Si svolge oggi a partire dalle ore 9,00 e per tutta la giornata nella Piazza Redentore nel quartiere Libertà di Bari l’iniziativa “Murales in Libertà” che vedrà due giovani artiste, Ember e Serena Grassi, realizzare un murale con pittura Sikkens e vernice spray sul tema dell’inclusione sociale.
Si tratta di una grande opera d’arte esplicativa e riassuntiva di un percorso di attività laboratoriali e culturali che ha visto comunità di migranti, associazioni e parrocchie che operano nel campo delle politiche migratorie e di integrazione nel Libertà – un quartiere importante per la città di Bari la cui evoluzione storica l’ha reso una frontiera interna al tessuto urbano, una periferia a due passi dal salotto del centro cittadino – mettersi in relazione e fare networking provando a trasformare l’area attraverso il dialogo e la condivisione dei propri bisogni. Questo, al fine di creare un comune senso di appartenenza al territorio e una visione di sviluppo fondata sulle aspirazioni e le necessità di chi lo vive.
L’iniziativa è sviluppata nell’ambito del progetto “Freedoors”, patrocinato e co-finanziato dal Comune di Bari, che ha lo scopo di contribuire al miglioramento del quartiere Libertà mediante azioni culturali, artistiche e di social innovation tramite un partenariato composto da Learning Cities Impresa Sociale, l’associazione Periplo e l’associazione capofila Dioubo, con sede in Bari.
Nello specifico, l’azione “Libertà in arte” è l’obiettivo curato da Learning Cities, che ha realizzato un percorso partecipativo coinvolgendo giovani e migranti del quartiere in un processo di ideazione per far emergere tematiche di loro interesse, con il duplice beneficio di stimolare l’inclusione sociale e la riqualificazione dello spazio urbano – mettendo in atto una pratica innovativa sul tema dell’integrazione, adottando sia l’approccio delle “comunità che apprendono” sia i princìpi del “design thinking” -.
L’idea del murale è frutto della collaborazione tra Learning Cities e il laboratorio dell’Università degli Studi di Bari – Orsù Innovation Lab – attraverso il quale un team di laureandi, coadiuvato da esperti del settore, ha “prototipato” il percorso di inclusione sperimentale, denominandolo “Murales in Libertà”.
Il team è diventato, poi, parte integrante del gruppo di lavoro Learning Cities e ha realizzato le azioni previste dal progetto intervistando oltre cinquanta migranti e residenti del quartiere Libertà, sulla qualità dei servizi offerti, su come hanno vissuto la fase di integrazione, ecc. mediante l’attuazione di laboratori interattivi di ricerca-azione, questionari e dibattiti.
Diverse fasi hanno scandito il percorso: una di mappatura e di contatto delle diverse associazioni di migranti o comunque interessate ai temi dell’integrazione; una laboratoriale in cui, attraverso un processo partecipativo basato su workshop co-organizzati con alcune delle suddette organizzazioni del quartiere, sono emerse problematiche e proposte; la fase successiva ha visto le idee elaborate per diventare temi su cui gli stessi partecipanti hanno realizzato delle piccole opere d’arte in base alle loro passioni o studi (disegni, dipinti, elaborati testuali); l’ultima si conclude con la realizzazione del murale nel quartiere Libertà – una grande opera d’arte simbolo di un dialogo e di una condivisione possibile di cui ogni singolo partecipante possa sentirsi autore -.
In ciascuna delle fasi sono stati coinvolte diverse organizzazioni, tra le quali la scuola di italiano per stranieri Penny Wirton, che ha supportato la realizzazione dei laboratori, anche mettendo a disposizione le proprie sedi; la Parrocchia Salesiana del SS. Redentore, che ha prima coinvolto alcuni ragazzi (del centro di formazione e aggiornamento professionale CNOS Fap Regione Puglia sede di Bari) nei laboratori e ha poi offerto il muro del proprio oratorio per la realizzazione del murale; il Distretto Produttivo dell’Industria Culturale Dialogoi che ha creato una connessione con le artiste formatesi presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce; e AkzoNobel Coatings SpA (con sede a Castelletto Sopra Ticino in provincia di Novara), a cui va un particolare ringraziamento per aver fornito le pitture Sikkens, usate dalle artiste per la realizzazione del murale.
«L’arte, in questo senso, diventa – commenta Antonio Massari, presidente di Learning Cities – veicolo di dialogo e scambio tra ragazzi della stessa generazione con background culturali differenti, e oggetto di identità e visibilità di un quartiere che non vuole essere ghettizzato e citato solo negli articoli di cronaca, ma che cerca riscatto con un simbolo di apertura e richiamo. Certo, l’emergenza Covid ha reso tutto più lungo e complesso, ma la disponibilità a mettersi in gioco su questi temi, del quartiere e dei migranti ivi residenti, si è ben percepita».