Chi pensava, sette mesi fa, che avrebbe venduto la compagnia di bandiera italiana al prezzo e alle condizioni che potessero garantire tutti tranne l\’acquirente oggi si deve risvegliare da un sogno e rendersi conto che invece si tratta di un incubo.
Se l\’ALITALIA si trova nelle condizioni in cui si trova è perchè non è mai stata un\’azienda che guardava al mercato, ma un\’azienda legata al suo peccato originale di azienda di Stato fucina di posti di lavoro e di debiti facili risanati dalle casse dello Stato e quindi dai cittadini.
Oggi ci si rende conto che l\’Alitalia non poteva essere venduta a quelle condizioni tanto è vero che tutti i potenziali acquirenti hanno dato forfait.
Il Governo in tutto questo ha grandissime responsabilità perchè ha creduto alla chimera di un\’azienda che, a qualsiasi prezzo, potesse avere appeal. Così non è. Un\’azienda con un fardello così grosso di personale e di indebitamento non doveva essere messa sul mercato senza un minimo di flessibilità e di possibile trattativa con i potenziali acquirenti. Ora si dovrà, nella migliore delle ipotesi, scendere di prezzo e di pretese garantiste sulla ristrutturazione aziendale, oppure si dovrà mettere in liquidazione. In pratica regalare. Nel primo caso addio sogno di conservazione dei posti di lavoro e degli attuali privilegi, nel secondo caso andrà regalata al miglior offerente…
Non vogliamo pensare che il teorema Bonanni sia vero: "in tutti questi mesi forse si è lavorato per far fallire la trattativa". Certo è che anche questo risultato non può essere ascritto negli "ottimi" risultati di questo Governo e del Presidente Prodi.