Con la cultura si può cambiare il futuro di una città. Lucera ci crede ed è pronta a scrivere, insieme alla comunità e alla Regione Puglia, il progetto per la candidatura a Capitale italiana della Cultura 2026.
È quanto emerso durante “Lucera 2026: una comunità, una regione” che giovedì 17 agosto, in piazza Duomo, ha dato il via agli incontri di condivisione e partecipazione del progetto “Lucera 2026“, città capofila dei Monti Dauni ed unica in Puglia candidata a Capitale italiana della cultura.
A raccontare la genesi della candidatura è stato il Sindaco di Lucera Giuseppe Pitta: «Tutto nasce dalla voglia di far conoscere la nostra bellissima città e di portare alla ribalta questa parte della Puglia. Siamo convinti che con il turismo e con la cultura si possa davvero cambiare il futuro di una città». E poi l’appello ai cittadini: «Senza le idee di ognuno di voi la candidatura non potrà decollare. È necessario creare senso di comunità e di partecipazione, perché solo così avremo una marcia in più».
Pasquale Gatta, co-coordinatore della candidatura a Capitale italiana della cultura con LINKS Foundation, ha illustrato le tappe che scandiranno il percorso, sottolineando l’importanza che Lucera sia l’unica città in Puglia candidata a Capitale italiana della cultura.
«Con la candidatura a Capitale italiana della cultura si innesca un processo virtuoso nelle comunità, si guarda tutti nella stessa direzione e al futuro pensando che una delle leve di sviluppo territoriale possa essere la cultura. Questa è già una grande vittoria di tutta la comunità. Ora parte la fase dell’ascolto, del dialogo e del confronto con tutta la comunità, faremo diversi incontri con ‘i giovedì della Capitale’, abbiamo lanciato il progetto ‘Lucera secondo me’ dedicato alle idee e ai progetti da candidare e l’1 settembre terremo una grande giornata di co-progettazione dove abbiamo bisogno di tutti», ha spiegato Gatta.
La Regione Puglia è l’unica in Italia ad aver istituito il titolo di Capitale cultura di Puglia, che viene conferito alla città pugliese che riesce ad arrivare nella short list delle 10 finaliste a Capitale italiana della Cultura. Il premio assegnato è pari ad un importo di 300 mila euro e servirà ad attuare i migliori progetti presentati nel dossier candidato al Ministero della Cultura, ha spiegato Gatta evidenziando che Mesagne è la Capitale del 2023 e Monte Sant’Angelo sarà capitale della cultura della Puglia per il 2024.
Se Lucera arriverà tra le 10 finaliste avrà quindi la certezza di essere Capitale della cultura di Puglia 2025 e avrà il sostegno della Regione, come dichiarato da Aldo Patruno – Direttore generale del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del territorio della Regione Puglia – che ha raccontato la storia di Bitonto, Taranto, Bari, Mesagne e Monte Sant’Angelo, città pugliesi candidate a Capitale italiana della cultura diventate Capitale cultura di Puglia.
«Faremo la stessa cosa con Lucera, abbiamo già inviato lo schema di accordo che sottoscriveremo insieme al Comune», ha dichiarato Patruno, che ha aggiunto: «È fondamentale per la città candidarsi con la sua specificità e con la sua identità, per questo è importantissimo il percorso per la preparazione del dossier che servirà a mettere insieme le idee, i progetti, le risorse. I progetti culturali non sono semplicemente le attività culturali e di spettacolo, ma sono innanzitutto l’idea che abbiamo di noi stessi», ha evidenziato Aldo Patruno sottolineando che oggi un quinto della ricchezza della Regione Puglia si produce in turismo e cultura, settori sostenibili e ad alto valore aggiunto.
La cultura, dunque, come principale strumento per migliorare la qualità della vita dei cittadini pugliesi
I nuovi fondi europei che saranno messi in campo fino al 2027 (pari a 6 miliardi di euro) ruoteranno attorno all’idea di welfare culturale: istruzione pubblica, sanità pubblica e cultura pubblica.
«Al welfare culturale abbiamo aggiunto l’idea del welfare turistico. Il turismo del futuro sarà quello in cui i cittadini che abitano stabilmente in una città vivono bene con se stessi, nelle relazioni sociali, con il proprio patrimonio culturale, cioè sono felici» ha evidenziato Aldo Patruno citando il fondatore di Slow Food Carlo Petrini “Quanto più i cittadini sono felici, tanto più quel territorio diventerà attrattivo per i turisti”.
Da qui l’importanza di investire in cultura, in identità territoriale, nella valorizzazione del benessere delle persone.
Il welfare culturale, inteso come inclusione sociale e coesione territoriale, insieme all’innovazione digitale rappresenterà uno dei quattro grandi temi al centro della candidatura di Lucera a Capitale italiana della cultura.
LE TAPPE
Per proseguire la corsa verso il titolo Lucera dovrà perfezionare la sua candidatura inviando – entro il prossimo 27 settembre – un dossier che sarà sottoposto successivamente alla valutazione di una commissione composta da sette esperti indipendenti di chiara fama nel settore della cultura, delle arti, della valorizzazione territoriale e turistica.
Il dossier di candidatura dovrà contenere: un titolo; il progetto culturale della durata di un anno, inclusivo del cronoprogramma e delle singole attività previste; l’organo incaricato dell’elaborazione e promozione del progetto, della sua attuazione e del monitoraggio dei risultati, con l’individuazione di un’apposita figura responsabile; la valutazione di sostenibilità economico-finanziaria del progetto culturale proposto; gli obiettivi perseguiti.
Entro il 15 dicembre 2023, la commissione definirà la short list delle 10 città finaliste, e la procedura di valutazione – dopo l’audizione pubblica dei progetti finalisti entro il 14 marzo 2024 – si concluderà per il 29 marzo 2024 con la proclamazione della Capitale italiana della cultura 2026.
Sono 26 le città italiane e le unioni di Comuni che hanno inviato la manifestazione d’interesse per il bando “Capitale italiana della cultura 2026”.
La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in mostra, per il periodo di un anno, i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità.