Il progetto di cui si parlava da mesi nelle file del centrodestra è diventato realtà. Il nome scelto da Berlusconi per il suo nuovo partito evoca un movimento “popolare”, appunto, dove il popolo sia il vero protagonista. E infatti il Cavaliere è sceso in piazza, ha parlato con la gente, ha raccolto 7000 firme contro il governo Prodi, ha cercato un linguaggio più immediato per arrivare agli operai e agli studenti. Si dichiara pronto ad avviare trattative con i suoi alleati. Ma questi come hanno reagito alla formazione del nuovo partito? Le risposte di Fini (AN) e Casini (UDC) non sono state entusiasmanti, anzi sembra che per il momento abbiano preso le distanze. Fini e Casini sono scettici, un no deciso viene dalla Lega Nord di Bossi.
Gli alleati si interrogano inoltre sulla funzione di Forza Italia all’interno del nuovo partito: ci sarà forse una ripetizione di uomini e programmi? Lo stesso Berlusconi parla della CdL come di un qualcosa che non esiste più. Ma secondo una recente indagine, il 66% delle persone intervistate crede che il nuovo partito in realtà non è che una rivisitazione di Forza Italia. Intanto Berlusconi annovera tra i “suoi” l’onnipresente Michela Vittoria Brambilla e Marcello Dell’Utri, che hanno creduto fermamente nel suo progetto fin dagli albori.
Ma cosa pensa la gente comune di questo nuovo ritorno sulla scena politica del Cavaliere? Lo abbiamo chiesto alle persone che affollano via Sparano a Bari, nelle ore mattutine. Le risposte sono le più disparate. Una signora mi ha chiesto spiegazioni, lei non sapeva di questo nuovo partito di Berlusconi. In realtà non è stata la sola a scoprire oggi che il Cavaliere ha formato un nuovo partito politico. Maria e Anna, studentesse di lingue all’Ateneo barese, ritengono che non ci sia nulla di nuovo, “Berlusconi è un personaggio politico vecchio, come tale non riscuote più la fiducia degli italiani. Ci vogliono facce nuove al potere”.
Egidio, 34 anni, impiegato in un’impresa di informatica, confessa di avere una certa simpatia per Berlusconi. “Anche questa volta gli darò fiducia, ma la gente è stanca, non si aspetta miracoli da nessuno. Quindi non credo che stavolta ce la farà”. Irene, 45 anni, commessa, ritiene che la formazione di questo partito serva solo a “confondere di più le idee alla gente, così dimentica le cose più importanti. I politici fanno e sfanno, ma noi poveretti non abbiamo soldi per andare avanti”.
Non sarà facile, né per Berlusconi, né per nessun’altro abbattere questo muro di sfiducia della gente verso la politica. La sfida è aperta, sotto a chi tocca.
Cristiana Lenoci – Capitanata.it