Sono sei ragazze legate da uno straordinario spirito di solidarietà e animate da un fortissimo senso dell’amicizia, che all’occorrenza si trasformano in deliziose e determinate fatine alate. Dotate di forza e poteri speciali, che mettono al servizio del bene, nell’eterna lotta contro il male e i cattivi.
Sono la risposta italiana allo strapotere giapponese e americano nel mondo dei cartoons. Sono il fenomeno che da Loreto, nelle Marche, ha conquistato bambini e ragazze di ben 130 Paesi nel mondo. Un business, tra diretto e indotto, proiettato verso il miliardo di euro. Con un licensing in espansione esponenziale, che vede il moltiplicarsi senza sosta delle sagome e dei sorrisi delle simpatiche amiche Musa, Tecna, Aisha, Flora, Stella e Bloom (la leader).
Appariscenti, ma non esibizioniste. Attraenti, raffinate, colte e altruiste, sono l’esatto contrario degli sguardi vuoti della maggior parte dei personaggi “Made in Japan”. Con i loro occhi espressivi e il disinvolto abbigliamento giovanile hanno conquistato l’attenzione di milioni di fan. Ed ora si apprestano ad accompagnare la Rainbow, la società italiana che gestisce il fenomeno Winx, niente meno che a Piazza Affari. Per una quotazione iniziale nel segmento Star, dopo l’uscita in questi giorni del primo film e al debutto sul grande schermo delle brillanti discepole della scuola di Alfea.
Un cocktail di riferimenti a situazioni e caratteristiche comuni a svariati altri personaggi internazionali, a cui Iginio Straffi (il disegnatore creativo formatosi nella scuderia di Sergio Bonelli, l’autore-editore di Tex , Zagor e Dylan Dog) ha saputo inculcare quel soffio italiano, capace di dare sensibilità e charme alle sei declinazioni di ragazza ideale.
La Rainbow Spa, una sorta di Walt Dysney Ltd. in versione italiana, si presenta all’appuntamento della Borsa con tutte le carte in regola. Decisa a riscattare il ruolo italiano in un settore dominato dal Giappone, dagli Usa e da colossi come la Pixar. Il gruppo sorto nel tessuto della Pmi marchigiana, registra fatturati in crescita non comuni e utili pari a oltre il 50% del giro d’affari. Il marchio “Winx” ha già superato, in solidità, produttività e riconoscibilità, quelli più affermati delle Witch, Bratz o della sempieterna Barbie. Ed oggi è la fortuna di una schiera di piccole imprese, che riescono ad approdare ai mercati esteri con i loro prodotti, solo se griffati con le vivaci ragazze del mondo di Magix.
di Antonio V. Gelormini