AGROFER ha confermato il proprio compito.
Domenico Scarpellini, Presidente di Cesena Fiera, a conclusione della tre giorni di manifestazione, è deciso e va al cuore del problema: «Anche l’edizione 2011 di AGROFER ha raggiunto lo scopo. Abbiamo costruito questa manifestazione allo scopo di dimostrare, divulgare e far conoscere in un solo grande spazio che esistono in Italia le tecnologie, le imprese, le capacità e le “strutture” su cui far crescere la “quota” delle Fonti Energetiche Rinnovabili nella produzione di energia. In più abbiamo connotato la nostra proposta-progetto con altre due caratteristiche. Ovvero fornire elementi di consapevolezza e di formazione a studenti e ragazzi al fine di educare le nuove generazioni. Inoltre abbiamo voluto “specializzarci” nel settore agricolo, dove c’è una forte domanda di piccoli e medi impianti che aiutino le imprese e gli agricoltori nel riutilizzo delle risorse del proprio campo. E penso allo sfalcio e alle potature, ma anche alle opportunità della rotazione triennale delle coltivazioni, per essere più chiaro».
L’edizione 2011 di AGROFER era strutturata in una parte espositiva ed in una parte in cui, oltre agli spazi per Laboratori Didattici (assai frequentati nelle tre giornate) messi a disposizione delle scolaresche e delle famiglie.
Caratteristica peculiare di Cesena Fiera, è la realizzazione di una convegnistica di livello all’interno delle proprie manifestazioni, ed anche in Agrofer non è mancato questo apporto. I convegni hanno spaziato dal fotovoltaico (in architettura, come investimento, ecc) ai tetti verdi, dalla filiera del pellet al Piano energetico dell’Emilia Romagna. Importanti anche i punti informativi. Fra cui quello “varato” proprio in occasione della rassegna cesenate e frutto di un progetto europeo che coinvolge 5 Paesi, due Comuni e una provincia italiani: coordinato da Centuria Rit, rimarrà come Punto info-dimostrativo permanente con sede a Cesena Fiera.
Due dati hanno reso AGROFER interessante per la sua capacità di essere il grande show room di informazione (per tutti: dal privato all’ente pubblico) e di esposizione (attrezzature, tecnologie e proposte del settore).
. Preziose indicazioni sono venute dalla presentazione del Piano Energetico per il 2011-2013 dell’Emilia Romagna, che lo rendono un esempio che andrebbe seguito in tutta la penisola. L’Emilia Romagna consuma 14 Tep (milioni di tonnellate petrolio equivalenti), che per l’80% provengono da fonti fossili. Con il Piano si passerà dagli 800 Mega Watt di FER del 2009 ad una produzione di 6.000 MW in 9 anni , attraverso l’adozione di tre successivi Piani energetici che consentano, ognuno, di incrementare questo “patrimonio” di 2000/2500 MW. Così la quota delle FER diventerà del 17% e allo stesso tempo diminuiranno i consumi del 10%, favorendo l’uso delle biomasse e del geotermico, perché, come ha sostenuto Giancarlo Muzzarelli, Assessore regionale allo sviluppo economico, «è importante investire per risparmiare, ovvero adottare un modo diverso di guardare al futuro».
Un esempio viene dal territorio di Forlì-Cesena, dove 16 scuole di vario grado con il fotovoltaico (potenza istallata di 129 kw) producono 100mila kwh/a di elettricità, con un risparmio di 18mila euro nel 2009 e di 24mila nel 2010.
E sulle agroenergie, ad AGROFER sono stati resi noti alcuni progetti del CRPV (Centro Ricerche Produzioni Vegetali) che riguardano usi alternativi della barbabietola (es. Biogas dagli scarti) oppure elettricità dalla combustione di biomassa di sorgo. Inoltre sono emerse alcune indicazioni sulla “Filiera del Pellet”, un comparto in grande crescita, se si considera che l’Italia consuma oltre 1,2 milioni di tonnellate di Pellet e ne deve importare oltre il 50%.