La campagna piange, i raccolti nell’estate 2012 segneranno il punto storico forse più basso degli ultimi cinque anni. Dal pomodoro, all’uva, agli ortaggi, agli uliveti e al settore della zootecnia, le stime evidenziano una riduzione incontrovertibile delle rese su tutto il territorio provinciale. Siamo nell’ordine del 50% per il pomodoro, del 20-30% per le altre colture. Il combinato afa-siccità ha inflitto un duro colpo ai bilanci delle aziende con ricadute notevoli sul valore aggiunto dell’economia locale. A rischio anche le esportazioni di prodotti ortofrutticoli, segmento dove la Capitanata è tradizionalmente forte nei paesi del Nord Europa.
Per questo Confagricoltura plaude al vertice convocato dall’Ispettorato provinciale Alimentazione della Regione Puglia, in programma martedì 28 agosto in Provincia. E’ arrivato il momento, infatti, di chiarire e se possibile sciogliere i nodi venuti al pettine da diverso tempo ormai sulle condizioni di un’agricoltura ricca, ma sempre più spesso bistrattata. “Lo abbiamo denunciato sin dai primi di luglio che la stagione sarebbe stata difficile – sottolinea Alfredo Giordano, direttore di Confagricoltura Foggia – tanto è vero che attraverso la nostra presidenza regionale inoltrammo richiesta all’assessorato regionale competente per il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Una richiesta che oggi diventa sollecitazione alla luce dei danni anche indotti che la nostra agricoltura continua a subire. Le industrie di trasformazione – puntualizza Giordano – non possono richiedere ai nostri produttori l’applicazione della penale sul prezzo finale del prodotto conferito perché le condizioni climatiche, che sono un dato oggettivo hanno determinato un notevolissimo reale calo della produzione. Questo è un comportamento oltremodo arrogante se già si considera che il prezzo riconosciuto agli agricoltori è molto al disotto rispetto ai costi di produzione. Costi che nell’ultima fase della raccolta sono aumentati – ricorda il direttore di Confagricoltura Foggia – tenuto conto che le condizioni climatiche hanno fortemente ostacolato la stessa raccolta meccanica del prodotto e quindi in molte situazioni si è dunque dovuto fare ricorso alla raccolta manuale che ha comportato un aggravio dei costi a esclusivo carico delle aziende agricole”.
Il vertice del 28 sarà anche l’occasione per fare il punto sulle verifiche sul campo da parte degli ispettori dell’assessorato regionale all’Agricoltura. La stima del 30% di calo di prodotto sul pomodoro da industria appare, infatti, riduttiva a parere di Confagricoltura. “A campagna ormai quasi ultimata, tenuto conto che non c’è più acqua per le seconde colture – ammonisce Giordano – siamo nelle condizioni di poter dire che la riduzione di prodotto sul pomodoro quest’anno ammonti al 50% delle superfici coltivate”.