\"\"Il vecchio Antoine Bernheim è piuttosto confuso e alquanto deluso dal precipitare degli eventi e dalla rapidità con cui irriconoscenza e smania di rinnovamento si confondono e pervadono la sua creatura triestina, in un vortice di comportamenti privi di rispetto e per alcuni aspetti tipici delle odierne e moderne generazioni.
 
E’ come quei nonni che per anni hanno amorevolmente accompagnato la crescita dei loro nipotini, e che si ostinano a volerli accudire anche quando sono ormai maggiorenni. Ha una certa difficoltà ad immagine le Generali affrancate dalla tutela francese. Resta sorpreso da un riconoscimento che non arriva dall’Italia, bensì dalla sua Francia, che gli attribuisce l’ambita Legion d’Onore. E pensa che siano in molti a volergli prematuramente mettere le pantofole da pensionato, alla veneranda età di 83 anni.
 
E’ abituato a pensare in termini di territori e domini d’autre mere. L’innata grandeure, tipica di ogni autentico esponente d’oltralpe, gli rende inconcepibile che il Leone di Trieste da tempo sia in grado di muoversi da solo, che abbia voglia di fare cose nuove e profittevoli per l’intera famiglia. Che abbia forza ed energia per correre i tempi e le sfide, che scaturiscono da una foresta molto più grande di quella mitteleuropea da lui finora abitata.
 
Preso dalle attenzioni incessanti profuse alla sua creatura e con lo sguardo rapito fisso su Trieste, non si è accorto che nel frattempo la Manica si è ristretta. Che Londra ormai è a due ore di treno da Parigi e che i rintocchi di Big Ben hanno detto “stop”. Qualcuno ha notato che il “Leone alato” non vola. Che gli emolumenti del nonno e la perdita di agilità sono come piombo nelle sue ali.
 
I mercati emergenti non parlano francese e se da Trieste il caffè Illy riesce a sfondare sulle piazze internazionali di mezzo mondo, è ora che anche prodotti assicurativi di prim’ordine, come quelli delle Generali, decollino e beneficino della marca Italia, contribuendo alla sua affermazione nelle regioni ad altissima densità di potenziali clienti.
 
Per farlo, bisogna decidersi. Prendere coraggio, lanciarsi e aprire il paracadute il più tardi possibile, perché il ritardo da recuperare è tanto. Ma nonno Antoine soffre di vertigini. Sarà bene che se ne faccia una ragione. Passare la mano sarà l’ultimo servizio, o meglio, l’unica attenzione che in questo momento potrebbe riservare alla storica e blasonata società triestina.
 
di Antonio V. Gelormini

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