Il Consiglio agricolo di metà giugno, oltre a varare l’ocm ortofrutta, ha lanciato un altro sasso nello stagno dell’agricoltura italiana, in particolare di quella biologica.
Per la verità, a giudicare dalle onde prodotte, più che di un sasso si è trattato di un macigno: non c’è altro modo per definire la fissazione allo 0,9% del limite massimo di presenza accidentale di ogm nei prodotti da agricoltura biologica.
La decisione dei ministri ha disatteso non solo le richieste italiane, ma anche quelle del Parlamento europeo, che si era espresso per un limite dello 0,1%, in pratica tolleranza zero.
Il ministro delle politiche agricole Paolo De Castro, anch’egli favorevole a regole molto severe, ha cercato di spiegare cosa è successo in Lussemburgo, dove si è tenuta la riunione. «Purtroppo il Consiglio non ha dimostrato quella sensibilità che ci saremmo augurati» ha detto De Castro. «All’ultimo momento – ha continuato – la Polonia, che garantiva la minoranza di blocco, è uscita. Noi, assieme a Belgio, Grecia e Ungheria ci siamo dichiarati, secondo quanto è sempre stata la nostra linea, comunque contrari a qualunque soglia superiore allo 0,1%. Una posizione che purtroppo si è ritrovata in larga minoranza».
«Condividiamo, dunque – ha concluso il ministro – le forti preoccupazioni del mondo ambientalista e ribadiamo come la nostra strada resti quella legata al principio di massima precauzione e all’ascolto delle tante voci che chiare ci giungono anche dai consumatori».
Europa condannata e ministro assolto, dunque? Neanche per sogno.
Anche in questo caso la Coldiretti ha messo nel mirino direttamente De Castro, con parole che non si prestano a tante interpretazioni: «È grave il via libera alle contaminazioni da organismi geneticamente modificati nei prodotti biologici, che sconta un atteggiamento ambiguo del ministro De Castro che recentemente ha proposto i protocolli per le sperimentazioni biotech in pieno campo (vedi a pag. 11) di prodotti simbolo del made in Italy, come vino, olio, pomodoro e agrumi».
«Se non si è coerenti con le azioni a livello nazionale non si riesce – ha sottolineato il presidente Sergio Marini – a costruire credibili alleanze a livello europeo, dove come è noto non basta votare contro».
Bocciatura su tutta la linea, quindi, nonostante De Castro abbia sottolineato che «su questa battaglia non mi sento di rimproverare nulla al Governo, né al Ministero».
Al di là delle polemiche personali della Coldiretti, tutto il mondo del biologico italiano ha fatto sentire la propria voce contro una decisione che considera assurda e pericolosa per il futuro del settore.
Aiab, Legambiente, Amab, Cia e Coldiretti hanno emesso un comunicato congiunto in cui affermano che la decisione di elevare allo 0,9% il limite amesso di ogm dà «un altro colpo serio al rapporto di fiducia fra i cittadini europei e le istituzioni comunitarie […] e testimonia la volontà di banalizzare una produzione di qualità su cui l’agroalimentare italiano ha fatto un grande investimento».
Insomma, al di là delle responsabilità politiche, resta il fatto che il settore biologico del nostro Paese dovrà fare i conti, salvo colpi di scena, con un problema in più.
Per la verità, a giudicare dalle onde prodotte, più che di un sasso si è trattato di un macigno: non c’è altro modo per definire la fissazione allo 0,9% del limite massimo di presenza accidentale di ogm nei prodotti da agricoltura biologica.
La decisione dei ministri ha disatteso non solo le richieste italiane, ma anche quelle del Parlamento europeo, che si era espresso per un limite dello 0,1%, in pratica tolleranza zero.
Il ministro delle politiche agricole Paolo De Castro, anch’egli favorevole a regole molto severe, ha cercato di spiegare cosa è successo in Lussemburgo, dove si è tenuta la riunione. «Purtroppo il Consiglio non ha dimostrato quella sensibilità che ci saremmo augurati» ha detto De Castro. «All’ultimo momento – ha continuato – la Polonia, che garantiva la minoranza di blocco, è uscita. Noi, assieme a Belgio, Grecia e Ungheria ci siamo dichiarati, secondo quanto è sempre stata la nostra linea, comunque contrari a qualunque soglia superiore allo 0,1%. Una posizione che purtroppo si è ritrovata in larga minoranza».
«Condividiamo, dunque – ha concluso il ministro – le forti preoccupazioni del mondo ambientalista e ribadiamo come la nostra strada resti quella legata al principio di massima precauzione e all’ascolto delle tante voci che chiare ci giungono anche dai consumatori».
Europa condannata e ministro assolto, dunque? Neanche per sogno.
Anche in questo caso la Coldiretti ha messo nel mirino direttamente De Castro, con parole che non si prestano a tante interpretazioni: «È grave il via libera alle contaminazioni da organismi geneticamente modificati nei prodotti biologici, che sconta un atteggiamento ambiguo del ministro De Castro che recentemente ha proposto i protocolli per le sperimentazioni biotech in pieno campo (vedi a pag. 11) di prodotti simbolo del made in Italy, come vino, olio, pomodoro e agrumi».
«Se non si è coerenti con le azioni a livello nazionale non si riesce – ha sottolineato il presidente Sergio Marini – a costruire credibili alleanze a livello europeo, dove come è noto non basta votare contro».
Bocciatura su tutta la linea, quindi, nonostante De Castro abbia sottolineato che «su questa battaglia non mi sento di rimproverare nulla al Governo, né al Ministero».
Al di là delle polemiche personali della Coldiretti, tutto il mondo del biologico italiano ha fatto sentire la propria voce contro una decisione che considera assurda e pericolosa per il futuro del settore.
Aiab, Legambiente, Amab, Cia e Coldiretti hanno emesso un comunicato congiunto in cui affermano che la decisione di elevare allo 0,9% il limite amesso di ogm dà «un altro colpo serio al rapporto di fiducia fra i cittadini europei e le istituzioni comunitarie […] e testimonia la volontà di banalizzare una produzione di qualità su cui l’agroalimentare italiano ha fatto un grande investimento».
Insomma, al di là delle responsabilità politiche, resta il fatto che il settore biologico del nostro Paese dovrà fare i conti, salvo colpi di scena, con un problema in più.
Fonte: l’Informatore Agrario – giugno 06
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