Uno spazio dove potersi confrontare sulle problematiche relative alla filiera olivicolo olearia del territorio a margine della campagna olivicola in corso. Lo propone il Consorzio “Peranzana” in condivisione con Unaprol e Coldiretti Puglia. L’appuntamento è per le ore 18, del 18 dicembre 2020 sui Canali Facebook e Youtube indicati a fine comunicato.
Gli aspetti salienti riguarderanno l’andamento della campagna olivicolo – olearia appena conclusa, l’impegno del Consorzio di tutela a Igp per la promozione del brand guidato da Pietro Spagnoletti e il miglioramento della qualità dell’olio di Puglia. Inoltre la prof.ssa Milena Sinigaglia illustrerà l’impegno dell’Università di Foggia a supporto del sistema olivo oleario del territorio anche in relazione alla richiesta di riconoscimento della Dop per l’oliva da tavola e l’importanza dell’integrazione verticale di filiera e il rapporto tra industria olearia e organizzazione dei produttori quale strumento imprescindibile per qualificare gli oli e accrescere la competitività nei mercati, a cura del dr Michele Clemente della Clemente Olearia. Chiuderà l’incontro il presidente della Coldirettj Regionale, Savino Muraglia, imprenditore affermato e conosciuto in tutto il mondo per la qualità dei suoi oli.
Per il tema in oggetto, il presidente del Consorzio, Severino Carlucci, ribadisce «che negli ultimi anni si assiste ad un progressivo interesse nei confronti dei mercati di nicchia, riferimento in cui la Peranzana può ottenere riscontri grazie al suo sistema “oliva – olio”, quale binomio sinergico da cui è possibile generare un “valore aggiunto”. Tale “percorso virtuoso” fa leva su un programma di qualificazione e valorizzazione della varietà che si intende condividere con il maggior numero di aziende olivicole, confezionatori e frantoi».
Il brand “Peranzana” rappresenta ormai un riferimento per il territorio nazionale, come dimostra anche la progressiva affermazione dell’oliva da tavola che registra un importante trend nelle vendite grazie alle sue eccelse qualità merceologico – sensoriali. La Peranzana presenta “peculiarità distintive” grazie alla forte emanazione del suo territorio, storicamente vocato, a cui il Consorzio sta lavorando per rafforzare un’immagine e un’idea imprenditoriale vincente, concetti espressi dal direttore tecnico Nazzario D’Errico, il quale precisa che da tempo si lavora per una “vision integrata” intesa come costruzione del valore di un’identità territoriale-branding – che potrebbe raggiungere livelli di eccellenza. Un valore aggiunto da consolidare soprattutto attraverso la crescita della competitività delle imprese nei mercati internazionali più remunerativi.
Oggi diventa opportuno differenziare le produzioni olearie per segmento qualitativo comunicando i vantaggi che un olio offre rispetto ai competitor; i caratteri distintivi non possono che fondarsi sulla certificazione di qualità e d’origine, l’analisi sensoriale e il territorio, requisiti necessari per convalidare la tipicità e la peculiarità dell’olio Peranzana, considerate di fatto irriproducibili e uniche.
Assicurare un elevato valore nutritivo è presupposto prioritario per una dieta moderna tesa alla tutela della salute del consumatore spesso non consapevole degli acquisti, ma desideroso di una “seria informazione” e garanzia di qualità per soddisfare i propri bisogni salutistici.
Il Consorzio Peranzana, con le sue 40 imprese tra aziende agricole e frantoi (quasi tutti confezionatori con marchio proprio), intende attuare una politica di valorizzazione delle piccole imprese in “filiera corta” più impegnate alle azioni di promozione e marketing territoriale in progressivo aumento anche grazie alla creatività di alcune donne imprenditrici che hanno contribuito non poco attraverso idee che coniugano tradizione e innovazione.
«Siamo legati da sempre alla terra e ai valori della cultura contadina – aggiunge Catrlucci -; ’albero d’ulivo rappresenta per noi un elemento patriarcale e identitario a cui siamo legati con passione e rispetto. Il Consorzio sostiene, inoltre, che una costante educazione salutistica/alimentare, la sinergia con l’enogastronomia e la valorizzazione del patrimonio storico – culturale del territorio, siano i requisiti chiave e indispensabili a garantire sicurezza alimentare e tutela della salute soprattutto per le giovani generazioni, sempre più distanti da stili di vita salutari come la “Dieta Mediterranea” in quanto protesi verso modelli consumistici del “Junk food” di un sistema ormai globalizzato»