Nel 2015 in Puglia le immatricolazioni di autobus sono diminuite del 13,5% rispetto al 2014. Se si prendono in considerazione le immatricolazioni di autobus con capienza fino a 30 posti, in Puglia vi è stata una crescita del 65%. Anche per le immatricolazioni di autobus con capienza superiore a 60 posti vi è stata una crescita (+129%), mentre vi è stato un calo per quanto riguarda le immatricolazioni di autobus con capienza compresa tra i 31 e i 60 posti (-51,9%). La provincia pugliese in cui vi è stata la maggior crescita delle immatricolazioni di autobus è Taranto (+966,7%), seguita da Barletta Trani (+150%), Lecce (+105,6%) e Brindisi (+23,1%). A Bari, invece, vi è stato un calo (-44,3%), così come a Foggia (-64,1%). Questi dati derivano da un’elaborazione dell’Osservatorio sulla Mobilità sostenibile di Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) sulla base di dati Aci.
Nel 2015 in Italia le immatricolazioni di autobus sono state 3.007, contro le 2.792 del 2014. Vi è dunque stato un aumento del 7,7%. Sono cresciute sia le immatricolazioni di autobus con capienza fino a 30 posti (+21,5%) sia quelle di autobus con capienza superiore a 60 posti (+9,1%), mentre sono in lieve flessione le immatricolazioni di autobus con capienza compresa tra i 31 e i 60 posti (-0,8%).
L’elaborazione dell’Osservatorio sulla Mobilità sostenibile di Airp fornisce anche il prospetto dell’evoluzione delle immatricolazioni di autobus a livello regionale, dalla quale emerge che la regione che nel 2015 è riuscita ad incrementare di più le immatricolazioni rispetto al 2014 è la Valle d’Aosta (+122,2%), seuguita in questa speciale graduatoria da Abruzzo (+120,4%), Toscana (+118,5%), Molise (+72,7%) e Lombardia (+42%). Bisogna precisare, però, che il risultato eccellente di alcune regioni, come la Valle d’Aosta e il Molise, è dovuto al fatto che con volumi ridotti di autobus immatricolati è più facile far registrare incrementi percentuali significativi. Agli ultimi posti della graduatoria, invece, si trovano Trentino Alto Adige (-54,7%), Sardegna (-45%), Marche (-42,5%), Liguria (-40%) e Friuli Venezia Giulia (-37,2%).
La crescita delle immatricolazioni di autobus in Italia è indubbiamente significativa e dimostra che nel nostro Paese questo comparto sta superando le difficoltà degli anni passati. La crescita è dovuta certamente alla ripresa dell’intera economia, che sta ripartendo dopo la grave crisi economica, ma anche alla necessità di sostituire i mezzi più datati e ancora in circolazione. Secondo i più recenti dati dell’Anfia, infatti, in Italia l’età media del parco circolante di autobus è di circa 13 anni, ben al di sopra dei 7,9 anni della Francia, dei 7,7 del Regno Unito e dei 6,9 della Germania. Questo dato, pertanto, rende il parco autobus nazionale particolarmente obsoleto, quindi più pericoloso e inquinante.
A questo proposito, sottolinea Airp, un contributo di rilievo per diminuire l’impatto ambientale dei veicoli in circolazione può venire dall’utilizzo di pneumatici ricostruiti. I pneumatici ricostruiti hanno infatti un’alta valenza ecologica, in quanto con la tecnologia della ricostruzione è possibile prolungare la vita dei pneumatici e ritardarne quindi lo smaltimento. Importanti sono anche i benefici in termini di risparmio economico, poiché l’impiego di ricostruiti consente un notevole risparmio rispetto all’acquisto di gomme nuove. Questo perché, come si accennava più sopra, la ricostruzione prevede il riutilizzo della struttura portante di pneumatici che hanno già avuto un primo ciclo di vita. Tutto ciò, naturalmente, senza rinunce in termini di qualità, affidabilità e sicurezza. La ricostruzione di pneumatici è disciplinata dalle rigorose norme europee Ece Onu 108 e 109 che regolano sia il controllo di prove, carico e velocità dei pneumatici, sia la verifica del processo produttivo e del sistema di qualità adottati dal ricostruttore.
(fonte newsletter econometrica.it)