La Fiat ha acquisito il 50% della nota azienda emiliana Vm Motori SPA, specializzata nell’engineering e produzione di motori diesel non solo per il settore automobilistico, ma anche per usi industriali, agricoli, stazionari e marini; l’altro 50% è in mano alla GM, già partner industriale e societario del Lingotto. I motori prodotti vanno da due a sei cilindri raffreddati ad aria o a liquido ed anche common rail.
GM e Fiat Powertrain Technologies gestiranno congiuntamente VM, mentre entrambi gli azionisti continueranno a portare avanti le loro relazioni commerciali con VM, compresi i servizi di engineering e fornitura di motori diesel.
La VM ha fornito i suoi propulsori ai maggiori costruttori automobilistici, iniziò con un 2.0 Turbo Diesel con iniezione indiretta per l’Alfa Romeo Alfetta nel 1979, ma successivamente ha equipaggiato anche le seguenti marche: Alfa Romeo, Toyota, Opel, Rover, Chrysler, Dodge,Jeep, Ford, Mercedes-Benz, General Motors ed anche i marchi russi GAZ e UAZ.
Una azienda italiana che ha fornito quasi tutti i maggiori costruttori, conosciuta dagli esperti del settore e dagli appassionati ma poco dal pubblico che avrà acquistato una vettura tedesca o americana senza sapere che c’era un cuore tutto italiano.
La Fiat non aveva in Casa motori diesel di grossa cilindrata superiori al 2.4 cc e l’acquisizione del 50% dell’azienda emiliana segna un altro traguardo per il Lingotto. La prossima applicazione del nuovo 3.0L V6 Diesel Common Rail della VM con omologazione Euro 5 la vedremo sulla Lancia Thema; debutterà al Salone di Ginevra agli inizi di marzo con step di potenza da 190 e 224 cv ma che vedremo in concessionaria da ottobre 2011. Questo propulsore sarà successivamente montato su altre vetture del gruppo Fiat Chrysler tra cui: Jeep Grand Cherokee, il nuovo Suv dell’Alfa Romeo e la Nuova Giulia che debutteranno il prossimo anno e la Chrysler 300 per gli USA.
Questo propulsore Made in Italy andrà ovviamente anche sulle auto della galassia GM tra cui Cadillac, Chevrolet e Opel….la riduzione dei costi nel settore automotive non perdona… anche a costo di una identità motoristica che un po’ per volta sta scomparendo e per sempre ma che evidenzia anche in questo periodo di crisi che l’eccellenza motoristica italiana non è al tramonto.
di Michele Antonucci