A Merano WineFestival nasce la sinergia tra istituzioni, produttori e agronomi: la 32^ edizione della rassegna internazionale si conferma salotto culturale di riferimento nel mondo enologico con il Summit “Respiro e Grido della Terra”.
Nella due giorni al Teatro Puccini, Merano WineFestival ha ospitato il confronto tra istituzioni, produttori vitivinicoli e comunità agro-scientifica sul futuro dell’enogastronomia all’insegna della sostenibilità. La presenza del Sottosegretario Luigi D’Eramo ha sancito la concreta collaborazione e apertura da parte del Governo nei confronti delle realtà produttive, a partire dalla semplificazione degli iter di approvazione delle denominazioni IGP.
Merano (BZ) – La 32^ edizione di Merano WineFestival si apre con il Summit internazionale sulla sostenibilità “Respiro e Grido della Terra”, alla presenza del Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Luigi D’Eramo. Sul palco del Teatro Puccini di Merano, produttori e tecnici in dialogo con le istituzioni e il mondo scientifico agronomico sono giunti a una conclusione univoca: da una buona agricoltura, rispettosa dell’ambiente e della Terra, non può che nascere un buon vino.
«Con il Summit “Respiro e Grido della Terra” abbiamo voluto affrontare il tema dei cambiamenti climatici, dei loro effetti sulla viticoltura e le possibili soluzioni da adottare, prendendo in considerazione anche nuovi scenari» spiega Helmuth Köcher, fondatore e anima del Merano WineFestival. «I segnali d’allarme ci sono e non possono essere ignorati, la crisi climatica impone un’evoluzione. Per questo abbiamo voluto aprire un confronto tra produttori, agronomi e istituzioni, guardando al futuro».
Nelle giornate di venerdì 3 e sabato 4 novembre, il teatro cittadino ha ospitato il Summit sulla sostenibilità, un’occasione per fare il punto della situazione dopo un anno di eventi targati The WineHunter legati al cambiamento climatico che, negli ultimi mesi, tra la siccità estiva e le recenti inondazioni, ha mostrato segnali inequivocabili che il mondo dell’enologia e dell’gastronomia, Merano WineFestival 2023 spinge ancora più in alto l’asticella affermandosi come salotto culturale di respiro internazionale per il panorama vinicolo. Due giorni di talk e incontri che, a partire dall’esperienza delle realtà produttive e dagli studi agronomici più avanzati nel campo della viticoltura sostenibile, hanno rappresentato un’occasione di approfondimento sulle tecniche e tecnologie rispettose dell’ambiente, utile sia per gli addetti del settore che per i consumatori consapevoli.
Una prima parte di conferenze scientifiche a cura dell’International Viticulture and Enology Society (IVES) ha visto professori e ricercatori universitari illustrare i più recenti studi sulle tecniche di viticoltura biologiche e sulle problematiche legate alla variabilità climatica, evidenziando come una gestione della vite rispettosa del territorio e dell’ambiente si traduca in vini biologici e biodinamici di ottima qualità. A seguire, riflettori puntati sulla Regione Abruzzo, avanguardia nel campo della biodiversità, con l’esempio di Bio Cantina Orsogna raccontato dall’enologo Camillo Zulli, e dall’altra parte del mondo l’esperienza della Nuova Zelanda, precorritrice nell’utilizzo di tecniche di coltivazione sostenibili. Due testimonianze unite da una convinzione comune: un pianeta trattato con rispetto ci aiuta ad avere vini di alta qualità.
Una prima parte di conferenze scientifiche a cura dell’International Viticulture and Enology Society (IVES) ha visto professori e ricercatori universitari illustrare i più recenti studi sulle tecniche di viticoltura biologiche e sulle problematiche legate alla variabilità climatica, evidenziando come una gestione della vite rispettosa del territorio e dell’ambiente si traduca in vini biologici e biodinamici di ottima qualità. A seguire, riflettori puntati sulla Regione Abruzzo, avanguardia nel campo della biodiversità, con l’esempio di Bio Cantina Orsogna raccontato dall’enologo Camillo Zulli, e dall’altra parte del mondo l’esperienza della Nuova Zelanda, precorritrice nell’utilizzo di tecniche di coltivazione sostenibili. Due testimonianze unite da una convinzione comune: un pianeta trattato con rispetto ci aiuta ad avere vini di alta qualità.
Il dibattito è stato arricchito dalla presenza di rilevanti interlocutori istituzionali quali il Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Luigi D’Eramo con i dirigenti ministeriali Pietro Gasparri e Roberta Cafiero, il Vicepresidente della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente, il presidente della Camera di Commercio di Pescara Gennaro Strever, la direttrice del dipartimento all’agricoltura per la Regione Abruzzo Elena Sico, il dott. Michele Scognamiglio, specialista in Scienza dell’alimentazione, biochimica e patologia clinica, nonché il console generale della Nuova Zelanda Austin Brick, a segnare una sorta di “gemellaggio” tra i Sauvignon neozelandesi e i bianchi abruzzesi.
Merano WineFestival, dunque, accoglie il “Grido della Terra” con una serie di riflessioni sulle possibili soluzioni agli effetti del cambiamento climatico sulla viticoltura e, più in generale, sull’agricoltura, sistematizzando il materiale raccolto da The WineHunter Helmut Köcher, patron della manifestazione meranese, e dai suoi collaboratori nel corso dell’ultimo anno.