Da qualche settimana la scena mediatica era orfana delle incursioni del Cavaliere. E quando questo accade, di solito, qualcosa bolle in pentola. A dar voce all’inconsueto silenzio dei giorni scorsi sono le ipotesi, sempre più realistiche, dell’arrivo del Cavaliere alla corte di Cesare Geronzi. Fininvest e Mediolanum figurano tra gli acquirenti del 9,39% di Mediobanca, messo sul mercato dopo la fusione di Unicredit con Capitalia.
Tra Presidenti ci si capisce al volo. Alla volpe di Arcore non c’è voluto molto per fiutare il momento propizio, per la realizzazione del vecchio progetto di conquistare una poltrona in velluto nel salotto di Mediobanca, a lungo inibito per volere prima di Cuccia e poi di Maranghi.
Insediatosi sull’ambito trono di piazzetta Cuccia, il romano a Milano potrebbe provare a ripetere quanto già fu in grado di realizzare nel patto di Capitalia. Sterilizzare l’influenza del socio principale, in quel caso l’Abn Amro, attraverso una fitta rete di alleanze con i soci minori, capace di garantirgli la libertà di manovra, a lungo cercata.
Questa volta il socio in questione non è straniero, bensì italiano ed è guidato da un osso duro come Alessandro Profumo. Unicredit/Capitalia (Unicapitalia), però, dopo la vendita del 9,39%, resterà sì primo socio di Mediobanca col restante 8,68%, ma attualmente è più concentrata a seguire l’evoluzione verso l’approccio internazionale della merchant bank italiana e del suo principale partecipato (Generali), piuttosto che essere presa dal bilancino degli equilibri della governance.
Dell’ingresso di Berlusconi in Mediobanca se ne parlava da un pezzo, ma che il suo arrivo potesse essere funzionale alla tessitura della tela di SpiderCesar non era scontato. La contestuale presenza di soci come Tarak Ben-Ammar e Vincent Bolloré dà l’idea della formazione che si appresta a scendere in campo. Ci sarà posto, alla fine, anche per Alessandro il Grande?
di Antonio V. Gelormini