La legge è dell’aprile 2009, ma se ne è discusso oggi a Foggia presso la Camera di Commercio. Si è parlato di un nuovo strumento e cioè quello del contratto di rete che consente in maniera abbastanza snella alle imprese piccole e medie di mettersi insieme per puntare sia all’aggregazione per la proposta sui mercati, ma anche all’innovazione.
“Con il contratto di rete due o più imprese si obbligano ad esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nei rispettivi oggetti sociali allo scopo di accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato. Il contratto e` redatto per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, e deve indicare:
a) la denominazione sociale delle imprese aderenti alla rete;
b) l`indicazione delle attivita` comuni poste a base della rete;
c) l`individuazione di un programma di rete, che contenga l`enunciazione dei diritti e degli obblighi assunti da ciascuna impresa partecipante e le modalità di realizzazione dello scopo comune da perseguirsi attraverso l`istituzione di un fondo patrimoniale comune, in relazione al quale sono stabiliti i criteri di valutazione dei conferimenti che ciascun contraente si obbliga ad eseguire per la sua costituzione e le relative modalità di gestione, ovvero mediante ricorso alla costituzione da parte di ciascun contraente di un patrimonio destinato all`affare, ai sensi dell`articolo 2447-bis, primo comma, lettera a) del codice civile;
d) la durata del contratto e le relative ipotesi di recesso;
e) l`organo comune incaricato di eseguire il programma di rete, i suoi poteri anche di rappresentanza e le modalità di partecipazione di ogni impresa alla attività dell`organo.
4-quater. Il contratto di rete e` iscritto nel registro delle imprese ove hanno sede le imprese contraenti”
Oggi più di ieri è fondamentale che le imprese provino a mettersi insieme per affrontare le nuove sfide del mercato globalizzato e allo stesso tempo per ottenere tutta una serie di agevolazione che sono state previste dal Ministero per lo Sviluppo Economico.
Le agevolazioni prevedono una defiscalizzazione degli oneri sul patrimonio comune o su quanto accantonato grazie al progetto comune di impresa fino ad un massimo di un milione di euro e fino al 31 dicembre 2012 e in ogni caso non oltre la durata dell’attività in rete.
Gli strumenti sono molto più agili di quelli di un consorzio o di un’ATI. Sempre il Ministero dello Sviluppo Economico ha previsto sui propri bandi in emissione o appena emessi delle riserve finanziarie proprio per le reti di imprese , più tutta una serie di agevolazioni amministrative, di agevolazioni su progetti di innovazione industriale o di introduzione della banda larga.
Insomma il messaggio che viene da Foggia dalla Camera di Commercio, da Confindustria, da Unicredit è che per crescere bisogna fare rete.