Rabbia, malcontento e rassegnazione sono le reazioni con cui i nostri concittadini hanno accolto “il regalo” sui farmaci equivalenti. Adesso pagano i farmaci anche anziani, disoccupati, cassintegrati, invalidi, famiglie con basso reddito, persone affette da particolari patologie come tumori, diabete, etc. etc. insomma tutti, ad eccezione dei (numerosi?) invalidi di guerra.
E’ la conseguenza dell’entrata in vigore del provvedimento dell’Agenzia Italiana del Farmaco che ha disposto la riduzione dei prezzi massimi rimborsabili dal SSN per i farmaci equivalenti.
Cosa è successo? I prezzi stabiliti non corrispondono ai prezzi reali dei farmaci in commercio almeno sino a quando le aziende produttrici non decideranno di abbassarli il cittadino sarà costretto a pagare la differenza che prima non ha mai pagato o ha pagato in misura minore (oltre al ticket).
“Le Aziende non abbasseranno i prezzi e a pagare saranno i cittadini”, questa è la dichiarazione del Presidente di Assogenerici Giorgio Foresti che ha affermato la insostenibilità di questa manovra.
Ricordiamo che non sono le farmacie a imporre l’onere a carico dei cittadini e che, nei limiti consentiti dalla legge, sono fortemente impegnate nella ricerca del minor onere possibile per il cittadino. Impresa questa alquanto ardua in presenza di recenti disposizioni regionali che limitano fortemente le possibilità di sostituzione dei farmaci equivalenti.
“Occorre rispondere a qualsiasi manovra speculativa sulla salute e sul portafoglio della gente”. Per questo il presidente della Toscana, Enrico Rossi, ha spiegato che domani presenterà in Giunta “un provvedimento per non far pagare ai toscani alcuna quota aggiuntiva” tra il rimborso dei farmaci generici previsti dalla nuova lista di trasparenza e i prezzi dei farmaci. Della quota “si farà carico la Regione stessa nel proprio bilancio”.
E in Puglia?
(atf)