L’Italia è al primo posto in Europa per presenza di business angel donne con una percentuale dell’11,5%. E’ quanto emerge dall’analisi di Italian Angels for Growth, il principale network di business angel italiano, presentata durante la riunione annuale a Roma. All’interno del network di IAG, che nel 2017 è stato classificato come uno dei 5 maggiori investitori di venture capital in Italia, la percentuale femminile arriva al 16% con 26 donne su 163 soci attivi. Sul fronte internazionale, al secondo posto della classifica europea si trova la Francia con una percentuale femminile dell’11%, seguita dal Regno Unito dove le donne costituiscono il 9% del totale di business angel. Situazione analoga in Spagna (9%).
“La presenza di donne, sia in ambito imprenditoriale che di finanziamenti – commenta Antonio Leone, presidente di IAG – registra dati lusinghieri per il mercato italiano e nei prossimi anni è prevista una crescita di questi valori, in quanto numerose associazioni di business angels si pongono come obiettivo quello di aumentare il numero di donne tra i loro soci, Italian Angels for Growth in primis, per anticipare l’evoluzione socio-culturale in atto in un senso di maggiore apertura alla componente femminile nel mondo degli investimenti”.
Sul fronte startup, in Italia (European Startup Monitor) la presenza di donne tra le fondatrici raggiunge il 22% e questa frequenza si riflette in buona misura anche nell’esperienza di IAG: le startup nelle quali i soci di IAG hanno deciso di investire sono, infatti, nel 19% dei casi fondate o co-fondate da donne. A livello europeo la percentuale più alta si registra nel Regno Unito, dove le founders sono il 33,3%. Terzo e quarto posto sono occupati da Israele e Francia con il 18.8% e il 17,1% mentre in Spagna la percentuale scende al 13,9%.
“In Israele per le donne imprenditrici – spiega Efrat Dayagi, founder del programma di mentorship Women2Women di Tel-Aviv e ospite del convegno “Angel investing…è un mestiere per donne”, che svi svolge oggi a Roma – l’ostacolo maggiore è rappresentato dalla raccolta di finanziamenti per le startup. Non ci sono sussidi statali per le donne e solo il 5% delle founders è riuscita ad attrarre investimenti esterni negli ultimi anni. Nonostante questo stanno nascendo numerose comunità di supporto per le donne che vogliono essere imprenditrici”.
Durante il convegno, Carolina Gianardi, socia di IAG, ha ribadito come il network sia alla costante ricerca di imprese innovative da sostenere, e come una presenza femminile all’interno del team imprenditoriale spesso segnala una apertura al cambiamento e alla diversità che può rivelarsi una dote vincente nell’arduo percorso di crescita di una startup. Dal 2007 a oggi IAG è diventato sia il principale network di imprenditori e investitori, sia il più attivo selezionatore di start up in Italia. In poco più di 10 anni i suoi soci hanno investito 22 milioni di euro, ponendo le basi per una raccolta di ulteriori 80 milioni. I membri dell’associazione mettono a disposizione le proprie competenze tecnologiche, industriali e manageriali per portare avanti le 5 fasi della rigorosa selezione prima di arrivare al finanziamento ma anche per supportare concretamente le startup che vengono esaminate.
Il business angel, o investitore informale in capitale di rischio, è una persona che si appassiona a una startup, la finanzia e l’aiuta, portando, oltre al capitale, la propria esperienza, conoscenze, contatti. Il business angel a differenza dei fondi di investimento investe risorse proprie e spesso la sua motivazione non è esclusivamente finanziaria.