In riferimento alle ultime dichiarazioni apparse su vari siti web e da parte di esponenti politici, circa l’impugnativa del decreto che autorizza le prospezioni in Adriatico e l’accusa di immobilismo dell’Ente, l’ufficio stampa dell’Ente Parco Nazionale del Gargano precisa quanto segue.
Dal primo momento, come nel corso di questi ultimi giorni, per chi non lo avesse notato o volesse non rendersene conto, l’Ente e la sua Comunità hanno assunto un’unica, chiara ed inequivocabile posizione: la difesa delle proprie comunità, del territorio dell’area protetta e delle legittime aspettative di uno sviluppo compatibile e sostenibile nei limiti consentiti dalla legge e dagli strumenti di pianificazione esistenti.
Incessante è il lavoro sulle strategie da adottare per scongiurare il verificarsi non solo delle tanto avversate prospezioni in Adriatico ma, soprattutto, della perdita di opportunità per il territorio e la sua tutela ambientale. Quanto all’argomento prospezioni, gli ultimi atti dell’Ente sono stati:
a) l’invio di una comunicazione alla Comunità del Parco ed alle associazioni ambientaliste per allertarle circa la prossima scadenza dei termini per la proposizione dell’impugnativa al contestato decreto ministeriale. Nota pubblica in quanto atto dell’amministrazione dell’Ente ma che, a scanso di equivoci, poiché a tanti sconosciuta, si riporta integralmente (“Senza indugiare nel rammentare come la presa di posizione dell’Ente Parco sia stata chiara e inequivocabile negli incontri ufficiali, pubblici e anche nelle varie riunioni della Comunità del Parco, – si legge nella lettera- oggi si pone all’attenzione di tutti la circostanza circa la opponibilità al citato decreto innanzi la competente magistratura amministrativa. Infatti, con la sua pubblicazione, scatteranno i termini previsti per la sua impugnazione. Nel tentativo di fare chiarezza sull’argomento e di disinnescare inutili quanto perniciose interpretazioni di comportamenti, mi corre l’obbligo di mettere in evidenza quali sono gli obblighi e i limiti cui l’Ente Parco è tenuto ad attenersi in modo inderogabile in occasioni di impugnabilità di atti della P.A.. Uno di questi – attinente al caso di studio – è la competenza territoriale degli Enti Parco, ribadito in maniera costante dalla giurisprudenza, riportando in allegato un solo esempio attinente al caso. Si invita, pertanto, ogni Ente ed Associazione interessata a valutare in maniera opportuna, nell’ambito delle proprie competenze ed opportunità, la propria volontà di agire e di darne informazione a questo Ente, anche al fine di approntare e coordinare una unica e lineare azione di difesa nei riguardi del provvedimento da impugnare”.);
b) la richiesta alla Regione Puglia ed alla Provincia di Foggia, di individuare nell’Ente stesso il soggetto che dovrà redigere lo strumento di gestione dell’area protetta, rappresentata dal SIC a mare dell’Area Marina Protetta di Tremiti (anche questo strumento mancante da tempo immemore). Questo per aumentare la difesa delle isole ed al tempo stesso pianificare con la popolazione le regole di tutela da osservare e far osservare ai non residenti.
Sperando, quindi, di aver chiarito la posizione dell’Ente circa l’impossibilità di autonoma impugnativa del decreto (come dimostra l’estromissione dell’Ente, deciso dal TAR Puglia, da un giudizio intentato dallo stesso Parco contro un abuso, realizzato al di fuori del perimetro dell’area protetta, per esserne stato giudicato incompetente) e ribadendo ancora una volta la contrarietà ad ogni forma di sviluppo in contrasto con la naturale destinazione dell’area marina di Tremiti, si auspica che la stessa solerzia che ha animato la presa di posizioni dei rappresentanti istituzionali, che tanto e giustamente si sono spesi per contrastare lo sciagurato provvedimento, sia il buon viatico per impegnarsi ed allo stesso modo spendersi per affermare la validità dell’Ente Parco e la sua indispensabilità, per garantire una migliore qualità della vita e tutela ambientale, che tanti cittadini oggi richiedono. Con la stessa determinazione si auspica una collaborazione più volte richiesta, e restata inascoltata per esempio: per la definitiva approvazione degli strumenti di pianificazione del Parco (per oltre sei anni nei cassetti del Parco ed in regione da ormai un anno) unico strumento operativo in grado di accedere ai fondi strutturali e non regionali, nazionali ed europei; del finanziamento del piano antincendio; ed altro ancora.
In conclusione, si è fiduciosi nel ritenere che a parte le critiche politiche strumentali che non fanno bene a nessuno e di cui nessuno dovrebbe fregiarsi, se persona accorta e di buon senso, si deve sostenere l’azione di tutti quegli amministratori che, indifferentemente, se per incarico politico od elettivo hanno dimostrato e continuano a dimostrare con i propri atti di essere innamorati della propria terra. Forse è questa la vera e semplice rivoluzione.