La vendita diretta a domicilio si conferma uno dei pochissimi settori che aprono le porte a chi, dopo un momento di crisi, vuole reinventarsi e rimettersi in gioco. È donna il 93,6% delle persone impiegate nella vendita diretta delle aziende Univendita, e operano negli ambiti più diversi: dai beni durevoli per la casa agli alimentari, dai beni di consumo ai cosmetici, per finire con i servizi.
«In anni di contrazione di consumi e di forte crisi per i canali tradizionali del commercio, la vendita diretta a domicilio ha rappresentato un’eccezione alla regola –sottolinea il presidente di Univendita Ciro Sinatra– e l’unica vera spiegazione di questo successo sono le persone. La ragione della crescita del nostro settore sta nella forza dell’economia di relazione, basata su un rapporto umano autentico, che genera un clima di fiducia positivo nei consumatori. Nel 2016 le nostre aziende hanno fatturato 1 miliardo 643 milioni di euro, crescendo del 2,5%. Hanno generato quasi 12 milioni di ordini, che si stima equivalgano a oltre 4milioni e 300mila clienti serviti. E hanno creato occupazione: le aziende associate Univendita contano 156mila venditori, +2,2% rispetto all’anno precedente».
Un esempio di successo al femminile è la storia di Erminia Ciampi, 44 anni, di Summonte (Avellino), che dopo molti anni a occuparsi di casa e figlie ha vissuto un momento difficile in famiglia e ha dovuto rimboccarsi le maniche. Il suo riscatto non è arrivato da un impiego con il posto fisso, ma da Jafra, azienda della vendita a domicilio di cosmetici, con la quale Erminia si è creata un giro di clienti affezionate. La sua storia è raccontata in un libro, Storie di vendita vissuta, che raccoglie le testimonianze di una quarantina di venditori delle aziende associate Univendita (Unione italiana vendita diretta) e che evidenzia il legame forte fra la professione della vendita diretta a domicilio e la persona che la esercita.
Come nel caso di Erminia Ciampi: «A essere sincera considero il mio impegno in Jafra più una missione che un lavoro –spiega–. Prima di ogni cosa io incontro, da persona, altre persone. Si parla, spesso le donne mi confidano cose non dette neppure a persone molto più vicine a loro. Mi trovo spesso davanti a persone che hanno i problemi che ho avuto io: io ne sono uscita e suggerisco come uscirne a loro volta». Trovare il successo con la vendita a domicilio –diventando prima consulente, poi capo gruppo e ora responsabile d’area per Napoli e Avellino– ha permesso a Erminia di togliersi grandi soddisfazioni non solo economiche ma anche personali. E allo stesso tempo è riuscita a gestire la famiglia, perché la vendita diretta è un lavoro a misura di donna: la quota femminile fra gli incaricati delle aziende associate Univendita supera il 93% e la flessibilità insita nel modello organizzativo della vendita diretta è molto apprezzata, perché consente di conciliare lavoro e famiglia.
La storia di Erminia Ciampi è simile a molte altre raccontate in Storie di vendita vissuta. Ad accomunarle le storie il punto di partenza: nessuno dei venditori avrebbe mai pensato alla vendita diretta a domicilio come a una possibilità di lavoro prima di intraprenderla. Una posizione che nasceva, in molti casi, dalla mancanza di informazioni su quest’attività o da un’opinione gravata da stereotipi che, alla prova dei fatti, si sono rivelati infondati. «Nella trasformazione profonda che stanno conoscendo i concetti di lavoro e di posto di lavoro, la professione del venditore rappresenta un investimento su se stessi, su risorse che spesso si ignora di possedere –nota Sinatra–. Se è vero che il posto fisso continua a essere un’aspirazione della maggioranza degli italiani è innegabile che oggi, per tante ragioni, si siano fatti strada anche altri modelli di lavoro. La vendita diretta, nello specifico, ribalta paradigmi consolidati delle occupazioni tradizionali, primo fra tutti: è il lavoro che dipende da me, e non il contrario».