“Il futuro delle Regioni è in una logica di coesione. Unirsi, rafforzarsi, fare sistema” Lo ha notato il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, nel saluto al convegno in Fiera sulla Macro Regione Adriatico-Ionica. “Alle realtà locali dei Paesi dell’Unione e di quelli che si candidano a farvi parte l’Europa chiede – ha notato – una strategia di cooperazione territoriale ad ampio raggio. Siamo proiettati verso le macroaree, per resistere alla concorrenza internazionale ed aiutare la crescita dei territori”. La macro regione Adriatico-Ionica è già un progetto, che prevede anche una scadenza. Sull’esempio della Regione del Mar Baltico e della Regione del Danubio, entro il 2014 le regioni italiane da Trieste alla costa siciliana daranno vita ad un modello di integrazione transnazionale per lo sviluppo. Con loro, gli Stati adriatici occidentali, dalla Slovenia alla Grecia, compresi quelli balcanici candidati all’ingresso nell’UE. “Un’opportunità straordinaria per la Puglia che ha un ruolo di capofila nell’iniziativa comunitaria”. “Il Consiglio regionale crede in questa programmazione strategica e ne seguirà gli sviluppi – ha assicurato il presidente Introna – l’attenzione trova un precedente nella creazione di un Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (Gect), nel quale Regioni e autorità locali o nazionali potranno consorziarsi, uno strumento flessibile per rafforzare la macro regione”. “Da tali considerazioni, la mia condivisione di un modello di aggregazione ampio e partecipato esce rafforzata ed anche per questo – ha osservato il presidente del Consiglio regionale – non mi sento di condividere spinte che invece di sommare le risorse, puntano a divisioni che a mio avviso indeboliscono il territorio. Sono le ragioni per le quali non credo nella Regione Salento, quanto piuttosto nella forza che può venire dalla valorizzazione delle diversità. Una regione è tanto più forte quanto più riesce a mettere insieme: dalle potenzialità turistiche di un Salento in pieno boom alle attrattive del Gargano, dal polo agroalimentare dauno a quello industriale barese, brindisino e tarantino, con i loro sistemi portuali”. “Assommando potenzialità diverse su una scala tanto più ampia come quella della macro area adriatica e ionica, non si può che concludere a favore di una scelta di unione, che coaguli aree omogenee. Tante piccole Europa nella grande Europa, ma una sola identità delle genti, quella di cittadini del continente”.