Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy: “Il governo e le imprese devono compiere due serie di sforzi: politiche mirate per sostenere il ritorno delle donne alla forza lavoro e lo sviluppo dei talenti femminili nelle industrie del futuro”.
Prima del 2020 il World Economic Forum stimava in 100 anni il tempo per la parità di genere. Oggi, per arrivare alla parità fra uomini e donne nel mondo, servono 132 anni. È quanto emerge dal Global Gender Gap Index 2022, il rapporto che misura il raggiungimento degli obiettivi di parità tra uomini e donne in diversi campi: la partecipazione economica, il livello di istruzione, la salute e la partecipazione politica. Colpa della pandemia e dell’aumento del costo della vita, che hanno riportato indietro la parità di genere di una generazione. Centoquarantasei le economie prese in considerazione, dove solo una su cinque ha colmato il divario di genere di almeno l’1% nell’ultimo anno. In testa alla classifica, per il 13 esimo anno consecutivo, l’Islanda: è il paese con il minor gender gap. Qui c’è la maggiore parità di genere al mondo. A seguire Finlandia, Norvegia, Nuova Zelanda e Svezia. Quindi Rwanda, Nicaragua, Namibia, Irlanda e Germania. Sono alla posizione 27 gli Stati Uniti. In fondo alla classifica l’Afghanistan, ultimo, preceduto da Pakistan, Congo e Iran. L’Italia rimane ferma al 63esimo posto, fra gli ultimi fra i paesi europei con Romania, Cipro e Grecia. La Germania è decima, la Spagna 17esima, la Francia 15esima. Il nostro paese viene dopo Uganda e Zambia e appena prima della Tanzania. Come se non bastasse, l’Italia resta “bassa” anche nella classifica regionale europea, insieme a Macedonia del Nord e Bosnia ed Erzegovina. Male il dato sulla partecipazione economica, che comprende tasso di partecipazione al mondo del lavoro, divario retributivo di genere, reddito da lavoro stimato, presenza delle donne tra funzionari, legislatori, alti dirigenti e professioni ad alta specializzazione. Complessivamente l’Europa ha il secondo livello più alto di parità di genere (76,6%) e segue solo il Nord America. Il vecchio continente ha globalmente un’attesa di 60 anni per colmare il divario.
«Il nostro governo insieme alle imprese devono compiere due serie di sforzi: politiche mirate per sostenere il ritorno delle donne alla forza lavoro e lo sviluppo dei talenti femminili nelle industrie del futuro», commenta la Professoressa Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy.
Globalmente, tornando al rapporto preso in esame, ci vorranno 155 anni per colmare il divario di genere nell’emancipazione politica e 151 per quello sulla partecipazione economica.
Ufficio stampa Motore Sanità