In occasione del Forum nazionale QualEnergia, la branch italiana del colosso cinese Chint Global fa il punto sulle opportunità tecnologiche disponibili per sostenere la transizione energetica nel nostro Paese.
Roma – E’ un quadro molto chiaro, con delle direttrici da seguire ben tracciate, quello dipinto dall’Ing. Iames Chiarello, Sales Engineer di Chint Italia Investment Srl nel corso del proprio intervento alla XVI edizione del Forum QualEnergia, la conferenza nazionale organizzata a Roma dal 12 al 13 dicembre da Legambiente, Editoriale Nuova Ecologia e Kyoto Club, di cui la branch italiana del colosso cinese Chint global – azienda leader nel mondo per la produzione di apparati, che spaziano dalla componentistica elettrica per la bassa, media e alta tensione, all’automazione industriale e al fotovoltaico – è Gold Partner per il secondo anno consecutivo.
Sono diverse, infatti, le soluzioni tecnologiche che CHINT è in grado di proporre in ambito energetico con un trend di crescita interessante non solo a livello globale ma anche a livello nazionale e che possono rivelarsi estremamente utili per supportare l’Italia nella cosiddetta transizione energetica.
Agrivoltaico
La prima riguarda l’agrivoltaico, ovvero la possibilità di sfruttare l’energia solare posando pannelli su campi coltivati, senza che questo danneggi in alcun modo le pratiche agricole sottostanti. Questa soluzione viene già applicata con successo nel mondo in ambito ittico, con parchi fotovoltaici posati in mare sopra gli allevamenti, nelle risaie o sulle coltivazioni a terra. In Europa si prevede di chiudere il 2023 con appena 6.5 GW prodotti con questa tecnologia, ma l’obiettivo è di arrivare a decuplicare questa cifra entro il 2026. Secondo uno studio del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea se si installassero impianti agrivoltaici solo sull’1% della superficie agricola utilizzata in Europa si raggiungerebbe una produzione di energia di 1 TW, ben al di sopra degli obiettivi del Green Deal europeo. Si tratta dunque di una tecnologia che può concretamente contribuire alla transizione energetica e alla protezione dell’ambiente, ma che deve essere ancora migliorata attraverso investimenti in Ricerca e Sviluppo. A questo va aggiunta la necessità di semplificare le procedure di autorizzazione e connessione alla rete e di coinvolgere in maniera strategica le comunità rurali. L’Italia, nei suoi primi passi in questo ambito, si presenta attualmente con 2.7 GW installati fino a giugno 2023.
Sistemi fotovoltaici C&I
La seconda possibilità è il potenziamento dei sistemi fotovoltaici destinati ai clienti commerciali ed industriali (C&I), che consentirebbero un importante abbattimento dei costi dell’energia attraverso l’autoconsumo. In Italia la taglia media degli impianti di questo tipo è di circa 1 MW ma il mercato è in forte crescita nel nostro Paese, raggiungendo già al 2023 il 30% dell’obiettivo di produzione preventivato per il 2030. In Europa sono stati installati ad oggi 19,4 GW di capacità fotovoltaica C&I, in aumento del 32% rispetto allo stesso periodo del 2022. In Italia, nei primi 9 mesi del 2023 sono stati installati 1,7 GW di capacità fotovoltaica C&I, in aumento del 200% rispetto allo stesso periodo del 2022. Questa crescita è stata guidata dal Superbonus 110%, che ha reso molto conveniente l’installazione di impianti fotovoltaici per le aziende.
Sistemi di accumulo e stoccaggio dell’energia
La terza soluzione, abbinabile a quella precedente, è l’implementazione di sistemi di accumulo, utili non solo per l’autosufficienza degli stabilimenti, ma per alimentare anche i grandi Data Center che, come ben noto, sono fortemente energivori, ma che stanno diventando sempre più imponenti e diffusi, anche in virtù dell’impulso tecnologico dato recentemente dai progressi nell’ambito dell’intelligenza artificiale (AI). A livello globale gli investimenti in “energia pulita” dal 2015 ad oggi sono passati da poco più di 1.000 miliardi di dollari ai 1.800 del 2023 (Fonte IEA), testimoniando quanto la transizione energetica sia diventata un tema centrale a livello mondiale e quanto la nuova tecnologia di stoccaggio dell’energia sia oggi una necessità per la trasformazione dell’intera struttura energetica. Per dare un’idea del trend in questo settore, nel 2021 c’è stata una crescita del 34% negli USA, del 22% in Europa e del 24% in Cina di nuovi impianti di stoccaggio dell’energia.
“Queste tre soluzioni – commenta Giampiero Tung, Amministratore Delegato di Chint Italia – che siamo già in grado di proporre al mercato, unite agli sforzi che CHINT sta mettendo in campo a livello globale in Ricerca e Sviluppo, hanno come obiettivo quello di contribuire a raggiungere nel 2050 la totale decarbonizzazione della filiera dell’energia, attraverso una sempre maggiore efficienza degli impianti, il riciclo dei rifiuti, l’utilizzo di materiali rinnovabili. Essere qui al Forum QualEnergia, significa per noi portare esempi concreti di come la transizione energetica sia un obiettivo raggiungibile, anche grazie alle soluzioni che siamo in grado di proporre al mercato italiano”.