All’inizio sembrava una “pazza idea” e probabilmente lo era: creare un business network in grado di affermarsi con un modello tutto italiano tra i giganti americani e asiatici del web. Sono passati 15 anni e quell’idea oggi sembra meno pazza. H2biz è riuscita a costruirsi un suo spazio sul mercato, non senza fatica nei primi anni, grazie ad un modello di business che miscela relazioni, transazioni, export, marketing e che mette al centro l’imprenditore, la persona e non la tecnologia come fanno i colossi della rete.
Nato come network alla fine del 2008 ed evolutosi come HUB nel 2010, la creatura di Luigi De Falco ha cambiato pelle più volte negli anni per adattarsi ai cicli economici, alle opportunità che un quadro geopolitico in costante evoluzione presentava e alle esigenze delle piccole e medie imprese italiane. “All’inizio ci guardavano con sospetto, nessuno credeva che degli italiani riuscissero a fare sistema. I primi anni sono stati durissimi ma abbiamo mantenuto la barra ferma sul concetto di trasformare “ogni muro in ponte”, ogni crisi in opportunità e alla lunga il mercato ha cominciato ad apprezzarci” – dichiara Luigi De Falco, fondatore di H2biz insieme a Daniela Russo.
Per capire l’anima di H2biz bisogna fare una carrellata delle tante operazioni di business che ha portato avanti in 15 anni. Queste operazioni ne hanno disegnato i contorni attuali e danno il senso di una traiettoria di mercato assolutamente originale, un percorso unico, quasi a “zig zag” nel panorama delle imprese italiane.
I primi anni sono stati caratterizzati dalla fase di aggregazione di imprenditori e professionisti. Raggiunta la massa critica minima, la prima grande operazione di H2biz è stata quella di gestire dei gruppi di acquisto per fare approvvigionare le imprese di beni e servizi a costi competitivi. Va detto che i gruppi d’acquisto erano già una specialità di Luigi De Falco, che nel 2001 aveva fondato e-Gav, il primo Gruppo d’Acquisto Virtuale del panorama italiano. Poi vennero le donne, si le donne. H2biz è stato un precursore del concetto di pari opportunità, ma in un modo concreto e non solo gridato. Nel 2009 ha lanciato “Donne di Business”, una comunità di donne imprenditrici da cui è poi nato nel 2010 l’omonimo libro che raccoglieva le storie di 70 business woman. Quel libro ha fatto da magnete per H2biz che è riuscita ad attrarre tantissime imprenditrici che ancora oggi fanno parte dell’HUB e sviluppano iniziative e relazioni tra di loro.
Il 2011 è stato l’anno della svolta sui mercati internazionali. Le primavere arabe hanno rovesciato alcuni regimi e H2biz ha colto l’opportunità di aprire i canali di relazione con l’Africa per costruire un ponte commerciale tra le imprese italiane e quelle africane. “Dobbiamo fare business dove gli altri hanno paura di operare”, questo dichiarò Luigi De Falco in un’intervista rilasciata a suo tempo ad un quotidiano locale. Questo approccio verso i mercati complessi, lontani e difficili da gestire è stato il mantra per anni di H2biz. Dopo l’Africa venne il Venezuela, la Russia, la Cina e soprattutto l’Iran. Pochi giorni dopo la firma del trattato di Vienna nel 2015 per limitare la capacità atomica della Repubblica Islamica, il Gruppo H2biz era già presente a Teheran con una sua rappresentanza e per due anni e mezzo ha gestito l’export delle pmi italiane verso l’Iran. Poi arrivato Trump alla presidenza USA è diventato sempre più difficile fare business con le aziende iraniane e H2biz ha aperto i canali con la Cina, costruendo la prima rete di imprese italiane per la Via della Seta, che a tutt’oggi è uno dei maggiori business del Gruppo.
Sul mercato domestico H2biz ha fatto centinaia di operazioni nei settori più vari. Le principali sono sicuramente il lancio del marketplace di prodotti e servizi (2009), a tutt’oggi H2biz è l’unico network dotato di un marketplace integrato attraverso cui le imprese vendono direttamente sul mercato; la costituzione della Rete PMI Italia (2016), una rete di transazione tra le grandi aziende (committenti) e le piccole e medie imprese (fornitrici) per gestire gli approvvigionamenti di prodotti e servizi; il supporto alle aziende durante la pandemia Covid (2020); il lancio della H2biz TV (2021).
L’ultima in ordine di tempo è forse una delle operazioni più importanti degli ultimi anni: il lancio delle prime comunità energetiche rinnovabili “senza vincolo di vicinanza” per aiutare le imprese ad abbattere i costi di energia in una logica di sostenibilità ambientale. Un modello di mercato unico, nello stile di H2biz, che ha visto l’adesione di oltre 2.300 aziende. H2biz ha già pianificato che le comunità energetiche diventeranno comunità di business. Come si dice, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Per fortuna.