«Questo Paese cade letteralmente a pezzi, le sue condizioni sono tutt’altro che preoccupanti: io direi molto, ma molto, gravi. Per rimetterlo veramente a posto è stato calcolato che servirebbero circa 93 miliardi di euro in interventi ordinari e straordinari, ma non li abbiamo: per questo viviamo la prevenzione territoriale quasi come un fastidio e l’emergenza come una eterna necessità. Avremmo anche i mezzi, umani strumentali e scientifici, per venirne fuori, ma il ritardo storico che abbiamo accumulato è talmente imponente che tutti i nostri sforzi non possono che essere impiegati per rincorrere: non per evitare la corsa». L’analisi del capo del Dipartimento di Protezione civile nazionale, Prefetto Franco Gabrielli, è stata impietosa ma estremamente puntuale, al punto da far calare un riflessivo silenzio tra gli studenti che stamane – presso l’aula magna del Dipartimento di Economia dell’Università di Foggia – hanno assistito alla sua Lectio magistralis.
Ospite d’onore del convegno “La gestione del rischio: un processo interrdisciplinare di contaminazione culturale” organizzato dall’Università di Foggia e dall’Associazione nazionale Cives, il Prefetto Franco Gabrielli durante la lezione ha prima eseguito un excursus storico delle più grandi calamità naturali abbattutesi sul nostro Paese e poi riepilogato gli interventi di ripristino – in alcuni casi molto efficaci, in altri a dir poco fallimentari – che hanno progressivamente indebolito il nostro sistema di protezione naturale: deviando corsi d’acqua, costruendo dighe anche a ridosso di montagne dal nome inequivocabile (come successo per il monte Toc, che in veneto significa “frana”, su cui insiste la diga del Vajont: un’esondazione che causò 2000 vittime), inventadosi piani urbanistici improbabili. «I danni causati dalle imprudenze che stanno alla base di tragedie non naturali, come ad esempio come quella del Vajont, sono tre volte superiori alle spese che si sarebbe dovuto sostenere per cercare di evitarle. Un paragone impietoso, che però restituisce anche la vera essenza di una popolazione abituata a occuparsi del dopo e mai del prima. O perlomeno del durante. Chiudendo con una citazione di Seneca, ogni tanto mi piace ricordare, soprattutto a me stesso, che non c’è corrente favorevole per il marinaio che non sa dove andare». Situazione a parte quella della Puglia, dove il Prefetto Gabrielli ha trovato le cose «molto migliorate in questi ultimi anni: si tratta di un territorio in cui le istituizioni, soprattutto quelle regionali, hanno costruito un percorso di crescita, qui ci sono ottime realtà di volontariato, realtà che hanno reso possibile un efficace intervento nelle fasi immediatamente a ridosso degli eventi calamitosi».
Al termine della lezione – seguita con grande attenzione oltre che dagli ospiti a vario titolo del convegno anche dagli oltre 300 studenti dell’Università di Foggia ai quali i Dipartimenti di Medicina (sia Medicina clinica e sperimentale che Scienze mediche e chirurgiche), di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente e di Economia hanno riconosciuto l’attribuzione di un credito formativo universitario – il Rettore prof. Maurizio Ricci ha consegnato al Prefetto Franco Gabrielli il Sigillo d’oro dell’Ateneo in «segno di riconoscenza per l’attività svolta e in particolare per la vicinanza alla Capitanata mostrata anche nei momenti più drammatici, come, ad esempio – ha ricordato il Rettore – durante ll’alluvione dello scorso settembre, drammatico esempio di come la devastazione del territorio alla fine si ritorce sempre contro le popolazioni». A tal proposito il Prefetto Franco Gabrielli, intervenendo prima del convegno, ha ribadito l’impegno del Governo attraverso lo stanziamento di oltre 10 milioni di euro quale prima tranche di una contribuzione – alla ricostruzione e alla salvaguardia del Gargano – ben più consistente.
Prima della Lectio magistralis tenuta dal Prefetto Franco Gabrielli, al convegno sono intervenuti – tra gli altri – anche il dott. Guglielmo Minervini (assessore alla Protezione civile della Regione Puglia), il prof. Giovanni Cipriani (Prorettore dell’Università di Foggia), il prof. Massimo Monteleone (Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente), l’avv. Michele Vaira (segretario nazionale Aiga), dott. Michele Fortuna (presidente nazionale Cives) e naturalmente la dott.ssa Rosaria Capotosto (direttore generale nazionale Cives). Per l’occasione l’Università di Foggia, d’intesa con il Dipartimento di Protezione civile nazionale, ha anche istituito la propria “Giornata della trasparenza e della legalità”, ricorrenza che il Prefetto Franco Gabrielli ha commentato come «un’abitudine sana e molto più sostanziale che formale, visto che in pochi sanno quanti piccoli eroi lavorano quotidianamente nelle pubbliche amministrazioni del nostro Paese».