Nel corso della presentazione annuale dei risultati della campagna estiva di monitoraggio cetacei dell’Accademia del Leviatano sono emerse importanti novità per quanto riguarda la distribuzione dei cetacei nelle acque del Tirreno centrale, delle Bocche di Bonifacio e, per la prima volta quest’anno, anche nel Mediterraneo occidentale, tra la Sardegna , le Baleari e le coste spagnole .
L’Accademia del Leviatano fa parte di un network di ricerca internazionale che utilizza traghetti di linea per monitorare balene e delfini. L’uso del traghetto come piattaforma di osservazione, infatti, permette di effettuare monitoraggi periodici di cetacei, e di verificare l’impatto del traffico marittimo, anche in aree di alto mare solitamente difficili da raggiungere con i normali natanti da ricerca.
“Quest’anno”, racconta la ricercatrice Stefania Carcassi, abbiamo iniziato a monitorare anche il tratto di mare lungo un transetto che dal nord della Sardegna arriva fino in Spagna. Ciò ci ha permesso di verificare l’esistenza di un’area, ad ovest dell’isola, dove la frequenza di avvistamento di cetacei, in particolare balenottere, è elevatissima”. Anche nella costa nord est, però, sono numerosissimi gli avvistamenti di balenottere come conferma il responsabile scientifico dell’associazione Luca Marini: “negli ultimi anni la presenza di balenottere nel Tirreno centrale è triplicata rispetto agli anni 90, non abbiamo però elementi per dire se si tratta di uno spostamento da altre aree, cosa più probabile, o di un aumento generale della popolazione di balene”.
Francesca Fabiano, ricercatrice sarda appena sbarcata dal traghetto, è invece responsabile della campagna di monitoraggio nelle Bocche di Bonifacio ed informa come: “già dall’anno scorso abbiamo cominciato a monitorare sistematicamente in estate l’area dello stretto, questo per verificare se esiste migrazione di balenottere tra le due aree hot spot di cetacei che sono state individuate; sia pescatori sia comandanti di nave ci hanno portato a conoscenza di avvistamenti di balenottere nel tratto delle Bocche di Bonifacio; senza però un monitoraggio sistematico, come quello realizzato dai traghetti, è difficile quantificare l’abbondanza degli animali”. Vista l’importanza e la sensibilità ecologica dello Stretto, riconosciuto come “Area Marina Particolarmente Sensibile”, il responsabile scientifico dell’associazione si augura che presto la Regione Sardegna possa collaborare al progetto contribuendo così a potenziare il monitoraggio.
Il monitoraggio avviene grazie alla collaborazione di compagnie come la Corsica-Sardinia Ferries e la Grimaldi lines, che ospitano i ricercatori a bordo dei traghetti, coinvolgendo anche i passeggeri: infatti, con un po’ di pratica si può fare anche whale watching anche da traghetto, basta “pazienza ed occhio allenato” ci conferma Ilaria Campana che dai traghetti studia la distribuzione dello zifio nel Tirreno centrale tra il porto di Civitavecchia e la Sardegna.
Il monitoraggio cetacei della Sardegna settentrionale fa parte di una rete internazionale che da Spagna, Francia ed Italia monitora i cetacei dal bordo dei traghetti. All’interno della rete vi sono tra gli altri Pelagos France, ISPRA, Fondazione CIMA, EcoOcean, Associazione Ketos e Fondazione CARICIV.
I dati raccolti da questo network di ricerca per i mari di Spagna, Francia ed Italia serviranno anche ad apportare conoscenze finalizzate ad adottare misure di conservazione e di protezione delle popolazioni di cetacei nel Tirreno e nel mar Ligure. Dal primo gennaio di quest’anno, infatti, grazie al Decreto del Presidente della Repubblica che ha istituito una Zona di Protezione Ecologica, in questa regione di mare le leggi italiane dovranno essere rispettate anche al di fuori del limite territoriale.