Secondo lo studio “La transizione delle aziende europee”, sei aziende su dieci non sono soddisfatte della qualità dei dati dei loro prodotti. A complicare ulteriormente la situazione, le informazioni che dovrebbero essere accessibili a livello interdipartimentale spesso sono conservate in aree isolate e inutilizzate.  Di conseguenza solo poche aziende riescono a ottenere una connessione intelligente e di valore. Lo studio ha coinvolto più di 440 top manager provenienti da 19 paesi europei, intervistati per conto di Aras, azienda fornitrice della piattaforma tecnologica Aras Innovator.

La digitalizzazione sta generando sia nuovi approcci di sviluppo che nuovi prodotti all’interno del settore industriale. Inoltre, nove decision maker su dieci che sono stati intervistati per lo studio “La transizione delle aziende europee” sono convinti che il loro modello di business subirà un cambiamento.

 

“Il tradizionale modello di business si basa principalmente sulla produzione efficiente di prodotti fisici. La digitalizzazione porterà l’introduzione di modelli di business diversi e sostenibili, come ad esempio, quelli che mettono l’enfasi sull’utilizzo, piuttosto che sulla proprietà di un prodotto”, afferma Luigi Salerno, Country Manager di Aras Italia.

 

Ad esempio, il produttore finlandese di compressori Tamturbo si distingue dalla concorrenza grazie al suo modello di business “Air-as-a-Service”. I clienti risparmiano sui costi di acquisto delle apparecchiature e pagano invece per l’aria compressa consumata. Modelli di questo tipo diventano possibili grazie alla connessione dei dati che le aziende raccolgono durante lo sviluppo, la produzione e l’utilizzo dei loro prodotti. Tra i partecipanti allo studio, sette su dieci sono convinti che tali modelli Product-as-a-Service siano in crescita.

 

Sfruttare il potenziale dei dati con un Product Lifecycle Management nella trasformazione digitale delle aziende europee

 

Sulla strada verso un’azienda industriale digitale, molte aziende non dispongono ancora di una strategia dei dati efficace e necessaria e degli strumenti adeguati a implementare tali modelli di business. Circa tre quinti dei partecipanti all’indagine (62%) lamentano la scarsa qualità dei loro dati; in otto casi su dieci, non è ancora stato possibile eliminare i silos di dati esistenti all’interno dell’azienda.

 

“Il Product Lifecycle Management (PLM) aiuta le aziende a creare e mantenere i dati relativi al prodotto per tutto il suo ciclo di vita e a renderli disponibili a tutti i dipendenti per lo sviluppo di nuovi modelli di business”, aggiunge Luigi Salerno.

I dati emersi dalla ricerca mostrano i benefici per le aziende: tra quelle che già utilizzano un PLM, nove su dieci affermano che ogni membro del team ha la possibilità di accedere ai dati del prodotto necessari per il proprio lavoro. A confronto, tra le aziende senza PLM, la percentuale è del 56%. Inoltre, l’89% delle aziende con PLM conferma l’utilizzo interdipartimentale dei dati, rispetto al 71% delle aziende senza PLM. Un altro risultato: l’87% dei produttori con PLM si definisce già un’azienda industriale digitale, mentre tra le aziende senza PLM la percentuale è del 69%.

“Il PLM consente alle aziende di sfruttare il vero valore dei loro dati per poter rispondere in modo più flessibile ai cambiamenti di mercato e alle esigenze dei clienti”, conclude Salerno.