Le imprese vitivinicole del Mezzogiorno sono pronte per la sfida dell’export. Se infatti negli ultimi dieci anni si è assistito a una riduzione delle superfici dedicate alla coltivazione di vini (anche per quanto riguarda i vini DOC) e la produzione di vino ha visto un periodo di netta contrazione (in linea con quella che ha toccato tutto il Paese), il mercato vitivinicolo rappresenta un’opportunità da sviluppare ulteriormente in termini di valore prodotto.
La produzione di vino al Sud in generale e in Puglia in particolare nel 2012 si stima sia cresciuta dell’8% rispetto all’anno precedente, che ha presentato il dato peggiore degli ultimi cinque anni. La produzione pugliese ha contribuito alla positiva performance del sud Italia in controtendenza rispetto al trend nazionale di decrescita della produzione.
Di questi scenari ma anche di case history di successo si è discusso questa mattina al “Forum Economie Filiera Vitivinicola del Sud Italia” che si è tenuto a Barletta, nella cantina dell’azienda Vigne di Rasciatano, nel corso di una tavola rotonda alla quale hanno preso parte Fabio Montuori, responsabile Sector insight & supply chain di UniCredit, Rosa Rossini, ricercatrice consorzio AASTER Associazione agenti per lo sviluppo del territorio, Luigi Rubino, presidente Consorzio Puglia best wine, Giancarlo Voglino, managing director I.E.M. International exhibition management e coordinatore dell’Istituto Grandi marchi, Antonio Prota, presidente del Consorzio Cento masserie e Franco Felici, deputy regional manager di UniCredit per il Sud.
A trarre le conclusioni Felice Delle Femine, regional manager di UniCredit per il Sud Italia.
Si stima che nel 2013 il consumo mondiale di vino supererà la produzione. Le stime per il 2012, vedono infatti un calo della produzione mondiale nell’ordine del 6% per un totale di 248 milioni di ettolitri. Anche l’Italia segue il trend negativo con una diminuzione stimata del vino prodotto del 3,4%, arrivando a 40,8 milioni di ettolitri. Nonostante ciò, nel 2012 l’Italia riconquista la leadership mondiale come produttore con una quota del 16,5%, tornando così davanti alla Francia, che nel 2011 le aveva strappato il primato della quantità.
Il mercato vitivinicolo rappresenta per l’Italia, primo paese produttore ed esportatore al mondo, un’opportunità da sviluppare ulteriormente in termini di valore prodotto. Le aziende vitivinicole della Puglia sembrano essere pronte a cogliere quest’opportunità. L’export del settore, che aveva infatti fatto registrare un leggero rallentamento nel periodo tra il 2010 e il 2011, con una crescita del 11,4% a fronte di un +12,8% dell’anno precedente, mostra nel periodo 2011-2012 segnali di ripresa di netta ripresa toccando punte di quasi il 24%.
La produzione di vino pugliese nel 2012 si stima sia cresciuta dell’8% rispetto all’anno precedente, che ha presentato il dato peggiore degli ultimi cinque anni. La produzione pugliese ha contribuito alla positiva performance del sud Italia in controtendenza rispetto al trend nazionale di decrescita della produzione. Risulta invece ancora poco conosciuto il vino pugliese nei paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) e con ampi margini di miglioramento nel primo mercato per valore, gli Stati Uniti.
Il vino pugliese è sempre più un vino di qualità (56%), ma ancora sotto la media nazionale (67%). La produzione dei vini generici è ancora la più elevata a livello nazionale (circa il 20% del totale). Le IGT “Salento” e “Puglia” nel 2011 si sono posizionate al quarto e settimo posto della classifica delle IGT rispettivamente con 1milione di ettolitri e 0,7milioni di ettolitri.
La Puglia vanta 26 etichette DOC, 4 DOCG e 6 etichette IGT, tuttavia la produzione IGT è doppia della DOC/DOCG. Da una rilevazione di Assoenologi il 40% delle etichette DOC/DOCG/IGT di vino rosato venduto è pugliese per un valore di circa 48 milioni di euro.
«In un contesto come quello attuale, le aziende meridionali oggi – ha commentato Felice Delle Femine, regional manager per il sud Italia di UniCredit – stanno mostrando capacità di reazione, specie quelle che puntano all’internazionalizzazione. L’export rappresenta un canale fondamentale per l’eccellenza vitivinicola locale. Tra i paesi che maggiormente apprezzano la nostra produzione spiccano Germania, Austria, Olanda e Danimarca. Ma non bisogna cullarsi sugli allori, è infatti necessario puntare oltre che sull’internazionalizzazione, su innovazione, marketing di territorio, capacità di aggregazione, di fare rete ed eno-turismo. I nostri dati testimoniano che gli imprenditori sono pronti ad affrontare queste sfide e il nostro gruppo sta lavorando per essere al loro fianco: infatti, nell’ambito del Piano triennale di UniCredit per i Territori, dal 2012 ad oggi, al Sud sono stati erogati oltre 1,4 mld di euro, sono state finanziate 1.500 start-up e 650 aziende sono state accompagnate all’estero. Di recente, inoltre, abbiamo lanciato il progetto “UniCredit International per il Vino”, con un’offerta dedicata di servizi e prodotti a supporto del processo di internazionalizzazione delle aziende vitivinicole».