Recupero da crisi indeciso e lentissimo
”L’Italia delude. La frenata estiva e autunnale è stata decisamente più netta dell’atteso e il 2010 si chiude con produzione industriale e Pil quasi stagnanti”.
E’ il Centro studi di Confindustria a delineare così lo scenario economico spiegando che ”la malattia della lenta crescita non è mai stata vinta, come la migliorata dinamica della produttività nel 2006 e nel 2007 aveva lasciato sperare”.”Il comportamento durante la crisi ha dissipato ogni dubbio al riguardo. La contrazione economica è stata violenta: -6,8% il Pil da massimo a minimo, 35 trimestri perduti. Il recupero si dimostra – spiega il Csc – indeciso e lentissimo: +1,5% finora. Così non si ritornerà sui valori prerecessivi che nella primavera del 2015”.
”Per riagguantare entro la fine del 2020 il livello del trend, per altro modesto, registrato tra 2000 e 2007, l’Italia dovrebbe procedere d’ora in poi ad almeno il 2% annuo. Un obiettivo raggiungibile in un arco di tempo ragionevole, come insegna la lezione tedesca, entro il 2012 secondo gli stessi documenti governativi. Ma per coglierlo – sottolinea il Csc – gli strumenti messi in campo appaiono insufficienti”.
PIL- Un’analisi che porta Viale dell’Astronomia a rivedere ulteriormente al ribasso le previsioni per l’economia italiana: il Pil italiano sale nel 2010 dell’1% (dall’1,2% elaborato in settembre), nel 2011 dell’1,1% (1,3% in precedenza) e dell’1,3% nel 2012. Secondo le stime, contenute nel capitolo dedicato agli Scenari economici del Rapporto ‘Se l’Italia punta sull’Ict’, la spinta maggiore verrà sempre dall’export: +7,0%, +5,0% e +5,2% nel triennio (dopo il -22,3% cumulato nel 2008-2009). Un contributo rilevante sarà poi dato dagli investimenti: +3,1%, +2,7% e +3,0% (-15,6% nel biennio precedente), grazie agli acquisti di macchinari e mezzi di trasporto (+7,8%, +3,8% e +4,0%), mentre la spesa in costruzioni tornerà ad aumentare dall’anno prossimo (-2,4%, +1,3% e +1,7%).I consumi, invece, cresceranno poco, seppure in graduale accelerazione: dopo il +0,7% nel 2010 (-1,8% nel 2009), segneranno +0,9% nel 2011 e +1,2% nel 2012; si tratta di progressi superiori a quelli del reddito.
INFLAZIONE – Sempre secondo il Csc l’aumento dei prezzi al consumo rimarrà contenuto, sotto il 2%, nel prossimo biennio. Tensioni si verificheranno per i listini dei beni ad alto contenuto di materie prime energetiche e alimentari, le cui quotazioni sono rincarate nettamente. In generale i corsi delle commodity sono record e comprimono i margini aziendali.
OCCUPAZIONE – In Italia le condizioni del mercato del lavoro permangono difficili, con l’occupazione (misurata sulle Ula) che registra un nuovo forte calo nel 2010 (-1,7%, dopo il -2,6% del 2009), rimane ferma nel 2011 (+0,1%) e risale solo nel 2012 (+0,9%). Il tasso di disoccupazione inizierà a scendere molto gradualmente nel corso del 2012, dopo aver toccato l’apice (9,0%) nel quarto trimestre dell’anno venturo.
CONTI PUBBLICI – Pur scontando ”l’efficacia piena delle manovre del Governo, il disavanzo e il debito risulteranno più elevati a causa della minor crescita”: è il Csc a sottolinearlo spiegando che il deficit si situa al 5,1% del Pil nel 2010, al 4,2% nel 2011 e al 3,2% nel 2012. Il debito arriverà al 120,3% del Pil l’anno venturo, per poi scendere al 119,8% in quello seguente.
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