Si è tenuto venerdì scorso, presso il Castello Ducale di Torremaggiore, il convegno dal tema la Peranzana dell’Alta Daunia – l’oliva DOP alla conquista dei mercati, promosso e organizzato dal Consorzio Peranzana Alta Daunia, Unaprol, Coldiretti e Aprol Foggia.
L’evento rappresenta il primo passo di un “percorso virtuoso” che fa leva su un programma di qualificazione e valorizzazione della nota varietà autoctona a conferma dell’evidente apprezzamento di mercato ottenuto negli ultimi anni anche nei mercati internazionali.
Un importante contributo è arrivato anche dalla ricerca scientifica attraverso affermate Università italiane che ha permesso di raggiungere i primi obiettivi inerenti la caratterizzazione degli aspetti salutistici-nutrizionali e sensoriali dell’oliva. Si ricorda che la varietà ha già ottenuto il riconoscimento di “prodotto tradizionale” con Decreto Mipaaf n. 8663 del 5/06/2009 che ha ufficializzato il suo inserimento fra i 220 prodotti tradizionali pugliesi come oliva “Peranzana da tavola di Torremaggiore”.
In tal senso il Consorzio ha inteso concretizzare l’azione di valorizzazione e tutela della qualità delle olive e dell’olio e.v. “Peranzana” promuovendo la costituzione di un Comitato Promotore rappresentativo dell’intero territorio in grado di coordinare le procedure relative alla richiesta di riconoscimento dell’oliva da tavola a D.O.P.. In un secondo momento, per la registrazione del marchio collettivo geografico, il Comitato si trasformerà in una associazione regolarmente costituita che avrà il compito di rendere operative le procedure previste ai sensi del Reg. CE 510/06 smi e Reg. (CE) n. 628/2008 smi.
Il primo ente firmatario del protocollo d’intesa è stata la Regione Puglia attraverso l’Assessore all’Agricoltura Dario Stefano a cui è seguita la firma della Senatrice Mongiello, già relatrice del disegno legge 3211 (Mongiello – Scarpa), provvedimento normativo che reca le norme sulla qualità e trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini
(salva Made in Italy) e in corso di approvazione dal Parlamento. In seguito le firme del Sindaco di Torremaggiore Di Iorio, in qualità di ente capofila, per Unaprol, il direttore Sandali, per la Feder. Coldiretti il presidente Salcuni e il Direttore Donnini, per Aprol Foggia il presidente Medina altri enti e aziende agricole presenti. Inoltre hanno supportato l’iniziativa e aderito al Comitato Promotore per la DOP i comuni di Serracapriola, Apricena, Chieuti, Lucera e Poggio Imperiale.
L’Italia indossa la maglia rosa per il numero gli oli extra vergini di oliva Dop e Igp riconosciuti dalla U. Europea ma non per quello delle olive da tavola. Su 116 oli di oliva a dop e igp nella UE l’Italia ne rappresenta 43, pari al 40%; la percentuale scende drasticamente per le olive da tavola. Il nostro Paese si conferma terzo produttore in ambito UE, dopo Spagna e Grecia e con appena 3 DOP di olive da tavola riconosciute: la Bella della Daunia in Puglia, la Nocellara del Belice in Sicilia e l’Oliva ascolana del Piceno in Abruzzo e Marche. Il 35% circa della produzione proviene da cultivar da tavola, la restante parte da cultivar a duplice attitudine la cui utilizzazione è estremamente variabile in dipendenza della domanda di mercato e dell’andamento stagionale.
Il quadro nazionale vede Sicilia e Puglia regioni leader nella produzione di olive da tavola, rispettivamente per il 44% e il 25% circa. Gli ultimi dati Istat disponibili riportano per il 2011 una produzione di olive da tavola, sempre a livello nazionale, pari a circa 76.000 ton. a fronte di un consumo di circa 125 mila ton (il 58% viene importato da Spagna, Grecia, Tunisia e Marocco) dato che dimostra come l’Italia, pur essendo uno dei principali Paesi consumatori, attribuisca al settore delle olive da tavola un ruolo ancora marginale.
Nel nostro Paese operano circa 300 industrie di trasformazione di olive da mensa, di queste circa il 30% confeziona il prodotto. In generale si tratta di imprese di ridotte dimensioni: circa il 60% degli impianti ha una potenzialità di lavorazione e di stoccaggio sotto i 2.000 q.li, mentre solo il 10% di esse presenta capacità maggiori ai 5.000 q.li.
E’ ormai riconosciuto che l’oliva da tavola Peranzana presenta un elevato potenziale commerciale tale da renderla una valida alternativa reddituale per gli olivicoltori del territorio e pertanto l’obiettivo del riconoscimento a DOP riveste un duplice significato di valorizzazione del sistema “oliva – olio”, quale binomio sinergico che porterà ad un auspicabile valore aggiunto utile ad accrescere l’immagine del territorio e la competitività delle sue imprese nei mercati internazionali.