Il D.L. inizia il suo percorso per essere convertito in legge. Nato per semplificare l’iter burocratico in diversi settori e rilanciare l’economia, non è stato recepito a pieni voti da tutte le associazioni ed è stato contestato soprattutto da Inu “Istituto Nazionale di Urbanistica” e dal Cnappc “Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori”.
Il decreto spazia tra diversi settori quali la sanatoria catastale, le spiagge, le nuove procedure per la detrazione edilizia del 36%, gli appalti, l’edilizia privata e la riproposizione del piano casa.
La sanatoria catastale slitta al due luglio con un aumento delle sanzioni che sono state quadruplicate, e saranno a carico di coloro che non hanno dichiarato all’Agenzia del Territorio gli immobili sconosciuti al Catasto, modificati o che hanno perso il requisito di ruralità, il tutto era già previsto nel decreto sul federalismo fiscale.
L’articolo 3 del D.L. prevede nei territori costieri la possibilità di creare i distretti turistici alberghieri, che costituiscono “Zone a burocrazia Zero”, ed inoltre si incentiva la realizzazione di approdi turistici e di porti. Per ciò che concerne le spiagge, viene rimodulato a 20 anni la durata del diritto di superficie e delle concessioni sugli arenili. Le edificazioni esistenti su spiaggia, arenile, possono essere mantenute esclusivamente in diritto di superficie, a meno che non siano già di proprietà privata, regolarmente accatastate. Allo stesso modo l’attività edilizia è prevista solo in diritto di superficie e nel rispetto della normativa vigente.
Questo punto aveva generato dissapore da parte dell’Inu che con un comunicato stampa del 9 maggio ha sostenuto che la sostanziale privatizzazione di tali aree eliminerebbe per un periodo assai lungo, novanta anni appunto, qualsiasi forma di concorrenza per la ricerca delle migliori soluzioni d’uso e di tutele per tali parti fondamentali del nostro territorio, che sono anche componenti primarie del nostro paesaggio. Successivamente il governo democraticamente ha abbassato la soglia dai 90 ai 20 anni previsti nel D.L.
La nuova procedura per la detrazione edilizia del 36%, per la ristrutturazione edilizia con opere di efficientamento energetico, prevede per i soggetti che intendano avvalersi della suddetta detrazione di non essere più obbligati a comunicare all’Agenzia delle Entrate di Pescara l’avvio della procedura. Tutte le informazioni che identificano catastalmente l’immobile, devono essere indicate nella dichiarazione dei redditi.
Una delle principali novità del D.L. riguarda l’elevamento delle soglie degli appalti di lavoro. La procedura negoziata, previa pubblicazione del bando di gara, è estesa ai lavori di importo superiori al milione di euro, mentre per la procedura negoziata, senza pubblicazione del bando di gara, la soglia si eleva ai lavori che non superano il milione di euro come importo. Per consentire trasparenza e concorrenza, l’invito dovrà essere rivolto almeno a dieci imprese per lavori di importo superiore a 500 mila euro e ad almeno a 5 operatori per lavori di importo inferiore.
In edilizia privata si prevede il rilascio del permesso di costruire anche con il silenzio assenso, tranne nel casi in cui sussistano vincoli paesaggistici, culturali e ambientali, mirando anche ad una riduzione della tempistica burocratica dovuta, molto spesso, al lassismo dei dirigenti tecnici comunali.
La segnalazione certificata di inizio attività “SCIA” subisce una riduzione dei tempi per il controllo ex-post, passando da 60 a 30 giorni.
Il D.L. ripropone, inoltre, il Piano Casa con la richiesta alle Regioni di approvare entro 60 giorni specifiche leggi per incentivare la riqualificazione delle aree urbane degradate e la razionalizzazione del patrimonio edilizio. Fino all’approvazione delle norme locali, per le destinazioni d’uso residenziali è previsto un premio volumetrico del 20%, mentre per quelle a destinazione d’uso diversa un premio del 10%. Le due Regioni al Top per le domande presentate per il Piano Casa sono la Sardegna con 5 mila domande al 14 dicembre 2010 e il Veneto con 12 mila domande al 9 novembre 2010, mentre la Puglia è l’ultima con 18 domande (presentate, tra l’altro, solo a Bari) al 14 ottobre 2010, da una nota di Piano Casa Tour Edilportale 2010. Il Piano Casa era ed è uno strumento che può rilanciare l’economia locale se utilizzato da amministratori capaci e competenti, vedesi il Veneto e la Sardegna con una giunta di centro destra, a differenza della Puglia.
Si spera che questo D.L. possa andare a velocizzare la burocrazia italiana basata sul lassismo e sul vecchio sistema socialista che oggi giorno stiamo ancora pagando. Non è possibile che un soggetto privato che deve investire su un progetto debba attendere anni per poter edificare, sintomo che questo vecchio sistema non genera né ricchezza né sviluppo, ma solo ed unicamente clientelismo che a noi italiani non serve.
Questo D.L. può consentire una boccata d’aria per tutti quei soggetti che vogliono andare avanti e far crescere economicamente la nostra bell’Italia.
di Orazio Buonamico