“Mandiamo alle società richiedenti l’autorizzazione alle trivellazioni petrolifere una cambiale di debito a mò di cartolina, scrivendoci sopra che in caso di avvio delle attività di ricerca e di estrazione, tutto il Gargano formerà un enorme cordone sanitario con le sue donne e con i suoi uomini per impedire che si violenti la bellezza della sua naturalità”.
Questa la proposta di protesta simbolica lanciata da Stefano Pecorella, Commissario del Parco Nazionale del Gargano, nel corso dell’incontro dibattito ‘L’Oro di Tremiti: pericolo scampato?”, organizzato dall’Archeoclub di Foggia, in collaborazione con l’associazione Amici del Museo Civico di Foggia, durante il quale si è fatto il punto sulla situazione delle autorizzazioni di indagine e trivellazione per la ricerca di idrocarburi concesse per i fondali nei pressi dell’arcipelago foggiano e in tutto l’Adriatico.
Una problematica molto sentita e che ha visto l’Ente Parco, gestore della Riserva Marina delle Isole Tremiti, istituita sin dal 1989, tra i primi a scendere in campo in vista del pericolo (marzo 2011) con la proposta di una road map per opporsi concretamente al primo ok rilasciato alla Petroceltic Elsa dal Comitato VIA nazionale.
I sei punti previsti ( lettera al Ministro all’Ambiente, On. Stefania Prestigiacomo, per sollecitare e stabilire incontro di discussione con una delegazione delle Istituzioni locali; ampliamento del limite dell’Area Marina Protetta che automaticamente fa scattare l’allontanamento di qualsiasi ricerca e trivellazione, od altro potenziale danno, di ulteriori 12 miglia dalle isole Tremiti; sensibilizzazione e coinvolgimento delle associazioni ambientaliste territoriali e nazionali, tutte le aree marine protette assieme a Federparchi nella richiesta di moratoria per le attività di estrazione degli idrocarburi e le trivellazioni; lettera ai Presidenti delle Regioni Abruzzo e Molise -poiché la competenza territoriale è di questi due enti- per rivalutare le posizioni assunte alla luce del potenziale rischio a cui è esposta l’AMP delle Isole Tremiti; proposta di istituzione del SIC a mare nelle Isole Tremiti; ulteriore impulso per l’iter di approvazione del Regolamento dell’AMP che al momento può contare solo su un disciplinare) sono stati tutti sviluppati ed applicati. Si è creato, inoltre, il Laboratorio Ambientale Permanente delle associazioni ambientaliste, dal quale è scaturito il ricorso univoco al TAR Lazio che sarà deciso, con buona probabilità di successo, il 22 marzo 2012.
“ Il NO del Parco del Gargano, così come quello di tutto il territorio, è stato chiaro ed inequivocabile – dichiara Pecorella -. E la coerenza della posizione mia e del Parco è stata ribadita in ogni occasione a differenza di altri che, invece, dicono no alle trivelle e si all’eolico off shore ( che è molto più devastante). Questa tribolata vicenda ha segnato un punto a favore del nostro territorio: c’è stata una crescita culturale da parte di Istituzioni ed associazioni che hanno saputo e voluto lavorare assieme per assumere assieme una sola posizione. E’ la prima volta che accade ed io ne vado orgoglioso, perché, anche questa unione d’intenti, che ha visto all’opera le migliori menti locali, ha avuto la sua gestazione e nascita all’interno del tavolo tecnico voluto ed istituito dal Parco del Gargano. Una mossa – aggiunge – che finalmente ha aperto le stanze dei Palazzi alla gente ed all’associazionismo, sino a quel momento lasciati fuori. Spero che questo modo di fare diventi una buona e frequente pratica per il rilancio delle opportunità di un territorio che ha perso le sue originarie vocazioni quali quelle agricola, marinara, religiosa, naturalistica e turistica”. Per Pecorella “Il Gargano ha finalmente alzato la testa e preso coscienza del suo destino. La storia del Gargano e della provincia di Foggia – sottolinea il Commissario – non è legata solo al mare ed alla destinazione naturale delle attività agricole. Noi siamo un tassello importantissimo nella storia dell’Italia. Il popolo dei Dauni, che abitavano la nostra terra, estendevano il loro dominio a nord sin sotto quella che oggi è la città di Bologna ed a ovest confinando con la catena montuosa dell’Appennino centrale. Un territorio vastissimo che testimonia l’importanza storica e culturale di queste genti. Siamo un pezzo fondamentale di quella civiltà che si è fusa con la storia degli Etruschi. Oggi, poi, come Parco abbiamo la responsabilità di proteggere e valorizzare le isole Diomedee da un pericolo che è lo sviluppo di attività assolutamente incompatibili con la naturalità dell’area e la sua importanza strategica quale avamposto di biodiversità nell’Adriatico. Per queste ragioni oggi è giusto assumere responsabilmente una posizione netta di contrarietà allo sviluppo di tutte quelle economie in antitesi con il nostro straordinario patrimonio ambientale.”