Abbiamo in questo articolo raccolto due posizioni. Sono solo alcune delle tante legate a questo provvedimento. Buona lettura.
FIPE-CONFCOMMERCIO
“Apprezziamo le parole del ministro Lamorgese sul fatto che, come la Federazione sostiene da settimane, non spetti ai gestori dei locali controllare i documenti di identità dei clienti, perché questo andrebbe oltre i loro doveri, ma è necessario fare un passo in più. Se una persona esibisce un Green pass non suo e viene scoperto dalle forze dell’ordine nel corso di uno dei controlli a campione che sono sempre più frequenti, la responsabilità deve restare in capo al cliente e non venire condivisa con il titolare del locale. In sostanza, chi gestisce un pubblico esercizio non può essere multato a causa di un abuso commesso da un avventore incauto. Va fatta chiarezza in maniera ufficiale, attraverso una circolare o modificando direttamente la norma in vigore. Ma è indispensabile agire subito”.
Così Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, in una nota.
ASSOCIAZIONE PARCHI PERMANENTI ITALIANI
Roma – I dati confermano le peggiori aspettative: nel primo weekend del green pass i parchi divertimento italiani perdono in media il 50% degli ingressi rispetto al fine settimana precedente. Secondo l’Associazione Parchi Permanenti Italiani, aderente a Confindustria, il calo dipende dal fatto che i parchi si rivolgono prevalentemente ai teenagers, fascia della popolazione tra le meno vaccinate in assoluto.
Giuseppe Ira, presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia (BG) dichiara: “Non siamo pregiudizialmente contrari al green pass, personalmente punto a rendere Leolandia “Covid-Free” in autunno. I tempi però non sono ancora maturi: non ci sono abbastanza vaccinati tra i giovani e, soprattutto, sufficienti dosi di vaccino per rispondere alla domanda. Chiediamo al Governo, che ha voluto a tutti i costi inseguire il modello francese, di farlo fino in fondo: in Francia l’età minima per presentare il green pass è stata alzata a 18 anni e, soprattutto, in autunno sono già previsti ristori pari all’80% delle perdite subite per le aziende più danneggiate dal provvedimento. Qui in Italia, invece, l’unica certezza sono le perdite: molti parchi sono sull’orlo del fallimento nella pressoché totale indifferenza delle istituzioni. Se il trend sarà confermato, le imprese saranno costrette a sospendere la stagione, licenziando migliaia di lavoratori”.
Il 5 agosto, poche ore prima del Cdm che doveva definire le ultime specifiche del provvedimento, i rappresentanti dell’Associazione hanno incontrato il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia e l’Assessore alle Infrastrutture Trasporti e Mobilità Sostenibile della Regione Lombardia Claudia Maria Terzi per sensibilizzarli sulle esigenze dell’intero settore. Tramontata l’ipotesi, sostenuta dallo stesso Ministro Garavaglia e rigettata in Cdm, di alzare a 18 anni l’esenzione dal green pass, le speranze sono ora puntate sui ristori.
“Il Ministro – prosegue Ira – ci ha garantito che a settembre sono previsti dei finanziamenti per la categoria, riferiti alla intempestiva applicazione del green pass. Quanto agli effetti del provvedimento, Garavaglia è riuscito a salvaguardare hotel, terme e altre imprese turistiche: noi siamo stati tagliati fuori perché, nonostante il nostro apporto al sistema turistico del territorio, siamo ancora di pertinenza del Ministero della Cultura”.
Fino al 2019 i parchi permanenti italiani, circa 230 tra tematici, faunistici, avventura e acquatici, generavano 1,1 milioni di pernottamenti ed erano visitati ogni anno da 20 milioni di italiani e 1,5 milioni di stranieri. Sempre nel 2019 il comparto ha generato un giro d’affari di 450 milioni di euro riferiti alla sola biglietteria, cifra che sale a 1 miliardo con l’indotto interno, come la ristorazione e il merchandising, e a 2 miliardi considerando l’indotto esterno, relativo ad esempio a centri commerciali, hotel e altri servizi in prossimità dei parchi. A livello di occupazione, il settore prima della pandemia impiegava 25.000 persone tra fissi e stagionali, 60.000 con l’indotto.