Leggo su un recente lancio Ansa che, secondo il Sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi, “le pale eoliche hanno lo stesso impatto dei pedofili”. Che a Sgarbi piacciano da sempre le metafore falliche è notorio, che da un po’ di tempo non si accontenti e debba parlare di stupri è altrettanto noto, che adesso debba parlare di pedofilia (siamo sempre lì …) è quasi ovvio, e che tutto questo sia chiaramente, per lui, un problema irrisolto, pare evidente. Ma non si comprende per quale motivo Sgarbi sia così iracondo nei confronti delle turbine eoliche, se non a “pensar male” sul fatto che probabilmente pensa di non guadagnarci abbastanza in qualità di sindaco.
Da un lato sono assolutamente d’accordo quando parla di “facilitatori” che fungono solo da intermediari fra gli imprenditori e la Pubblica Amministrazione, senza che aggiungano alcun valore, anzi – lo sottolineo – troppo spesso creando solo problemi. Dall’altro lato non condivido la posizione che riguarda l’impatto sul turismo e osservo con forte sospetto la presa di posizione circa il “convincere i sindaci a dare concessioni in cambio di pochi spiccioli”. La querelle sul turismo è storicamente falsa. Prendiamo Spagna e Germania, i due Paesi più “eolici” d’Europa: il turismo è stabile, se non cresciuto (ovvero: a qualcuno piace visitare il luogo, e poi anche il parco eolico) – naturalmente – nei luoghi dove il turismo c’è, e convive con i parchi eolici. Non perdiamo dunque tempo a parlarne. Parliamo piuttosto della “mancia al territorio”, da me fin troppe volte denunciata: al contrario di quanto dice Sgarbi è spesso un’arma di ricatto del territorio stesso nei confronti degli imprenditori, e possediamo casistiche tra le più deliranti e fantasiose, nel nostro repertorio quotidiano. Intendiamoci: i Comuni non hanno un animo da ricattatori di per sé, ma, umiliati dai tagli al bilancio, si arrangiano come possono. La patologia risiede nelle esagerazioni, mentre nessuno nega il diritto ad una sana negoziazione. Ma se accettiamo il principio del Sindaco di Salemi, allora la conclusione è che lo stupro avviene ai danni del diritto alla libera impresa, non del territorio. Abbiamo casi di parchi eolici che non si faranno, almeno per il momento, per colpa del mancato accordo di fronte a troppo esose richieste di sindaci irragionevoli. Che invece sia andata male a Sgarbi a Salemi? Di questo si lagna? Invece, vista la grande importanza che tutti noi operatori diamo al territorio e al rapporto che si deve avere con esso, si dovrebbe capire come la disponibilità a trovare un accordo ci sia sempre, ma non possiamo pensare di “regalare” il nostro reddito, perché questo dovrebbe premiare lo sviluppo delle rinnovabili, delle nuove tecnologie, di nuove imprese, di nuovo lavoro. Egoisticamente, al contrario, Sgarbi vorrebbe che il valore rimanesse dove la risorsa si trovava al momento del suo sfruttamento: non all’impresa, che rischia, ma alle vuote casse del suo Comune, che non rischia nulla. Visione limitata, priva di ogni futuro. Capisca che non si trova più a Milano o a Roma, ma a Salemi. Del resto, evidentemente Sgarbi punta sempre più in alto: allora dopo una memorabile e variegata carriera, si troverà forse in futuro a governare qualche situazione più complicata, magari si troverà di fronte alla realizzazione di una centrale nucleare – oggi forse a suo avviso meglio delle “pale eoliche”. Passerà allora al prossimo livello di provocazione? Parlerà, che so, di necrofilia? Non so. Comunque, per il momento, grazie a Sgarbi, per avere dato della Sicilia l\’immagine di un Paese Alto. Nei Paesi Bassi si estrae gas naturale dal più grande giacimento europeo senza che diventino più bassi; nel Paese Alto basta sussurrarne perché venga giù la Cattedrale (di Noto). Nei Paesi Bassi, e verrebbe da dire volgari, sulla riva di ogni canale hanno tolto tulipani per metter pale; nel Paese Alto, invece, si parla di palle. Questione di cultura; o forse solo di testa. Sgarbi, le sue idee e quell’alfabeto estetico fallico, che ai tempi della sua indimenticata ascesa televisiva (quando soggiornava nei programmi di Costanzo e di Ferrara) riuscivano forse ad esser forieri di un guizzo di novità (me lo conceda: nazional-popolare), ormai, come lei, stanno invecchiando.
Carlo Durante
Amministratore delegato Maestrale Green Energy