La storia di “La Romana dal 1947” mette in luce il percorso intrapreso dalla nota catena di gelaterie in tema di people management, tra necessità e volontà. Massimiliano Zucchi, Ceo del Gruppo: “Un lungo cammino che richiede un cambio culturale profondo”.

 

In Italia, i primi cinque fattori che attraggono i potenziali dipendenti sono l’equilibrio tra lavoro e vita privata (62%), un’atmosfera di lavoro piacevole (60%), retribuzione e benefit interessanti (57%), sicurezza del posto di lavoro (51%) e opportunità di progressione di carriera (49%). Sono questi i principali dati emersi dall’edizione 2024 dell’Employer Brand Research di Randstad, la nota multinazionale di ricerca e selezione del personale che ha coinvolto 6700 rispondenti italiani.

Proseguendo ancora di più in verticale, la GEN Z europea, la generazione che rappresenta la nuova forza lavoro, continua a ritenere salute mentale e work-life balance tra le prime priorità assolute quando si cerca un nuovo posto di lavoro (2024 Gen Z and Millennial Survey: Living and working with purpose in a transforming world).

Oltre a questi dati, emerge un tema importante che è anche una sfida: se le aziende sono “fatte dalle persone”, tali elementi di attrazione rappresentano una sfida chiara all’imprenditoria italiana che è chiamata a mettere in discussione i propri modelli per restare in linea con i cambiamenti sociali in corso e continuare a competere nel mercato. L’altro elemento chiave è quello dell’attrattività dei settori: i mercati presentano caratteristiche legate alla forza lavoro molto diverse tra loro. In particolare, il mondo della ristorazione appare molto poco interessante ed attrattivo agli occhi del campione intervistato, tanto da non apparire neanche nella classifica dei settori che parlano di employer branding.

 

Le principali motivazioni di questa disaffezione sono rappresentate da una situazione diffusa che vede un calo di appeal dovuto a contratti precari, turni di lavoro pesanti, stipendi non idonei e scarse possibilità di carriera.

 

D’altro canto, la domanda di lavoratori nel settore ristorazione è molto elevata e per le aziende, catene commerciali in primis, risulta sempre più difficile trovare personale motivato, preparato e pronto a restare in azienda. Occorre quindi che questo settore, così come molti altri, riveda in termini di attrattività e retention le proprie strategie e politiche di coinvolgimento del personale.

 

La catena di gelaterie La Romana dal 1947, con circa 100 punti vendita tra Italia ed Estero di cui il 30% di proprietà ha intrapreso un percorso lungimirante proprio nell’ottica di attrarre e trattenere talenti.

 

Massimiliano Zucchi, CEO e Proprietario del Gruppo testimonia come l’attenzione crescente per politiche del personale all’avanguardia ed ingaggianti abbia cambiato l’azienda, sostenendone lo sviluppo: “Di fronte alla crescita del Gruppo (360 dipendenti, 30 negozi di proprietà ed un franchising attivo con circa 60 punti vendita) abbiamo istituito un ufficio di Human Resources, con quattro professionisti dedicati interni e introdotto una novità che punta alla prossimità ovvero l’HR Regionale. Se prima eravamo in grado di gestire molti aspetti centralmente, oggi, con 360 collaboratori in giro per tutta Italia è necessario avere qualcuno più prossimo a loro, per ascoltarti, per chiarirsi e far comprendere al meglio i valori della nostra azienda. In particolare, in un mondo come il nostro, impattato da ciclicità stagionali che prevedono la rapida integrazione di personale è fondamentale poter offrire strumenti e formazione che consentano ai nuovi lavoratori di imparare rapidamente ed in modo efficace le competenze di front desk verso i clienti finali.”.

“Sempre per porre attenzione ai nostri collaboratori” – continua Zucchi “Abbiamo deciso di valorizzare la nostra sede centrale favorendo l’utilizzo degli spazi comuni e offrendo a tutto il personale la disponibilità di un team di esperti dello sport per un’ora di movimento, ispirazione, yoga o qualsiasi tipo di attività fisica abbiano voglia di fare. Questa iniziativa ha portato un grande miglioramento dello stato d’animo delle persone ed un aumento delle interazioni sociali, con notevoli benefici anche per i processi di lavoro. La vera sfida che ora ci poniamo è quella del punto vendita, stiamo infatti elaborando un modello di benefit che possa in qualche modo soddisfare anche questi collaboratori presso i negozi. Nei corsi di formazione del personale, invece, stiamo introducendo la gestione dello stress, un tema cruciale che consente di migliorare il proprio benessere psicofisico oltre a quello di chi ci circonda sia in ufficio che a casa. Queste iniziative testimoniano la nostra costante dedizione nel creare un ambiente lavorativo coinvolgente e inclusivo, dove la ricerca dell’eccellenza è il motore principale di ogni nostra attività.” dichiara Zucchi.

Con un’età media di 28 anni e una presenza femminile del 70% circa, l’impegno verso la formazione e il worklife balance sono diventati elementi distintivi per attrarre e trattenere risorse all’interno dell’Headquarters. Un impegno che parte dalla sede centrale con l’ambizione di trovare applicazione, seppur con modalità differenti, anche nei numerosi punti vendita in Italia e nel mondo a testimonianza di un cambiamento sociale di cui l’azienda si è resa consapevole anni prima.

“Abbiamo degli obiettivi di crescita ambiziosi e puntiamo ad avere 100 punti vendita e 100 milioni di fatturato. Affinché’ questo progetto sia sostenibile e di successo è fondamentale il coinvolgimento dei lavoratori che quotidianamente, nei diversi angoli del territorio, devono conoscere e saper trasmettere valori, filosofia e processi di lavorazione caratteristici della nostra azienda. Per questo pensiamo sia fondamentale sviluppare e sostenere una cultura del cambiamento che vede la persona al centro, ovunque sia e qualunque sia il suo ruolo aziendale, indipendentemente dall’inquadramento e dall’anzianità.”

L’azienda riminese ha deciso di attestare il suo impegno in questa direzione e di sostenere un autentico percorso di “evangelizzazione” convinta che tutto il settore possa beneficiare di un generale miglioramento grazie a politiche del lavoro attente e moderne in grado di recepire le aspettative dei lavoratori.

Così continua Zucchi: “Tra le diverse iniziative intraprese abbiamo deciso di supportare per il secondo anno consecutivo gli “Employer Branding Awards”: il contest rivolto alle aziende che

mettono le persone al centro, ideato ed organizzato da Double Bridge”. Vogliamo contribuire attivamente a questo “cambiamento culturale virtuoso”, condividendo la nostra esperienza ed imparando da altre realtà. Pensiamo che sia una relazione win win per tutti i soggetti coinvolti, inclusi in primis i lavoratori. Quest’anno le 3 categorie in gara riflettono perfettamente il nostro modo di pensare la relazione azienda-benessere lavoratore riguardando aspetti del worklife balance, la capacità di riconoscere e attrarre talenti, e le politiche rivolte a sostenere la gender equity”.

Stefano D’Avanzo, Founder e Presidente di Double Bridge, così interviene sul tema dell’Employer Branding quale chiave etica verso il successo non solo di un’azienda ma di un intero comparto: “Con il nostro lavoro di consulenti ci siamo accorti che in Italia vi sono molti settori e molte realtà poco conosciute che sviluppano processi di people management d’eccellenza. Abbiamo quindi deciso di fare denominatore comune, coinvolgendo e dando visibilità a tutte quelle realtà meritevoli di raccontare la loro vision ed i loro progetti. Ringraziamo Gelaterie La Romana che ha deciso di sostenerci in qualità di sponsor e tutti i nostri ambassador che condividono gli obiettivi dell’iniziativa. Ad oggi sono quasi un centinaio le candidature ricevute per l’edizione 2024 degli EBA ma contiamo di ricevere molte nuove adesioni entro la deadline d’iscrizione del 15 luglio”.

L’Italia rimane un Paese caratterizzato da sensibilità acute e vision imprenditoriali all’avanguardia. L’attenzione per il people management e la qualità delle relazioni saranno sempre di più elementi distintivi non solo del successo aziendale ma anche dello spirito valoriale ed etico dell’imprenditore.