Il Senato della Repubblica ha inserito nella Finanziaria 2008 all’articolo 30 quater comma 1 lettera h, la seguente dicitura: “L’autorizzazione alla realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili non può essere subordinata né prevedere misure di compensazione a favore delle regioni e delle province, dei comuni e delle comunità montane…”.
Come si può ben capire questo breve, ma gravissimo e dissennato articolo di legge, avrà la capacità di mettere in ginocchio tutti i comuni che hanno dato spazio alle energie rinnovabili e nella fattispecie all’eolico. In particolare vengono colpiti i comuni del Sud, della Puglia e ancor più della nostra Capitanata nei quali l’eolico rappresenta una risorsa fondamentale che, oltre a produrre energia pulita, seppure con qualche sacrificio ambientale, può dare ossigeno alle casse comunali e soprattutto alla capacità di erogare maggiori servizi ai propri cittadini. Il trasferimento di denaro dallo Stato alle comunità locali negli ultimi anni è andato sempre più diminuendo strangolando le già anemiche casse delle città e costringendo i Sindaci a “industriarsi” per trovare fondi e possibilità di investimenti che consentissero il mantenimento di servizi essenziali, decoro e dignità alla vita dei cittadini amministrati.
Molti comuni della Capitanata hanno creduto nell’investimento eolico attivando convenzioni e contratti con le aziende produttrici. Il rimborso ambientale previsto fino ad oggi non può che essere visto come legittimo e del tutto sacrosanto perché, se è vero che gli impianti eolici non producono scarti e rifiuti dalla produzione di energia, è vero anche che essi hanno un impatto ambientale e paesaggistico.
Non comprendiamo perché dove vi sono attività estrattive di petrolio e gas naturali ai comuni viene riconosciuto il danno ambientale mentre per l’energia che viene dal vento questo danno non dovrebbe essere riconosciuto. Forse perché queste attività si svolgono al SUD da sempre poco interessante per i Parlamentari italiani e, dobbiamo dirlo, soprattutto per i Parlamentari locali, nella fattispecie dei Senatori, che avrebbero potuto facilmente bloccare questo scempio.
Riteniamo che alla Camera si debba porre rimedio a quanto approvato dal Senato e che tutti i Parlamentari pugliesi e più in generale del Sud debbano far sentire la loro voce per cancellare questa norma che impoverisce ancor più i comuni e giova alle multinazionali dell’energia che fino ad oggi non hanno battuto ciglio quando c’erano da pagare le royalties perché l’affare c’era e c’è ancora.
I margini e i proventi rivenienti dall’eolico sono elevatissimi, le aziende lo sanno e lo dovrebbero sapere benissimo anche i Senatori di maggioranza e tutti quelli che hanno inteso togliere ai poveri per dare ai ricchi.
Il Governo Prodi mostra il suo vero volto, demagogicamente si dichiara a favore delle fasce più deboli della popolazione e poi favorisce i poteri forti, riduce sempre più le risorse finanziarie dei comuni e quindi la possibilità di erogare nuovi e più efficienti servizi a favore dei cittadini bisognosi, costringe gli stessi ad aumentare le tasse locali e decide di non sentire nessuno, in questo caso, e di procedere verso una norma che non ha alcuna logicità né giuridica né economica.
L’Amministrazione Comunale di Torremaggiore, interpretando il pensiero dell’intera comunità locale, si associa a tutti quei parlamentari, consiglieri regionali, sindaci, amministratori che già hanno fatto sentire la propria voce affinché tale norma venga stralciata nella fase di discussione alla Camera dei Deputati e si farà promotrice di azioni, anche clamorose, a sostegno degli interessi legittimi delle nostre popolazioni.