La proposta progettuale è stata coordinata dal Politecnico di Torino
Conta 33 partner tra università, centri di ricerca e aziende pubbliche e private
Una dotazione di 80 milioni euro finanziati da Agenzia Spaziale Italiana e Ministero dell’Università e della Ricerca per promuovere la collaborazione e l’innovazione nel settore spaziale
È stata formalizzata la costituzione della Società Consortile a Responsabilità Limitata (SCARL) Space It Up, il partenariato esteso che ha ottenuto a inizio anno un finanziamento di 80 milioni di euro dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) grazie al progetto coordinato dal Politecnico di Torino.
La firma si è svolta con 12 partner intervenuti di persona e 20 partecipanti in remoto, alla presenza del notaio e del Rettore del Politecnico di Torino Stefano Corgnati, a sottolineare la vocazione dell’Italia nel settore spaziale e il ruolo cruciale del partenariato tra accademie, centri di ricerca e industria.
Si tratta del primo passo formale, che segna l’imminente accelerazione delle attività scientifiche dei 33 membri del progetto, tra cui università, centri di ricerca e aziende, che lavoreranno insieme per promuovere la collaborazione e l’innovazione nel settore spaziale.
Si procederà ora alla prima convocazione del Consiglio di Amministrazione presieduto dal professor Erasmo Carrera del Politecnico di Torino, che avrà all’ordine del giorno la nomina del Direttore Generale della SCARL, e quindi all’atteso kick off meeting che segnerà ufficialmente la partenza delle attività.
Il coordinamento di Space It Up è affidato alla struttura Hub con sede al Politecnico di Torino, che si adopererà sia per realizzare le attività di ricerca, sia per proporre il consorzio e i suoi membri in progetti spaziali nazionali e internazionali di particolare rilevanza per l’Italia.
“Essere coordinatori del partenariato Space It Up – ha dichiarato il Rettore Paolo Corgnati – è motivo di grande orgoglio per il Politecnico di Torino. Lavoreremo in stretta collaborazione con tutti i partner, enti di ricerca e industrie del settore, per posizionare l’ecosistema nazionale del settore spazio come leader a livello europeo e internazionale. Strategico sarà inoltre il contributo del nostro territorio, in grado di coprire tutta la filiera dello spazio, dall’upstream al downstream, grazie alle sue consolidate competenze di ricerca, innovazione e industriali e alla forte sinergia tra tutti gli attori coinvolti. Un elemento chiave sarà lo sviluppo di infrastrutture di innovazione congiunte tra mondo della ricerca e mondo dell’industria, un playground condiviso in cui far crescere saperi, prodotti e servizi”.
Space It Up impiegherà centinaia di ricercatori in 9 linee di ricerca (Spoke), che si occuperanno in particolare di: nuove missioni per la protezione e lo sviluppo sostenibile del pianeta e missioni di esplorazione planetaria (Spoke 1); sviluppo della tecnologia per la creazione di “Digital twins”, i cosiddetti gemelli digitali (Spoke 2); la ricerca nel telerilevamento spaziale (Spoke 3); la progettazione, lo sviluppo e la qualificazione di sistemi di rilevamento miniaturizzati ad alta risoluzione per le missioni satellitari dei prossimi decenni che osservano le radiazioni ionizzanti attorno alla Terra e i serbatoi d’acqua sul Pianeta (Spoke 4); la frontiera della mitigazione dei rischi naturali e geologici della Terra (Spoke 5); l’indagine sui problemi scientifici e tecnologici nell’ambito della rete di processi fisici che collegano il Sole alla società terrestre (Spoke 6); la ricerca sulla sostenibilità delle attività umane per garantire salute alle persone e al pianeta, ora e in futuro (Spoke 7); attività di ricerca e sviluppo a sostegno delle future missioni umane nello spazio (Spoke 8); ricerca inerente il viaggio e la permanenza nello spazio e sui corpi celesti extraterrestri, in particolare la Luna e Marte (Spoke 9).
Gli obiettivi che Space It Up si è posto sono tra i più sfidanti per garantire un futuro alle prossime generazioni, e possono essere così sintetizzati: promuovere l’innovazione e ampliare le conoscenze fondamentali come i modelli numerici, le architetture e le costellazioni satellitari innovative, i nuovi profili di missione, la strumentazione avanzata e le applicazioni basate sull’Intelligenza Artificiale; promuovere un futuro sostenibile grazie a tecnologie spaziali innovative che consentirebbero di osservare i cambiamenti climatici e di prevedere gli eventi meteorologici estremi; garantire la permanenza umana a lungo termine nello spazio extraterrestre verso una società “multiplanetaria”; rafforzare lo spazio come “ecosistema” in Italia coprendo l’intera catena del valore della ricerca e dello sviluppo in campo spaziale, grazie a un efficace coordinamento tra Università, Enti di ricerca e un sistema di piccole, medie e grandi industrie
Il Professor Erasmo Carrera, coordinatore del progetto e referente per il Politecnico di Torino, conclude: “Space It Up è un’iniziativa unica che per la prima volta vede tutti gli attori italiani lavorare insieme sui temi più rilevanti dello spazio. Questa risposta del sistema spaziale italiano alle richieste del PNRR mira a creare un progetto ambizioso e unitario, proiettato oltre il 2026, che possa competere a livello nazionale ed internazionale.”
I 33 partner del progetto:
Space It Up coinvolge 13 università (Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, La Sapienza-Università di Roma, Università di Padova, Università degli Studi di Trento, Gran Sasso Science Institute, Università di Bologna, Università di Pisa, Politecnico di Bari, Università degli Studi di Firenze, Università della Calabria e Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), 10 centri di ricerca pubblici e privati (Centro Nazionale delle Ricerche-CNR, Istituto Nazionale di Astrofisica-INAF, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare-INFN, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-INGV, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica-INRiM, Istituto Italiano di Tecnologia-IIT, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici-CMCC, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile-ENEA, Fondazione Bruno Kessler e Fondazione LINKS), 10 aziende (Leonardo, TAS-I, Telespazio, Altec, E-Geos, Cira, Sitael, Argotec, TYVAk e Mapsat).