Più 5% di espositori, specialmente esteri, e più 1% di visitatori qualificati (+2/3% esteri) hanno reso Macfrut rispondente alle esigenze di un mercato globalizzato in quanto sono risultati vincenti gli obbiettivi e le strategie emerse, ovvero: innovazione, internazionalizzazione e maggior attenzione ai consumi e al modo di comunicare.
«La vivacità degli scambi commerciali e dei contatti, le indicazioni emerse dagli incontri e dai convegni –spiega Domenico Scarpellini, Presidente di Macfrut- hanno dimostrato a espositori ed operatori, esperti e produttori che esistono opportunità per affrontare la crisi e contribuire a superarla».
Macfrut si è ancora una volta rivelato punto di riferimento dell’intera filiera ortofrutticola non soltanto come spazio espositivo e di business ma, soprattutto, appuntamento di incontro e confronto internazionale per l’elaborazione e la definizione degli scenari del settore.
Non a caso si sono esaminate le situazioni europee e mondiali delle maggiori produzioni invernali (mele, pere, kiwi, agrumi). Inoltre si sono ritrovate a Macfrut le regioni europee produttrici della sponda nord del Mediterraneo (Andalusia, Provenza, Catalogna, Linguadoca, Murcia, Veneto, Trentino, Emilia Romagna, ecc) ed hanno sottoscrutto la “Carta di Cesena” , documento programmatico di 10 punti che affronta le problematiche ortofrutticole e che diventa la base su cui confrontarsi con le istituzioni comunitarie e dei singoli Stati.
Indicazioni che sono emerse anche da vari convegni e eventi.
Ad esempio l’innovazione, che deve essere di prodotto (si pensi alla frutta da bere, a alle zuppe, ovvero alla IV gamma) e di processo. A questo proposito la rassegna di Cesena ha lanciato l’ “Oscar Macfrut” per l’innovazione. Si sono distinte proposte di grande valore ed alta tecnologia, con una costante: la tendenza a fare sistema e una forte vocazione per la salvaguardia dell’ambiente e la economicità delle lavorazioni dei servizi.
Macfrut ha posto un forte accento sull’incremento del consumo di ortofrutta, sottolineando l’utilità di investire nella comunicazione per diffondere la conoscenza della funzione preventiva di frutta e verdura contro affezioni cardiovascolari e neoplasie. Inoltre è emersa la grande necessità di coinvolgere i più giovani in un processo di educazione all’alimentazione che da una parte elimini la tendenza all’obesità e dall’altro formi dei futuri consumatori che mangiano bene, come sottolineano nutrizionisti ed oncologi. Da Macfrut si è pure ribadito di proseguire con l’ottima iniziativa “Frutta nelle scuole” (il programma ministeriale ed europeo per incrementare il consumo e l’educazione) per insegnare che il viver bene inizia a tavola.
All’interno di queste considerazioni e strategie, però, occorre che la filiera si “attrezzi” per ricercare la soddisfazione del consumatore, facendo sì che la qualità sia percepibile e percepita al consumo.
Infine, occorre che l’Italia per prima (è il maggior produttore di ortofrutta dell’Europa e al sesto posto nel mondo) e l’Europa si rilancino nei mercati sempre più globalizzati, aprendo nuovi fronti e adottando strategie che aprano realtà interessanti e interessate, ad esempio l’Africa (come si è visto a Macfrut), per la penetrazione del Made in Italy ortofrutticolo. La presenza a Macfrut di molti operatori esteri e della grande distribuzione nazionale ed internazionale, certamente ha aiutato ad avanzare su questo fronte.
«Ho avuto la percezione –conclude Scarpellini- che a Macfrut espositori e operatori abbiano intravisto opportunità reali per un futuro più roseo».