500 persone e 1000 alberi piantati: un ottimo risultato per la seconda edizione de La Foresta degli Innovatori, il principale evento dell’anno per la startup VAIA, impegnata nella riforestazione delle Dolomiti.
La location che ha accolto tantissimi under35, ma anche “vaier” di ogni età, è stata Passo Coe (Folgaria, TN), dove lo scorso anno si era tenuta la prima edizione dell’evento e dove erano stati piantati i primi 1000 alberi di questa foresta dedicata all’innovazione. Lo scopo dell’iniziativa, infatti, è quello di ricostruire, anno dopo anno, i luoghi colpiti dalla tempesta Vaia del 2018, creare legami tra le persone e scrivere insieme una società più bella. Per VAIA, questa Foresta (geolocalizzata qui) vuole essere un nuovo luogo che sappia ispirare, uno spazio simbolico dove la capacità di innovare possa mettere radici.
La giornata, moderata da Federico Stefani, founder di VAIA, e dall’influencer Guenda (Erica Zambelli), è cominciata con la colazione organizzata dai ragazzi di Slow Food Youth Network Trentino, una delle tante giovani realtà sul territorio nazionale che il team di VAIA ha voluto coinvolgere per l’occasione.
Martina Rando di Yome ha dato poi inizio alle attività della mattina, con una sessione di meditazione e respirazione. I caldi colori di fine estate dell’Alpe Cimbra e i campanacci delle mucche sono stati la cornice perfetta per questo momento di connessione con sé stessi, con la natura e, soprattutto, con le altre persone.
A seguire i talk di alcuni dei tantissimi innovatori presenti. Ma chi sono, per VAIA, gli innovatori? Sono tutti coloro che si mettono in gioco per dare forma al futuro che desiderano. La startup ha fatto un importante lavoro di scouting nella propria community, tra i Forbes U30, i Global Shapers, il mondo universitario e quello dei content creator. Ecco le voci che quest’anno hanno ispirato chi, seduto sul prato o sui tronchi posizionati per l’occasione, ha partecipato all’evento:
- Luana Moresco della Fondazione Megalizzi (Europa e diritti)
- Elisa Sioutis dei Global Shapers (Hub di Roma)
- Azzurra Galeota di Heroes Never Sleep (socialità)
- Francesca Failoni di Alps Blockchain (innovazione digitale)
- Aurora Caporossi di Animenta (disturbi alimentari)
- Ilaria Cataldi di TEDxSapienza (impatto sociale)
- Gloria Chiocci di UX for Kids (formazione)
Lo scopo è stato raccontare quanti giovani costruiscono ogni giorno valore per la società, attraverso ricerca, informazione, arte, sport e cultura. Spesso ci concentriamo su ciò che non funziona, quando abbiamo invece il dovere di costruire fiducia.
Poi la pausa pranzo (tra food truck, proposte vegan e il bistrot del Lago Coe), che è stata un importante momento di networking per conoscere tutti gli altri innovatori coinvolti. Come il food blogger Davide Zambelli, Elisa Odorizzi a fare le veci di Nicolò Govoni (il giovanissimo fondatore dell’ONG Still I Rise, candidato Nobel per la Pace), lo chef Luca Zotti degli Ambasciatori del Gusto e alcuni degli ospiti della prima edizione, come l’iraniana Vida Diba (che sostiene la causa di libertà delle donne del suo Paese e che si occupa inoltre di abbigliamento sostenibile) e la Global Shaper Fabiana Stornaiuolo (Hub di Napoli).
Nel primo pomeriggio, il saluto dell’assessore Andrea Mattuzzi del Comune di Folgaria, di Daniela Vecchiato, Direttrice dell’APT Alpe Cimbra e di Gianluca Valle, Custode Forestale. Poi l’emozionante intervento di Marco Martalar, artista del Drago di Vaia (di recente ridotto in ceneri da un incendio doloso) e di Riccardo Rizzetto, dott. Forestale e content creator (@from.roots.to.leaves), che ha spiegato come mettere a dimora i 1000 larici.
La creazione della Foresta, quest’anno, ha preso la forma di un vero e proprio workshop/team building, curato dai ragazzi di Talent Garden: un modo per far ulteriormente interagire i partecipanti e riflettere, ancora una volta, sul tema dell’innovazione.
A seguire l’intervista a Francesco Oggiano di @will_ita, con focus sull’informazione digitale e sull’importanza di saper fare del fallimento un tesoro. Tante le domande a chiusura delle sue parole, a conferma che, soprattutto per i più giovani, quella di Oggiano è un’apprezzatissima voce del giornalismo italiano.
La giornata si è conclusa con le note del violino elettronico di Elisa Montagnana e il dj set di Sergio Pitrone, già ospite della prima edizione e quest’anno presente con tutto il team di Vertumn, la sua startup, per la realizzazione di contenuti video e foto.
Ultima chicca di questa seconda edizione: dal momento che il 16 settembre si è tenuto anche il World Cleanup Day, VAIA ha fatto rete con Let’s do Italy, la realtà che ha coordinato le azioni sul territorio nazionale, dedicando un albero alle varie iniziative che hanno aderito al progetto.
LA STORIA DI VAIA
Siamo nati da Vaia, la tempesta che nel 2018 ha sconvolto le Dolomiti. Quei territori sono la nostra casa e Vaia è stata una chiamata: dovevamo agire, e lo abbiamo fatto creando oggetti in legno di design realizzati col materiale delle foreste ferite. Oggi VAIA è molto di più: è un progetto di sostenibilità che si fonda sul riutilizzo di materiali per la costruzione di prodotti di artigianato etico. Coinvolgiamo le comunità locali e restituiamo al territorio parte dei ricavi, investendo in progetti di valore sociale e ambientale.
LA STORIA DI VAIA
Siamo nati da Vaia, la tempesta che nel 2018 ha sconvolto le Dolomiti. Quei territori sono la nostra casa e Vaia è stata una chiamata: dovevamo agire, e lo abbiamo fatto creando oggetti in legno di design realizzati col materiale delle foreste ferite. Oggi VAIA è molto di più: è un progetto di sostenibilità che si fonda sul riutilizzo di materiali per la costruzione di prodotti di artigianato etico. Coinvolgiamo le comunità locali e restituiamo al territorio parte dei ricavi, investendo in progetti di valore sociale e ambientale.
LA MISSION
Per fare sostenibilità non basta raccontare storie, serve costruire alternative concrete. Ecco perché i nostri prodotti raccontano storie che si traducono in realtà: fare artigianato eco- friendly significa dare voce a un territorio e alla sua fragilità, coinvolgere le persone che in quel luogo vivono, contribuire a far rinascere ambienti naturali e sociali.
LA VISION
Ci ispiriamo al bosco per fare sostenibilità ambientale: come tanti alberi insieme, agiamo per progettare azioni che incidano sul territorio, sia in contesti alpini che cittadini. Ci rivolgiamo a privati e aziende, facciamo formazione e informazione, convinti che solo insieme si possa fare la differenza.
I PRODOTTI – DESIGN CHE PARLA AL FUTURO
Ogni nostro oggetto è pensato per riconnettere l’uomo alla natura: ognuno può contribuire a generare bellezza insieme a VAIA, con un acquisto sostenibile che ridia vita alle foreste distrutte dalla tempesta e contribuisca alla tutela dei ghiacciai.
VAIA CUBE – AMPLIFICA LA RINASCITA
Un elemento completamente naturale in grado di potenziare l’oggetto tecnologico più usato, lo smartphone. Per ogni Cube venduto, viene piantato un albero: con il supporto della nostra community, ad oggi ne abbiamo messi a dimora oltre 80mila.
VAIA FOCUS – METTI A FUOCO L’ESSENZIALE
Una tecnologia antica, la lente Fresnel, applicata alla tecnologia più contemporanea: quella dello smartphone. Nasce così VAIA FOCUS, la versione ottica dell’amplificatore CUBE. Grazie ad ogni acquisto si riescono a finanziare lo studio dei ghiacciai (con l’Università Ca’ Foscari) e missioni di clean-up alpino (con Summit Foundation) e di recupero dei teli geotessili (con Glac-Up).
VAIA JOY – I COLORI DELLE EMOZIONI
Le cromie di VAIA CUBE JOY si ispirano ai colori della natura per colorare l’amplificatore e renderlo un oggetto di design in legno sostenibile ancora più originale, capace di dare voce alle molteplici emozioni della personalità, come la gioia, la freschezza e la libertà di esprimersi.
VAIA CUBE IMPERFETTO – LA BELLEZZA DELL’UNICITÀ
L’imperfezione che racconta una storia e si fa unicità: è questo VAIA CUBE IMPERFETTO, che nasce dagli alberi caduti nei luoghi più impervi ed esposti per molto tempo all’umidità e alle intemperie. Un amplificatore macchiato da imperfezioni naturali e quindi ancora più prezioso perché vuole ridare dignità anche a questi alberi più sfortunati.