«Il Patto di stabilità interno ha determinato negli ultimi anni una progressiva riduzione degli investimenti a livello locale e un aumento dei ritardati pagamenti alle imprese di costruzione, a fronte di lavori pubblici regolarmente eseguiti. Questo sta mettendo a rischio la sopravvivenza di numerose imprese, già gravate dal progressivo razionamento del credito bancario e dalla pesante pressione fiscale».
Salvatore Matarrese, presidente Ance Puglia, al termine dell’incontro che i rappresentanti degli Stati generali delle costruzioni hanno avuto stamane con gli assessori Barbanente e Fratoianni, ricorda anche che «la Puglia è la regione italiana maggiormente interessata dall’applicazione del Patto di stabilità interno; è la prima Regione per percentuale di Comuni soggetti a Patto di stabilità, il 67% contro una media nazionale del 30%, e per numero di abitanti residenti in Comuni soggetti a Patto, il 95% contro una media nazionale dell’83%».
Tra l’altro, aggiunge Matarrese «si prevede un irrigidimento del Patto di stabilità con una riduzione dei nuovi investimenti e dei pagamenti per 154 milioni di euro per i Comuni pugliesi nel 2011. Nel Sud, le imprese di costruzioni subiscono ritardi medi di pagamento superiori ai 6 mesi, con punte oltre i 24 mesi».
«Per limitare gli effetti negativi del Patto di stabilità – annuncia Matarrese – Ance Puglia ha proposto oggi alla Regione di intervenire con la regionalizzazione del Patto, una soluzione improntata all’efficienza che ridistribuirebbe il peso del Patto di stabilità tra i vari enti locali, fermo restando gli obiettivi complessivi fissati per l’insieme degli enti regionali. In altre parole, si mettono a sistema i “Patti” definiti dal Ministero dell’Economia per ciascun ente: la Regione, le 6 Province e i circa 170 Comuni pugliesi soggetti a Patto».
«E’ una soluzione “a costo zero” – spiega Matarrese – prevista dalla normativa e preventivamente autorizzata dal Ministero dell’Economia che Piemonte ed Emilia Romagna hanno già praticato adottando una legge regionale sul patto. Così facendo si consentirebbe un aumento della capacità di spesa degli enti locali e uno sblocco dei pagamenti per opere pubbliche; nel solo 2009 la regionalizzazione avrebbe consentito nel 2009 di liberare immediatamente circa 87 milioni di euro per pagamenti alle imprese, evitato sanzioni per 19 Comuni inadempienti e consentito ulteriori 27 milioni di euro per nuove opere e pagamenti nel 2010».
«Un’altra possibilità offerta da alcune recenti modifiche apportate al regolamento del Fondo europeo di sviluppo regionale sulla quale abbiamo invitato la Regione ad attivarsi al più presto – aggiunge Matarrese – è quella di utilizzare fino al 3% delle risorse dei programmi operativi 2007-2013 finanziati con i fondi strutturali europei per finanziare interventi edilizi privati, nell’ambito di un approccio integrato a favore di comunità emarginate. In Puglia, la possibilità riguarda soprattutto i POR e potrebbero essere resi disponibili 157 milioni di euro».
«Infine abbiamo suggerito alla Regione – conclude Matarrese – di procedere con l’introduzione di coefficienti correttivi che premiano gli investimenti in infrastrutture già a partire dai primi mesi del 2012, così come previsto dal decreto-legge milleproroghe 2011».