiche. L’edizione 2022 del Rapporto, realizzato insieme ad Anitec-Assinform, rappresenta un ulteriore salto di qualità del nostro impegno per il territorio in un periodo cruciale per lo sviluppo del sistema ICT Pugliese inserendo, al contempo, questa iniziativa in una più ampia cornice nazionale. Ci auguriamo che il Rapporto possa contribuire ad orientare le politiche di sviluppo di imprese, stakeholder regionali e Governo regionale”, ha commentato il presidente del Distretto dell’Informatica pugliese, Salvatore Latronico.
Tra i vari indicatori evidenziati dal rapporto in cui si percepisce il più ampio divario rispetto ai dati nazionali vi è quello del numero degli addetti che utilizzano Internet, almeno una volta alla settimana, nelle aziende pugliesi con oltre 10 dipendenti e che si attesta al 38,6% rispetto al 53,2% su scala nazionale. Questo, verosimilmente, per la struttura imprenditoriale della regione in cui i settori dell’agroalimentare e del manifatturiero hanno un peso maggiore e presentano minori esigenze di collegarsi alla rete. Un dato molto positivo riguarda, invece, la percentuale di fatturato realizzato tramite i canali web: la Puglia si piazza al quinto posto in Italia, dopo la provincia autonoma di Bolzano, il Trentino- Alto Adige, il Molise e la Sardegna.
Altro aspetto peculiare evidenziato dal rapporto regionale Anitec-Assinform, riguarda la domanda di acquisti ICT da parte del sistema pubblico pugliese che, tra il 2018 e il 2021, è stata pari a 161 milioni di euro contro i 9 miliardi del dato nazionale, coprendo a stento il 2% della domanda totale in Italia; nello specifico, in Puglia i Comuni e gli enti sanitari contribuiscono con poco oltre il 60% al numero e agli importi complessivi delle procedure di gara.