“Vincenzo Bellini e Franz Schubert: maestri della melodia” è il titolo del concerto che il Bellini Festival presenta il 18 settembre, alle ore 21, nell’Auditorium delle Ciminiere, con la Provincia Regionale di Catania, che promuove l’evento nell’ambito della prestigiosa kermesse artistico culturale Etnafest2012. Protagonisti i prestigiosi Salzburger Solisten, con il soprano Karin Wolf-Bauer e il pianista Alejandro Picó-Leonís.
“Si rinnova ancora una volta il magnifico appuntamento con il Bellini Festival, che valorizza il compositore e la sua terra d’origine con un progetto di respiro internazionale. I l Bellini Festival ci stupirà anche questa volta- sottolinea il Presidente della Provincia Regionale di Catania Giuseppe Castiglione. “I grandi musicisti che stanno continuando ad onorare la figura del sommo compositore catanese riscuotono un successo sempre maggiore inorgogliendo i cittadini devoti alla loro terra e alla loro cultura”.
In effetti, il festival fondato a Catania dal regista e scenografo Enrico Castiglione, ha avviato, già dalla prima edizione del 2009, un’importante azione di rilancio internazionale della città, della provincia, dell’isola, puntando sull’enorme potenziale insito nella figura e nell’opera del Cigno etneo. Per la prima volta da Catania e dalla Sicilia è partita un’operazione a largo raggio nel segno di Vincenzo Bellini, indirizzata erga omnes grazie al linguaggio universale della musica. Nel 2009, il nuovo allestimento di Norma al Teatro Romano, firmato dallo stesso Castiglione, con June Anderson nel ruolo del titolo e Gregory Kunde in quello di Pollione, ha segnato il punto più alto del primo BF, che nelle successive tre edizioni ha consolidato i risultati in Italia e all’estero, grazie al successo delle produzioni e al loro impatto mediatico, amplificato dalla diffusione attraverso le maggiori emittenti mondiali.
Punto di forza del Bellini Festival è la qualità dei programmi e degli esecutori. Lo conferma la soirée musicale dei Salzburger Solisten, articolata in due parti, ciascuna delle quali sarà aperta da una coppia dei quattro “Improptus” di Schubert che compongono l’op. 90 D 899.
La prima parte è incentrata sulle arie da camera di Bellini, tanto vicine alla liederistica schubertiana e mittleuropea in genere. Si parte dall’arietta composta dall’autore ancora dodicenne, “La farfalletta” (1813, su versi attribuiti al fratello dell’adolescente Marianna Politi che ebbe con Vincenzo un legame affettuoso) fino alla maturità di una creazione come “L’abbandono” (1833-34, su versi di anonimo). La locandina comprende pure le più celebri “Dolente immagine di Fille mia” (1821-24, testo attribuito all’amata Maddalena Fumaroli o più probabilmente al suo insegnante di lettere Don Giulio Genoino) e “Vaga luna che inargenti” (1833, anonimo).
Seguiranno quattro delle “Sei ariette per Marianna Pollini”, (1827): la scelta è caduta su “Malinconia, ninfa gentile” (liriche di Pindemonte) e la terna “Ma rendi pur contento”, “Per pietà, bell’idol mio”, “Almen se non poss’io”, su testi tratti rispettivamente dai melodrammi metastasiani Ipermestra, Artaserse e La clemenza di Tito. L’album venne dedicato da Bellini alla moglie del musicista Francesco Pollini: atto d’omaggio alla copia che lo aveva accolto e accudito come un figlio, fin dal suo arrivo a Milano, dove avrebbe presto raggiunto fama imperitura.
La seconda parte del concerto è un incontro con le eroine disegnate dalla musica belliniana e dai versi di Felice Romani. Dalla “Sonnambula” (1831) rivivremo la scena di Amina al second’atto, mirabile sequenza di recitativo, aria e cabaletta, che racchiude l’infinito arco melodico di “Ah, non credea mirarti”.
Più drammatiche le emozioni che si riscontrano nei passi “Oh, s’io potessi ….Col sorriso d’innocenza…O Sole, ti vela!”, che segnano la follia di Imogene nel finale del “Pirata” (1827). Sublime melodia è anche “Angiol di pace”, che esprime catarsi e perdono in “Beatrice di Tenda” (1833), a conferma della connotazione che ieri come oggi contraddistingue le creazioni del mediterraneo Bellini.