Regolamentare meglio i rapporti tra i produttori di energia elettrica che sfruttano il vento e i combustibili da rifiuti e le comunità in cui tali impianti si vorrebbero installare. E’ questo l’obiettivo di fondo che ha spinto l’on. Michele Bordo (PD) a fare propria e presentare la proposta di emendamento alla Finanziaria 2008, elaborata dalla cabina di regia della pianificazione strategica della provincia di Foggia (Capitanata 2020), che prevede il trasferimento ai Comuni di una percentuale degli incentivi assegnati alle aziende tramite i Certificati Verdi (art.53 – comma 1 – lettera h)).
“La proposta di emendamento che riguarda gli impianti di produzione di energia dal vento – commenta Bordo – ha come obiettivo la costruzione di elementi regolatori di un mercato sempre più inquinato da fenomeni di corruttela e concorrenza sleale. Se l’emendamento fosse approvato, si darebbe un esito normativo certo alla prassi industriale, consolidatasi nell’ultimo quinquennio, che ha riconosciuto il ‘diritto’ dei comuni a percepire royalties a compensazione dell’impatto ambientale degli impianti di produzione di energia eolica, ma che è spesso oggetto di contenzioso e di interventi della giurisprudenza amministrativa. E tutto ciò senza mettere in discussione accordi e convenzioni già sottoscritte o depotenziare la concorrenza economica. Mi rendo conto che la proposta elaborata, con rara capacità operativa, dalla cabina di regia della pianificazione strategica locale sia molto sofisticata, sotto il profilo concettuale e normativo, e ciò può rappresentare un handicap per la sua rapida e diffusa condivisione in Commissione e in Parlamento – conclude Bordo – per tale ragione ho comunque presentato un ulteriore emendamento che si limita a cancellare la lettera h) dell’articolo 53, venendo così incontro alle richieste di tanti Comuni della Capitanata, della Provincia di Foggia e della Regione Puglia”.
Inoltre, il deputato manfredoniano ha presentato un emendamento per l’applicazione agli impianti di produzione di energia elettrica mediante combustione di CDR e CDR di qualità, a partire da quelli con una potenza installata di 10 megawatt, delle norme che regolano il sistema delle royalties versate localmente dai proprietari di centrali termoelettriche (Articolo 56-bis – Impianti di produzione di energia elettrica prodotta da combustibile da rifiuti).
“E’ necessario, oltre che opportuno – afferma Bordo – completare il processo di omologazione normativa del combustibile da rifiuti ai combustibili fossili, avviato con la esclusione del CDR dall’elenco delle fonti rinnovabili. L’intervento, in più, mira a incentivare la chiusura del ciclo dei rifiuti, attraverso la loro valorizzazione energetica, che favorirebbe la riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili e, di conseguenza, la dipendenza del sistema elettrico italiano da fonti di approvvigionamento estere. Prevedere royalties in favore dei territori che ospitano tali impianti e dei territori vicini – conclude Bordo – può rappresentare uno strumento utile alla costruzione del consenso sociale attorno ad iniziative industriali diffusamente contestate”.