Allianz Trade conferma un forte aumento delle insolvenze delle imprese a livello mondiale per il 2024 (+11%), con un ulteriore incremento del +2% nel 2025. In Italia +22% nel 2024 con oltre 9.200 casi di default attesi.
I punti salienti del report:
• Nel 2024 i Paesi che rappresentano più della metà del PIL mondiale saranno interessati da un aumento a doppia cifra delle insolvenze delle imprese.
• Oltre 2 milioni di posti di lavoro in Europa e Nord America potrebbero essere a rischio nel 2025.
• In Italia le insolvenze nel 2024 ripartiranno con una crescita a doppia cifra ma non raggiungeranno ancora i livelli pre-pandemia. Nel 2025 e 2026 proseguirà il trend di crescita delle insolvenze ma con minore intensità.
• Oltre 2 milioni di posti di lavoro in Europa e Nord America potrebbero essere a rischio nel 2025.
• In Italia le insolvenze nel 2024 ripartiranno con una crescita a doppia cifra ma non raggiungeranno ancora i livelli pre-pandemia. Nel 2025 e 2026 proseguirà il trend di crescita delle insolvenze ma con minore intensità.
Milano – Nel suo ultimo Report Globale sulle Insolvenze, Allianz Trade presenta una prospettiva più grigia per il panorama imprenditoriale globale, con un aumento delle insolvenze che dovrebbe toccare quota +11% nel 2024 – un incremento ancora più marcato di quanto precedentemente indicato dalle previsioni. Il rapporto evidenzia le tendenze e i rischi principali per le imprese di tutto il mondo, mentre l’economia globale è alle prese con una domanda fiacca, tensioni geopolitiche in corso e condizioni di finanziamento non uniformi.
Un’accelerazione globale più rapida del previsto
Quando a febbraio Allianz Trade ha pubblicato le sue prime previsioni sulle insolvenze a livello globale, la società prevedeva già un forte aumento nel 2024 (+9%), seguito da una stabilizzazione nel 2025. Tuttavia, i recenti sviluppi hanno portato a un quadro ancora più complicato, con un aumento del +11% previsto per quest’anno (+2 punti rispetto alla previsione precedente), cui seguirà nel 2025 un picco del +2% (+2 punti rispetto alla previsione precedente). Le insolvenze delle imprese non si stabilizzeranno, quindi, prima del 2026, e anche allora rimarranno su livelli elevati. Negli Stati Uniti, Allianz Trade prevede che le insolvenze aumenteranno del +12% nel 2025, per poi diminuire del -4% nel 2026. In Germania, si registrerà prima un aumento del +4% e poi un calo del -4% nel 2026. In Francia e nel Regno Unito vi sarà una leggera riduzione rispetto ai livelli molto elevati (-6% nel 2025 per entrambi, contro rispettivamente un -3% e -4% nel 2026), mentre, in Italia continueranno a crescere (rispettivamente del +4% e +3%). In Cina, infine, le insolvenze aziendali, che si attestano su livelli bassi, inizieranno ad aumentare rispettivamente del +5% e +6% nel 2025 e nel 2026
Più della metà del PIL mondiale sarà interessata da aumenti a doppia cifra
Da inizio anno, le insolvenze delle imprese sono già aumentate del +9%, con un incremento generalizzato a livello geografico e settoriale. Sul piano globale, l’indice di insolvenza 2024 di Allianz Trade dovrebbe raggiungere un +13% rispetto alla media 2016-2019, attestandosi comunque a -11% rispetto al livello registrato durante la crisi finanziaria globale . “L’andamento altalenante delle insolvenze aziendali a livello mondiale è in parte dovuto alla domanda globale ancora debole, alla persistente incertezza geopolitica e alle condizioni di finanziamento non uniformi. Ma può essere spiegato anche con le insolvenze ‘arretrate’, in quanto le aziende non sono più protette dalle misure di sostegno introdotte durante la pandemia e la crisi energetica. Per questo motivo, i Paesi che rappresentano più della metà del PIL globale saranno interessati da aumenti delle insolvenze a doppia cifra nel 2024, e due terzi di essi potrebbero superare i numeri pre-pandemia già quest’anno. L’edilizia, il commercio al dettaglio e i servizi sono stati i settori più colpiti, sia in termini di frequenza che di severità “, aggiunge Aylin Somersan Coqui, CEO di Allianz Trade.
In particolare, anche le insolvenze di grande valore economico hanno raggiunto un nuovo record, con l’Europa occidentale in testa a questa tendenza negativa, il che rappresenta anche una grave minaccia per l’occupazione, in particolare in Europa e in Nord America. Entro il 2025, oltre 2 milioni di posti di lavoro potrebbero essere a rischio in queste Regioni, segnando il livello più alto degli ultimi dieci anni.
I tassi d’interesse più bassi possono cambiare la situazione in cui si trovano le aziende?
Sebbene un graduale allentamento delle politiche monetarie possa offrire un po’ di sollievo, questo non risolverà i problemi delle imprese in difficoltà. I tassi di interesse più bassi riducono i costi di finanziamento, migliorano il flusso di cassa e aumentano la redditività ma non possono eliminare completamente le difficoltà finanziarie che si profilano per le aziende. “Le imprese hanno già ridotto la leva finanziaria e si sono adattate a tassi elevati. La nostra analisi suggerisce che nei Paesi in cui la relazione tra tassi d’interesse e insolvenze è più forte, una diminuzione di -1 punto dei tassi d’interesse di riferimento, entro l’autunno 2025, dovrebbe portare a una riduzione di -2 punti del trend delle insolvenze, grazie a margini più elevati (fino a +1 punto in Germania, +2,3 punti in Francia, +1,5 punti nel Regno Unito e +1,4 punti negli Stati Uniti). Tuttavia, ciò compenserebbe solo in minima parte l’aumento complessivo negli Stati Uniti, ad esempio, e rafforzerebbe il calo in Francia“, conclude Maxime Lemerle, Lead Analyst for Insolvency Research di Allianz Trade.
Italia: trend delle Insolvenze in costante aumento. Attesi 10.000 casi nel 2026
In Italia, la tendenza al rialzo delle insolvenze delle imprese sembra ben consolidata dopo gli ultimi anni volatili, con un’alternanza di forti cali (2020, 2022) e forti rimbalzi (2021, 2023). Come nel 2023, tutti i principali settori, tranne quello immobiliare, forniranno nel 2024 un contributo all’aumento delle insolvenze aziendali, con una numerosità significativa proveniente dal commercio (che rappresenta il 24% del risultato da inizio anno ad agosto 2024), dall’edilizia (18%), manifatturiero (17%) e dal settore hospitality (10%). Ci aspettiamo che questa tendenza continui in Italia, dove le insolvenze delle imprese sono ancora ben al di sotto del numero pre-pandemia (-17% alla fine del 2024), anche se il contesto giuridico creato dal “Codice della crisi e dell’insolvenza”, con la nuova procedura stragiudiziale, di fatto, limita il numero ufficiale delle insolvenze. L’accelerazione della crescita economica prevista per il 2025 e il 2026, rispetto al 2024, resterà tuttavia insufficiente a fermare il trend in questo orizzonte, spingendo le nostre aspettative a 9.700 casi per il 2025 (+4%) e 10.000 per il 2026 (+3%). |