Una mozione parlamentare per bloccare le indagini geosismiche per la ricerca del petrolio in Adriatico e una proposta di legge che vieti questo tipo di attività industriale nel “mare su cui si affacciano centinaia di comunità che vogliono vivere senza l’incubo di un disastro ambientale e prosperare investendo le proprie energie e risorse in attività economiche sostenibili e compatibili con questo ecosistema”. Sono le iniziative parlamentari annunciate da Michele Bordo, deputato del PD, all’indomani dell’incontro tra il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, i sindaci e i rappresentanti della rete delle organizzazioni civiche che si battono contro la decisione del Governo di autorizzare le prime indagini nei fondali adriatici.
“Devo, purtroppo, constatare e contestare la perfetta continuità tra Clini e il suo predecessore del PDL Stefania Prestigiacomo – continua Bordo – Entrambi invocano il notarile rispetto della legge che svilisce la funzione anche politica di un ministro, il quale, invece, prima di rilasciare un’autorizzazione come quella data per le trivellazioni al largo delle Tremiti, dovrebbe compiere valutazioni di ordine sociale e territoriale, non solo tecnico-legislative.
Cercare ed estrarre petrolio dal fondo dell’Adriatico e’ un gravissimo errore di politica ambientale, attesa la sua caratteristica di mare chiuso, di politica industriale, perché se ne ricaverebbe materia prima di scarsa qualità e in quantità modesta a fronte dell’enorme impronta ecologica, di strategia economica territoriale, considerato che il futuro dell’area costiera e’ sempre più indirizzato verso il turismo sostenibile e le attività dell’indotto.
La decisione del Ministro Clini di convocare una conferenza internazionale dei Paesi dell’Adriatico e’ insufficiente se non sarà accompagnata dalla sospensione immediata delle attività di ricerca – conclude Bordo – E sarà proprio la richiesta al Governo di sospendere l’autorizzazione rilasciata l’obiettivo della mozione che presenterò la prossima settimana in Parlamento insieme con la proposta di legge che punta al divieto assoluto di svolgere tali attività in Adriatico, perché e’ questo che chiedono e pretendono decine di migliaia di cittadini e le loro rappresentanze istituzionali”.